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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Una decisione sperimentale, ma molto interessante, quella presa in una classe di prima elementare della scuola "Bottacchi" di Novara. Un zainetto per i 25 scolari uguale per tutti. Una notizia data su FB da una giornalista e mamma che ha ricevuto molti like espressi a sostegno dell'iniziativa. Lo zainetto lo fornisce la scuola, uguale per tutti e con la stessa dotazione per ogni bambino. Ovvero: comprensivo di quaderni, diario, penne, matite e quanto basti per affrontare l'intero anno scolastico senza problemi e senza "invidie" tacite tra i piccoli allievi. Costo dell'iniziativa per ogni famiglia, 50 euro circa. Credo sia veramente un modo per interrompere la spirale consumistica che molte famiglie vivono ogni stagione. Lo zaino alla moda, lo zaino griffato e costoso da far cambiare il colore alle tasche di genitori che evidentemente non possono permetterselo: tra prodotti cinesi e originali non c'è soluzione, ossia, se non compri l'originale sei un morto di fame. La "guerra" è tutta basata sull'invidia mai manifestata a scuola tra ragazzi: scorrono gli sguardi, si adocchia il marchio e una volta a casa, comincia il "pianto greco": "Ma Luciana ha un zaino bellissimo perché non posso averlo anch'io?". Vallo a spiegare ai giovanissimi studenti che mamma e papà spesso non possono, mentre altri pur di accontentare il figlio/a, rinunciano anche al cibo per loro, pur di non mettere in difficoltà l'erede. La soluzione adottata per un semplice e comunissimo esperimento, ha riscosso grande successo, è finito il tempo del "superarsi" con gli oggetti griffati che in una scuola pubblica non tutti possono permettersi e così facendo, tutti uniformati e tutti con lo stesso bagaglio didattico. Non più invidie sopite, sguardi maligni e singhiozzi casalinghi. Non credo e spero che non si veda tutto ciò con la lente della politica: "Ma è una scelta di destra o di sinistra?". Omologazione è una brutta parola, ma rende benissimo l'idea: "E' una scelta di buon senso".
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