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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Fratello carissimo, conscio della tua profonda indigenza, incline ad assicurarti la mia profonda solidarietà e associandomi al grido di dolore che da giorni si solleva dalle colonne dei giornali e dalle frequenze radiofoniche, mi unisco al tuo disagio e mi permetto sollevare sinceri quanto utili appunti. Apprendo quanto la vita sia dura da quando l'ampio mantello del grande vecchio Silvio, non tende più a coprire la tua vita professionale e privata, scaricato come un inutile conduttore TG e animatore delle famose festicciole ad Arcore, quando come tra "frati trappisti" all'insegna del loro famoso augurio tipico, vi salutavate così: "Fratello ricordati che devi morire", comprendo le tue disgrazie impellenti che ti hanno indotto in una crisi esistenziale irreversibile. Mi rendo conto anche del tuo assoluto bisogno di danaro fresco e corrente perché la vita costa cara e i soldini non bastano mai, ma sostenere a viva voce, straziando i poveri cristi che ti ascoltano, non è cosa buona e giusta: "Ottomila euro al mese non ti bastano?". Credo sia questo attualmente il tuo pressante problema. Fai i conticini che ti riguardano sperando di convincere chi ti legge e chi ti ascolta, eppure in cuor tuo leggo l'amarezza e il profondo disagio per non essere in grado con quella misera manciata di pensione (giusta e legittima) di provvedere ai tuoi bisogni mensili: pagamento della macchina in leasing, autista, bollette varie, badante, affitto di casa, cameriera, benzina, canoni dei telefonini, cibo, vestiario e.... tazzechichereetazze, riconosco sia un po' difficile tirare a campare. Ecco perché nello stringermi alla tua penosa e sconfortante esistenza, mi permetto richiamare la tua attenzione alla vita, alla tua e a quella di milioni di italiani che ahiloro, non vivono con i tuoi stessi soldi. Loro, quegli italiani a cui faccio riferimento, prendono meno di mille euro al mese, tengono famiglia, si lamentano in continuazione eppure credimi, a fine mese strisciando sulle ginocchia ci arrivano, ci devono arrivare. Pertanto senza che per radio mandi "affanculo tutti e che vadano pulire i cessi", rassegnati ai tuoi ottomila euro, li hai sudati (sic) con il tuo lavoro e sono tuoi, non penso che li perderai. Forse sarai chiamato a distogliere una piccola parte della tua mancia mensile per solidarietà, forse accadrà, non lo so. Tuttavia, hai avuto modi e tempi per accantonare un tesoretto durante la tua lunga carriera, ora ti manca quel grande mantello del cav che protegge tutti i miserabili che piangono miseria come te (leggi olgettine che onorano il libro paga di Silvio) eppure da uomo di cultura (ari sic), da uomo di mondo (chi più di te specie quando inviato in Africa, ti appellavano tutti Sciupone l'Africano), hai sperperato soldi a destra e a manca per vivere al di sopra delle tue possibilità. Fermati caro Emilio, rifletti e pensa al mondo che ti circonda, le feste sono passate, il lavoro non c'è più, i salotti sono ormai puzzolenti e usurati, quindi scegli una vita sana e meno costosa, fa due passi a piedi, prendi i mezzi pubblici, sii parsimonioso e oculato: con ottomila euro al mese si può fare, si può arrivare alla fine del mese senza che l'ansia e il cuore facciano...ciock! A proposito, strizzi sempre le carte da gioco? Beh, lascia perdere i mazzi (quelli delle carte), conservati per una prossima vita....e non rompere più i gorgioni!
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