|
Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, come prevede la normativa n.62 del 2001. Alcune foto di questo blog e del relativo profilo e/o sito sono state reperite sul web. Ove fosse stato violato il diritto di copyright, prego i proprietari di darmene avviso, per la relativa rimozione. Ogni testo e foto di mia proprietà non possono essere copiati o riprodotti, senza mia autorizzazione, ai sensi della normativa n.29 del 2001.
Menu
Chi può scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
« E DELLA "FAT TAX" NE V... | LO CHIAMEREMO...DASH » |
Devo spezzare una lancia e costruire una volvo per questi due pensionati giapponesi di Sendai. Abbiamo problemi in Italia che restano aperti come il lavoro giovanile: ragazzi pronti ad entrare nel mondo del lavoro e aziende italiane che cercano disperatamente mano d'opera, tecnici, operai specializzati e non trovano immediatezza nel riscontro. Perché non si incontrano? Perché non vi sono sbocchi positivi tra chi propone e chi cerca lavoro? I più maligni sostengono che i giovano siano troppo esigenti nella ricerca, sono sempre meno quelli disposti ai sacrifici e non accettano occupazioni che limiterebbero svaghi e cazzeggio. Mentre altri sostengono che le aziende propongono contratti insostenibili con orari e turnazioni che li sfiancherebbero e quindi inaccettabili! Sono portato a credere che chi abbia veramente voglia di lavorare, di impegnarsi, di togliersi dalla dipendenza di mamma e papà, debba essere disponibile e lavorare comunque e nel frattempo, guardarsi sempre intorno: aspettare oziando che il lavoro piova dal cielo, non porta ad alcun risultato. I due giapponesi simpaticissimi che vedete su, hanno avventurosamente capito che starsene con le mani in mano non aiuta nessuno, men che mai chi abbia voglia di fare. Pertanto Bon e Pon, nomi assunti per l'occasione, si sono inventati un modo per lavorare: con alle spalle 37 anni di matrimonio, una vita felice, serena e voglia di realizzarsi. Fanno i modelli, su Instagram hanno un seguito sbalorditivo che conta su centinaia di migliaia di persone. L'abbigliamento che indossano ha la sua logica: oltre questi esempi, potrete scoprire facilmente quale sia il punto d'unione: il tessuto, il colore e la pezzatura di ciò che indossano. Mi fanno tenerezza, sono carini e con il codazzo dei fedeli che seguono le loro performance, ora passeranno a gestire una loro attività sartoriale creativa, conservando le stesse caratteristiche che ha reso celebre la coppia nel mondo. Raggiungibili attraverso i social, sono molto ricercati nonostante le...tovaglie che spesso condividano e indossino!
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
|