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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Vedersi crollare dieci punti di percentuale, passando dal 64% al 54% di preferenze, è stato un colpo duro dopo aver preso possesso dell'Eliseo. Macron dopo il trionfale ingresso nel palazzo presidenziale, ha avuto bisogno solo di pochi giorni per cominciare a mostrare il vero volto e le sue vere intenzioni politiche. Rimane sempre oltre il 50% per essere un forte e sicuro presidente, ma alcune sue decisioni sulla riduzione di spesa per la difesa (non previste dal suo programma) e dopo le ovvie ma inaspettate dimissioni del generale Pierre De Villiers capo di Stato Maggiore della Difesa, ha cominciato a muoversi con il piglio autoritario e in Europa, il patto stringente con la Merkel, la dice lunga sulla posizione che vorrà conservare: punta ad un ruolo di spicco e non guarderà in faccia nessuno per portare avanti il progetto della nuova "grandeur": il recente viaggio in Libia è significativo. Io presumo che sia un vento nuovo quello che spinga i nuovi "condottieri" come Trump, Macron e scendendo in Italia, Salvini, Berlusconi, Grillo e Renzi. Si punta a vincere con margini corposi e non si parla di alleanze proprio per contare su eventuali sorprese. Certo da come si comportino i leader italiani, marciano con sicurezza e disinvoltura e hanno ragione. Tutti gli altri che esibiranno il loro suffragio popolare pari allo "zero virgola", sono quelli che più si attivano per mantenere il loro status. Perché? In primis sperano sempre nella loro funzione irrilevante ma pesante sulla formazione di governi, piccoli ma necessari sono quelli che hanno e continueranno a rovinare l'Italia. Con il loro classico gesto di tirare la giacchetta al premier per ottenere i loro privilegi sotto la minaccia di defilarsi dal governo. Ecco, io spero molto in una "dittatura democratica", chiunque sia, mi va bene per due ottimi motivi: una conduzione esente da altri presenti nel governo che guarda caso sono coloro che interessano al potenziale premier per dire: "E' colpa loro se...". E poi, elemento molto importante, una conduzione unica e appartenenti allo stesso ceppo, potrà consentirci di valutare nel tempo l'operato del governo. Lo so, già l'etimo dittatura spaventa, è vero che il vocabolo "democratica" rassicura ma sarà l'opposizione a controllare e a denunciare gli sgarri e le scelte poco democratiche. Temo invece, che andrà a finire come al solito e saremo, ahinoi, alla solita solfa e ai soliti inciuci. Beh, se accadrà, almeno siamo stati avvertiti già da personaggi come Macron e Trump. Dalle stelle alle stalle, il passo è breve.
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