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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Chi non abbia mai desiderato un volta sola nella vita, di fare un salto in Brasile per vivere il famoso Carnevale? Una esperienza che non ha uguali al mondo, una festa che coinvolge tutti anche i più seri e i più impediti: immergersi in quella realtà estranea dal mondo, dalla vita, dai pensieri, dalla povertà e dall'indigenza. Nessuno può e deve pensare alla quotidianità, si festeggia il carnevale e tanto basta. Ma quando la crisi morde, attanaglia tutto il mondo, nessuno può essere esentato, nessun paese può chiamarsi fuori specie se, come il Brasile, vive momenti drammatici e poco rassicuranti. Una recessione paurosa che spaventa e se 48 città hanno dovuto cancellare la "tradizione" del carnevale, ci saranno buone ragioni. A Rio de Janeiro la stretta peserà di meno, le sfilate saranno le solite, l'organizzazione delle scuole e delle premiazioni pure, ma meno sfarzo (punto di forza del carnevale) e meno partecipanti. "Facciamolo 'sto carnevale, ma con meno comprimari", questo l'ordine dato e così sarà da venerdì prossimo al 1° marzo. Le casse sono vuote, i turisti saranno meno, gli sponsor si defilano e l'arrangiarsi diventa una necessità. Quindi a conti fatti, si registrerà il peggior calo degli ultimi trent'anni. Pazienza, meglio che cancellare tutto, e come sanno bene i brasiliani, la colpa di questa pesante recessione è dovuta alle Olimpiadi dove ancora una volta, la politica ha dato il peggio di sé stessa: soldi sottratti, costruzioni maestose di stadi e strutture che oggi sono in uno stato di totale abbandono.Pagheranno un caro prezzo i brasiliani per questo ulteriore schiaffo. La domanda è un sola a questo punto: "Quando passeranno i cittadini, tra un samba e l'altro, a menar sonori ceffoni a questi soliti politici affamatori?
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