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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Vi avverto, nel caso vi foste distratti, che martedì 9 febbraio inizierà il Festival di Sanremo 2016. Son passati sessantasei anni da quel fine gennaio in cui esordì la più grande kermesse della canzone italiana. Una manifestazione unica nel suo genere, una gara che solo veri professionisti potevano accettare. Il tempo però non è stato galantuomo in questo caso e oggi dopo 66 anni, siamo ancora a parlare di un festival che è tutto tranne che una gara vera e propria tra big della musica leggera italiana e ancor di più, una gara tra canzoni italiane nuove ed inedite. Infatti, come si ebbe a stabile a suo tempo, si chiama festival della canzone proprio perché in gara ci sono le canzoni e se un grande cantante perde, non è poi la sconfitta della sua carriera e/o della sua popolarità: se c'è sconfitta è solo della canzone presentata. Tanto è vero, che negli anni passati il mercato stabiliva il vero, reale vincitore: la vendita di un disco certificava la bontà del successo! Gli anni sono trascorsi e man mano, questo Festival ha cambiato pelle, disattende gli scopi per cui era stato ideato e portato avanti per alcuni decenni e infine, rimane solo un grande spettacolo di varietà. Abbiamo solo una piccola speranza: prestare ascolto alle nuove otto proposte "giovani" perché quanto meno, da loro ci si aspetterebbe un sorpresa, una canzone che ci rimanga, che prenda subito al primo ascolto. Ebbene, gli otto bravi e baldi cantanti in gara quest'anno si possono già ascoltare con le loro proposte e devo dire che sono piuttosto deludenti: musiche appiattite sullo stesso tempo ritmico e con testi di una banalità unica. Niente che ti acchiappi subito, niente che la mattina dopo si canticchi o si fischietti mentre ci si rade o mentre si faccia la doccia. Insomma, date per scontate le prestazioni dei big e dei loro potenziali successi, si spera sempre nelle nuove proposte e non dimentichiamo che gli anni scorsi tra i giovani, ci sia stato qualcuno che sia emerso molto bene. Ho l'impressione che quest'anno ci sarà delusione per i più attenti e più esigenti. Resta tuttavia il grande evento, il super spettacolo indiscutibile ricco di ospitate a volontà e cantanti a iosa. Insomma, una kermesse che del festival e della sua iniziale identità non ha più nulla, a parte il luogo dove si svolge. Una manifestazione che si trascina sotto false spoglie e che viene spacciata per ciò che non è più da anni. Ma sapete come funziona: serve alla RAI, serve al Comune di Sanremo, serve agli ospiti che prendono "cachet" corposi frutto dei nostri canoni, serve alla case discografiche per tirare a campare perché i CD non si vendono più e infine serve alle ricche sponsorizzazioni dei soliti noti: gestori telefonici, grandi marchi internazionali e nazionali e alle auto da vendere con la rottamazione vantaggiosa. Detto questo e assodato che trattasi di un favoloso spettacolo di varietà come se fanno dappertutto e belli pure, perché non...rottamare anche Sanremo?
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