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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Tra Sanremo e politica, tra avvenimento spettacolare e spensierato e una politica che si imbastardisce ogni giorno di più, spezziamo questa atmosfera che domina la nostra quotidianità: la sera incollati davanti al televisore e il giorno ci facciamo di notizie, gossip e quant'altro generato dall'avvenimento della sera prima, insomma, sappiamo tutti che nel bene e nel male, questa settimana andrà così. Mi sembra anche giusto: il festival sta affondando anche quei programmi che generalmente hanno una loro modesta fascia d'ascolto; ma è questo il colpaccio, servirsi di Sanremo per staccare la spina dalla politica, almeno per questa settimana, la scansiamo e risolleviamo (sic) l'umore evitando il peggio che i politici possano offrirci puntualmente. La grande notizia odierna è che Italo-Ntv, una delle nostre perle aziendali proiettata verso vette molto alte per managerialità pressante e attenta al mercato, sia stata ceduta ad un fondo estero molto interessato alle ferrovie. Da oggi Italo di Montezemolo, Della Valle e Punzo, è americana al 100%, venduta per quasi due miliardi di euro e se ci mettiamo anche il debituccio normale per un'azienda, fanno 2.500 miliardi! Un boccone felice e corposo per chi abbia venduto e molto ghiotto per chi abbia comprato. La concorrenza ferroviaria si farà molto più serrata con le Ferrovie dello Stato e noi potremo godere di un mercato favorevole per i nostri viaggi in treno. Un altro pezzo della nostra fervida attività imprenditoriale va in altre mani all'estero, ma è premiante la scelta. Vi state chiedendo perché quella foto in alto e...keciazzecca con Italo? Beh, l'altra notizia è che la Melegatti azienda madre del famoso Pandoro, dopo il miracolo natalizio con il panettone, non potrà ripetersi con la tradizionale colomba pasquale! I 150 operai non sono al lavoro e la situazione non è molto tranquilla con il rischio chiusura e perdita dei posti. Eppure, nonostante tutto ciò, ogni mattina, nello stabilimento fermo e inoperoso, puntualmente si recano alcuni operai per una sola mansione: vanno a ravvivare, come avviene ogni santo giorno dal 1894, il lievito madre dell'azienda. Un gesto che se fosse interrotto farebbe perdere l'elemento insostituibile per produrre bene i prodotti dolciari come colombe e panettoni. Il lievito madre è la base per ogni panettiere, fornaio e per i prodotti da impasto. Ecco, loro non disperano, non pensano alla chiusura della azienda, i 150 operai sono attaccati a un filo, eppure non spengono il lumicino della speranza. Io, oggi e ogni giorno sarò con loro: il mio pensiero solidale sarà con costoro pregando perché quel lievito madre non muoia mai. Se morisse significherebbe la morte professionale di gente con famiglie a carico. Forza ragazzi non mollate e speriamo insieme. Vi ho raccontato due esperienze odierne che appartengono a questo paese: non siamo tutti coglioni come pensa di Battista, c'è gente che lavora e crede in quello che fa. Io sto con questa Italia!
P.S. Apprendo in questo momento che la situazione Melegatti si è sbloccata: le Colombe andranno in prouzione grazie all'intervento della società Hausbrandt inudstria simile di un imprenditore italiano. La società inoltre si è impegnata all'ccorporamento del marchio garantendo i 150 operai e una produzione continua. Una buona notizia di cui sono felice. No per la colomba che adoro, ma per le famiglie degli operai e per la Melgatti che non meritava di chiudere miseramente come altre industrie italiane. Buon lavoro amici. Il lievito madre vivrà!
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