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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Tanto tuonò che piovve! Se ne parla da tanto: teologi, clericali, laici e quanti abbiano studiato i testi sacri, da tempo esortavano a cambiare quella parte del "Padre Nostro". Una preghiera fondamentale per i cristiani cattolici, una preghiera che Gesù ha espresso per primo e che nei secoli dei secoli, è divenuta la base del cristianesimo: in poche righe c'è tutta la fede, la devozione, la gloria e la lode che si deve a Dio Padre Onnipotente. "...Non indurci in tentazione..." è questo il punto messo in discussione. Come può Dio indurci in tentazione? Perché Nostro Padre dovrebbe tentarci a peccare? Biblisti famosi, teologi molto preparati indicavano la "nota stonata" che poi non passava inosservata. Non è Dio che ci suggerisce il peccato ma il demonio, è Dio quindi che aiuta a uscire dal peccato, è LUI che ci tende la mano per venirne fuori. Finalmente ora si cambia e Papa Francesco non si smentisce con le sue scelte; sono passati tanti Papi, eppure nessuno ha mai preso in considerazione il passo molto noto e discusso non solo in seno alla Chiesa ma anche fuori: quanti fedeli e credenti, recitando il Padre Nostro, avvertivano un senso di disagio per la "provocazione" fuori luogo? Diciamo che i Papi che abbiano preceduto Francesco, non hanno forse voluto toccare la sacra preghiera, hanno avuto timore e si saranno detti: "Chi siamo noi per cambiare una preghiera espressa da Gesù Cristo?". Monsignor Galantino ha dato la buona notizia facendo notare che: "La questione del Padre Nostro non era all’attenzione solo dei vescovi italiani, ma anche di altri episcopati”. Pertanto teniamo presente che quel improvvido "Non indurci in tentazione" viene sostituito con un consono e rispettoso "Non abbandonarci alla tentazione". E' stabilito, è giusto e Gesù non se ne avrà a male. Il tempo è galantuomo e conta solo la fede, anche nelle forme espressive delle nostre preghiere.
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