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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Con il post di ieri, ci siamo amareggiati (evidente eufemismo) per la notizia riguardante la solidarietà forzata e obbligatoria, imposta a tutti gli utenti onesti e puntuali delle Aziende Elettriche italiane. Oggi vi accennerò alla solidarietà vera, quella che si fa senza se e senza ma, una solidarietà che è solo scelta di vita. A Borgomanero (BG), l'associazione onlus "Auser", ha messo su un ambulatorio medico molto speciale per assistere malati indigenti impossibilitati dal farsi visitare in altre strutture: povera gente, extracomunitari non assistiti e tutti coloro che per una ragione o per l'altra, non possono permettersi altro che quel posto unico per la sua organizzazione. Infatti l'ambulatorio è condotto da 23 medici professori nelle varie specializzazioni e pronti, a titolo gratuito, a prestare la loro opera costante e altamente professionale. Inoltre proprio per l’opera intensa e attiva condotta nell’ ambulatorio, le donazioni corpose non mancano e quindi la struttura è in possesso di apparecchiature importanti e all’ avanguardia. I noti professori tutti in pensione, prestano la loro preziosa opera a titolo gratuito e spendono il loro tempo mettendosi al servizio dei bisognosi. Scusate, una piccola notazione: non è vero che non accettino nulla a titolo di ricompensa, ma accettano dai pazienti volenterosi: cioccolatini, caramelle, piccoli doni di nessuno valore intrinseco ma molto importanti per chi li offre e quindi preziosissimi per chi li accetta. Una faccia dell’ Italia dove non tutti rubano, non tutti fanno i furbi e dove la vera solidarietà si misura in questi piccoli, immensi e valorosi gesti di gente che ci mette fervente passione in quel che fa. Meno male che ci sono, diremmo noi tutti, ma il problema è che lo dice anche chi dovrebbe per legge provvedere al welfare e alla assistenza pubblica: regioni e governo impenitenti!
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