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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Quando c'è volontà politica e piena consapevolezza dell'argomento di cui si discute, c'è sempre la possibilità di trovare norme e regole per affrontare problemi gravi come lo stupro. Innanzi tutto e solo per far chiarezza, fissiamo un punto fondamentale. Molte iniziative, dopo le tante accuse sollevate dappertutto contro persone note del mondo del cinema, dello spettacolo e della cultura, sono nate e partite a testa bassa per battere questa sorta di violenza contro donne colte in momenti delicati e particolari della loro carriera. Tra i tanti movimenti nati immediatamente dopo le prime denunce, poi moltiplicatesi con nuove segnalazioni, il "#metoo" è il più attivo, il più coriaceo e il più concreto: oggi presente in tantissime nazioni, si batte ovunque per leggi più giuste e mirate contro lo stupro. Dopo qualche anno di battaglie molto dure, in Svezia raccoglie oggi, il primo confortante risultato: passa la nuova legge sullo stupro, in sintesi, passa la regola basilare: "Il sesso, se non è condiviso e volontario, è fuori legge". Un momento memorabile visto che sostituisce la vecchia legge che lasciava ampi spiragli compiacenti alla violenza, giocando sulle parole, sui termini e sugli atti. "Se una persona vuole impegnarsi in attività sessuali con qualcuno che rimane inattivo o dà segnali ambigui, dovrà scoprire se l'altra persona è disponibile. Ovvero, la passività della vittima non sarà più considerata un segno di partecipazione volontaria al rapporto sessuale". La sottile differenza che connotava la vecchia legge, è data dalla distinzione tra sesso violento e stupro, due reati diversi e quindi perseguibili con pene diverse. Oggi è necessario che vi sia comunque un consenso, verbale e fisico, per non incorrere nelle nuove pene senza girare attorno al problema. La nuova legge è perfezionabile, ma sono contente le femministe che si sono battute con decisione: è un punto di partenza per una nuova rivoluzione culturale e si allinea alle leggi già in vigore in paesi dell'Europa dove si procede più o meno allo stesso modo. Alcuni sono invece scettici poiché sarebbe difficile stabilire se e come sia avvenuto il consenso durante la violenza subita. Tuttavia, il passo c'è ed è significativo, si spera anche nella determinazione di chi non denuncia gli atti e gli assalti: segnalare, denunciare e fornire dettagli, aiuta ad inchiodare i colpevoli alle loro responsabilità. C'è molto da fare in questo campo, troppe vittime e troppi balordi se la cavano con poco o niente. Quantomeno si spera in tal modo di evitare domande assurde da parte dei giudici fuori da ogni realtà: "Ma lei indossava jeans ben stretti, difficili da togliere?", oppure: "Ma lei le gambe le teneva ben chiuse e strette?". Con persone di questo tipo, il lavoro da fare sarà ancora più duro e difficile. Ecco perché non bisogna mollare, ora più che mai!
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