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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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A lungo andare, sarò il peggior esempio per tutti. "Chi Carlè? Quello delle poche idee ma confuse!". Arriverò al punto che pubblicherò solo poesie copiate un po' in giro, vignette, foto di donne nude e maschi dotati; la finirò di massacrare gli unici due e ormai lisi neuroni che ancora si trascinano nell'area di parcheggio cranico alla ricerca di un posto dove per la rottamazione non si paghi un euro. Sono come il padrone, hanno pure loro il braccino corto! Ma voi, quando eravate piccoli ed eravate almeno in tre, sedendovi sul sedile posteriore, dove stavate? Ai lati o al centro del sedile? Scelti mille inglesi tutti manager o imprenditori, alla stessa domanda, l'80% ha risposto che sedevano sempre al centro e pare, sempre secondo appropriati studi di ricerca, che quella posizione centrale sia il motivo del loro successo, la ragione per cui oggi sono dirigenti, manager e capitani d'industria! Per quel che so io, quando una bella famigliola deve sistemarsi in macchina, assodati i due posti davanti per mamma e papà, tra i tre che devono piazzarsi dietro, è sempre una lotta: il posto centrale è ambito perché consente la visione centrale della strada. Ecco quindi che la scelta e l'appropriazione siano significative per colui che riesca a prevalere sugli altri per occupare il posto strategico. Per i ricercatori è come quando ci si siede a capotavola: quello è il segno del potere, si chiarisce implicitamente chi comanda e chi ha le doti per essere il conduttore della famiglia, dell'azienda, del consiglio d'amministrazione ecc.ecc. Pertanto, la "lotta" per conquistare il posto dominante all'interno della macchina, pare sia propedeutico per il futuro del bambino che siederà al centro: carattere, temperamento e capacità di comando. La stessa cosa dicasi per coloro che alla tavolata, seggono a meta tavolo: sono inclini alla mediazione, al rispetto per colui che è a capotavola e pronti a seguire le sue preziose indicazioni dalla "postazione" di comando. Concludo: io non ho mai avuto il piacere, nonostante abbia un fratello e una sorella, di sedere dietro al centro: mio padre non possedeva una macchina, non aveva la patente e si dichiarava apertamente troppo pusillanime per guidare. La prima macchina in famiglia l'ho presa io appena possibile. Poi, non avendo avuto tre figli ma solo due, non ho mai avuto il problema dell'attribuzione dei posti dietro. Infine, bella storia quella del capotavola: io seggo a capotavola da sempre e conto meno del due di picche, specie per le teppiste che seggono a metà tavolata!!!! Manca poco che mi facciano alzare per mandarmi a mangiare nel ripostiglio se non prometto che dopo il pranzo giocherò almeno una partita a CLUEDO! Io, mio figlio e loro, le due adorate nipotine. Altro che ricercatori, te li do io i manager e gli imprenditori: tutti investigatori grazie al gioco.
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