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CHI SCRIVE? E CHI LEGGE?

Post n°3005 pubblicato il 26 Settembre 2018 da monellaccio19
 

Risultati immagini per molti libri in italia

 

Alcuni anni fa mia sorella scrisse un libro ispirato a un fatto accaduto nel lontano 1942: un oggetto non identificato illuminò il cielo di Los Angeles (USA) e fu notato da decine di migliaia di persone. Il suo racconto, tra la fantascienza e il romantico, si pose a cavallo tra fantasia e realtà e leggendolo, mi incuriosì molto procurandomi tanti interrogativi su una storia che danzava tra finzione e verità. Non amo la fantascienza, eppure mia sorella non solo mi fece correggere le bozze, ma mi impose di scriverle la prefazione come s'usa per i nuovi libri in uscita. Ebbene, pubblicò il suo libro a spese sue ovviamente: la voglia era tanta, l'idea le piaceva e con buona pace dell'editore, comprò anche delle copie per donarle e/o venderle a qualche sprovveduto! Io l'avevo avvertita che non ne valeva la pena, cercai di scoraggiarla in tutti i modi, ma lei testarda volle cimentarsi e procedette a sue spese. Perché vi ho raccontato questa storia? Perché oggi rilevo dati molto preoccupanti che non avrei voluto leggere: in Italia si stampano 70.000 libri all'anno! Otto libri all'ora vengono pubblicati e la maggior parte di essi non viene letta. Sono cifre paurose e nonostante i due saloni del libro, uno a Milano e uno a Torino, passi avanti per indurre più gente alla lettura, non se ne intravedono. Resta ancora da dare ragione al buon Hemingway che cito in cima al mio blog: "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge". Purtroppo cambia poco nei dati che puntualmente vengono sgranati: 33 milioni di persone al di sopra dei sei anni, hanno dichiarato che nel corso dell'anno 2016 non hanno letto un libro. Tra maschi e femmine, i primi sono il 54% a non leggere, mentre per le femminucce va un po' meglio, sono il 51%. Le donne leggono di più e ci sta anche bene, le mostre e i suggerimenti per gli acquisti pure, le pubblicità che girano in tv dovrebbero indurre i lettori alla curiosità, tuttavia, le cifre che scoraggiano sono da valutare anche in un senso che andrebbe rivisto e corretto. Oggi ancor più del passato tutti scrivono libri. Una caterva di libri scritti da personaggi famosi che si vogliono cimentare raccontando la loro vita o i brutti momenti della loro esistenza; hanno tutti un buon motivo (buono solo per loro) per pubblicare, ma spesso e a giusta ragione, i lettori non sono interessati a tanti autori che fanno tutt'altro nella vita. E' una moda anche questa e non passa giorno che apprendiamo di una uscita sul mercato. Infatti a parte la moltitudine di persone sconosciute (come mia sorella) che hanno speso soldi per il piacere di avere tra le mani un proprio libro, altre soddisfazioni non se ne raccolgono e la prova è nel seguente dato: dei 70.000 libri pubblicati, la media è di 160 copie a titolo, poi la statistica precisa che la maggior parte degli scriventi (il 90%) riesce a piazzare appena cinque copie. La verità è che ci sono più scrittori che lettori e dovrebbero smetterla di spendere soldini per pubblicare ciò che poi nemmeno i loro familiari leggono! E' una dura realtà, inquinano i dati e scombinano i mercati. A proposito, il libro di mia sorella io l'ho pagato e lei mi ha fatto anche la dedica. Ma non potevamo andare a fare una bella e ricca cena? Leggete, leggete e non scrivete libri tanto per: i vostri danneggiano seriamente la salute degli autori che meriterebbero più attenzione.

 
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Rispondi al commento:
gabbiano642014
gabbiano642014 il 26/09/18 alle 10:41 via WEB
La formula che hai premesso,non è solo la redistribuzione del reddito nell'acquisto del libro,ma la successiva ricchezza culturale superiore che si riprende nel leggere.Penso che il cambiamento nel modo di leggere sia anche dovuto ai social network,una lettura veloce dei contenuti che deve andare oltre.Le letture da botteghino,muoiono da sole,la forza della lettura rimane quel ricercare,quel saperne leggere le sfumature tra le righe.
 
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