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GLI ONESTI E I FURBI

Post n°2549 pubblicato il 16 Ottobre 2017 da monellaccio19
 

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Come dico spesso: non si spaventa più nessuno in Italia. Inaspriscono le pene, istruiscono gli appositi uffici affinché siano capillari nelle verifiche fiscali, ricorrono alla rottamazione delle cartelle esattoriali  per indurre gli utenti ad uscire allo scoperto, macché, i furbetti o meglio i furbacchioni, gli incalliti che contano sulle ridotte possibilità di essere scoperti, ci sguazzano e con la fantasia che li contraddistingue, riescono a trovare i sistemi, le modalità e le situazioni più disparate per evadere il fisco. Sapete quanto sia da record la nostra evasione, cifra da capogiro con la quale non una, ma 6/7 finanziare si potrebbero mettere su; non ne veniamo fuori, difficile scovare tutti e difficile recuperare i soldi in diversi casi. L'ultimo escamotage messo in atto, è opera dei dipendenti italiani che lavorano presso l'Ambasciata USA a Roma. L'Agenzia delle Entrate ha scoperto che da un po' di anni questi signori non pagano le tasse sui loro compensi. Hanno colto l'occasione per evadere, sfruttando un "cavillo" interessante: le Ambasciate, per la nostra legge, non sono sostituti d'imposta e quindi non operano le trattenute dovute: versano solo i contributi ai fini pensionistici. Il resto dovrebbero farlo i dipendenti regolandosi sul lordo segnato in busta paga. E' così che i segugi del fisco sono risaliti all'inganno: dai versamenti contributivi hanno compreso che qualcosa non funzionava. Sono in gioco alcune annualità e non sono pochi soldi. Inoltre con il passaparola tra furbi, si teme una scelta allargata e diffusa in altre ambasciate estere. Semplice, senza affannarsi troppo, presi i soldi, nessuno paga le tasse. Ricordiamoci che si parla di evasione fiscale a partire dallo scontrino non emesso fino all'impresa che occulta grandi ricavi. Come può uno stato spazzare questo reiterato malvezzo, quando, ben sapendo quali e quante siano le occasioni per evadere, da tantissimi anni parla, piange, si dispera per i soldi che mancano all'appello? Il massimo che realizza sono condoni, cartelle rottamate e incursioni tipo questa che è frutto più di una casualità che no di una mirata e complessa opera di...risanamento. La mia domanda è retorica, nel senso che non può essere solo la stato ad attivarsi per rientrare del maltolto, ma è la cultura dei cittadini che deve arricchirsi per capire che non è evadendo che si possa dare una mano al proprio paese per uscire da un tunnel lungo....decenni e decenni di cattiva politica e di pessima gestione amministrativa. Se l'evasione si abbassasse sensibilmente, ci piacerebbe vedere se lo stato abbasserebbe veramente le aliquote come abbia sempre proclamato. Non è vero, ma...non ci credo! 

 
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monellaccio19
monellaccio19 il 16/10/17 alle 11:27 via WEB
Un popolo sceglie di vivere secondo la sua cultura e il contesto della sua società: più evoluta è la società e più la cutura del popolo cresce ampliando le sue vedute e le sue scelte personali. Ci si integra facilmente quando tutto fila liscio, se tutto l'apparato non mostra falle e perdite, si comporta come le regole e le leggi impongono, non si corrono grossi rischi e si procede progredendo. L'involuzione che ci riguarda affonda le radici in un campo poco curato e mal tenuto dal fattore. Pertanto chiunque, vedendo il disinteresse di chi dovrebbe renderlo fertile e produttivo, si appropria di un pezzetto e ci fa quel che vuole. Magari copia dal suo vicino, lo imita, chiede consigli e si...adegua. A questo, nel lungo tempo, ci hanno portato, indotto e quei pochi sopravvissutti che seguono norme e leggi, come onesti fattori, continuano a rispettare le indicazioni del fattore che dovrebbe dare l'esempio. Cioè, predica bene e razzola malissimo. Allegoria spicicola quella che indico, ma è solo per inquadrare come viviamo e come andiamo avanti puntando sempre verso il peggio. Questa è anche ignoranza. Buon giorno Rosa, buon lavoro.
 
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