|
Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, come prevede la normativa n.62 del 2001. Alcune foto di questo blog e del relativo profilo e/o sito sono state reperite sul web. Ove fosse stato violato il diritto di copyright, prego i proprietari di darmene avviso, per la relativa rimozione. Ogni testo e foto di mia proprietà non possono essere copiati o riprodotti, senza mia autorizzazione, ai sensi della normativa n.29 del 2001.
Menu
Chi può scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
« FECI? VOCE DEL VERBO...S... | CASO WEINSTEIN: COSI' F... » |
Come dico spesso: non si spaventa più nessuno in Italia. Inaspriscono le pene, istruiscono gli appositi uffici affinché siano capillari nelle verifiche fiscali, ricorrono alla rottamazione delle cartelle esattoriali per indurre gli utenti ad uscire allo scoperto, macché, i furbetti o meglio i furbacchioni, gli incalliti che contano sulle ridotte possibilità di essere scoperti, ci sguazzano e con la fantasia che li contraddistingue, riescono a trovare i sistemi, le modalità e le situazioni più disparate per evadere il fisco. Sapete quanto sia da record la nostra evasione, cifra da capogiro con la quale non una, ma 6/7 finanziare si potrebbero mettere su; non ne veniamo fuori, difficile scovare tutti e difficile recuperare i soldi in diversi casi. L'ultimo escamotage messo in atto, è opera dei dipendenti italiani che lavorano presso l'Ambasciata USA a Roma. L'Agenzia delle Entrate ha scoperto che da un po' di anni questi signori non pagano le tasse sui loro compensi. Hanno colto l'occasione per evadere, sfruttando un "cavillo" interessante: le Ambasciate, per la nostra legge, non sono sostituti d'imposta e quindi non operano le trattenute dovute: versano solo i contributi ai fini pensionistici. Il resto dovrebbero farlo i dipendenti regolandosi sul lordo segnato in busta paga. E' così che i segugi del fisco sono risaliti all'inganno: dai versamenti contributivi hanno compreso che qualcosa non funzionava. Sono in gioco alcune annualità e non sono pochi soldi. Inoltre con il passaparola tra furbi, si teme una scelta allargata e diffusa in altre ambasciate estere. Semplice, senza affannarsi troppo, presi i soldi, nessuno paga le tasse. Ricordiamoci che si parla di evasione fiscale a partire dallo scontrino non emesso fino all'impresa che occulta grandi ricavi. Come può uno stato spazzare questo reiterato malvezzo, quando, ben sapendo quali e quante siano le occasioni per evadere, da tantissimi anni parla, piange, si dispera per i soldi che mancano all'appello? Il massimo che realizza sono condoni, cartelle rottamate e incursioni tipo questa che è frutto più di una casualità che no di una mirata e complessa opera di...risanamento. La mia domanda è retorica, nel senso che non può essere solo la stato ad attivarsi per rientrare del maltolto, ma è la cultura dei cittadini che deve arricchirsi per capire che non è evadendo che si possa dare una mano al proprio paese per uscire da un tunnel lungo....decenni e decenni di cattiva politica e di pessima gestione amministrativa. Se l'evasione si abbassasse sensibilmente, ci piacerebbe vedere se lo stato abbasserebbe veramente le aliquote come abbia sempre proclamato. Non è vero, ma...non ci credo!
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
|