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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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In ordine di tempo, uno degli ultimi a fare coming out è stato Marco Carta: ha dichiarato di essere gay e di avere un compagno. Un uscita che come tutte le altre precedenti, ha riempito pagine di giornali, articoli a iosa e commenti in rete. Ormai, dopo tante dichiarazioni del genere, dovremmo essere abituati alla notizia (?) e non badarci nemmeno, ma siamo giunti al punto che dichiararsi gay per una persona nota al grande pubblico, è una strumentalizzazione che ci rende felici, ci appaga e la comunicazione ci campa. Questo è un altro segno di questa società sempre più decadente, attenta al pruriginoso, all'eccesso, all'anormalità. Ma riusciremo mai a cambiare? Beh, non lo so, ma se tutti facessero come abbia fatto la campionessa che ci ha fatto sognare ai mondali di volley, allora di queste denunce studiate, articolate e snocciolate poco alla volta per attirare l'attenzione, non dovremmo più incontrarne. "Sono tornata in albergo e ho chiamato la mia fidanzata. Piangevo e lei mi ha consolata, mi ha detto che le sconfitte fanno male, ma sono lezioni che vanno imparate. E che ci avrei sofferto, però poi, sarei stata meglio". Con queste parole la nostra brava Paola Egonu, si è espressa al telefono con la fidanzata per descrivere come si era sentita dopo la sconfitta con la Serbia che è costata la medaglia d'oro! Niente mezze parole, niente frasi velate, ma una diretta ammissione durante una normalissima risposta all'intervistatore che ha riportato la sua telefonata, il racconto delle lacrime e la belle parole della sua compagna. Non aggiungo altro, mi basta questa lezione di stile e di forte personalità. Una donna, un uomo, oggi dovrebbero superare agevolmente quella "parte morbosa" che interessa più la gente che la notizia stessa. Se la Paola avesse fatto quella dichiarazione ad un giornale tra dieci anni, noi avremmo appreso solo allora, casualmente e con assolutà normalità, della sua situazione sentimentale.
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