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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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« ...E CIRCO SIA! | FUGA DA NEW YORK » |
Quella a destra l'avrete sicuramente riconosciuta: è la Barbie, la bambola fashion & glamour più nota sul pianeta. Ha appena compiuto sessanta anni e credo sia doveroso da parte mia, concederle un regalo, raccontando e fornendo brevi cenni sulla sua vita. Nata il 9 marzo del 1959, la Barbie ha avuto una sua antenata alcuni anni prima: più precisamente nel 1952 quando sulle pagine domenicali del "Bild Zeitung", apparve un fumetto disegnato da Reinhard Beuthin. Tanto interesse suscitò la novità che lo stesso disegnatore, pensò bene di realizzare Lilli, una bambola/soprammobile che vivacizzò il mercato dell'epoca: infatti la si regalava per l'addio al celibato oppure come porta fortuna agli uomini. I coniugi Handler (lui era proprietario della Mattel) un giorno videro la Lilli in una vetrina: la figlia che era con loro impazzì per quella bambolina e la sua mamma intravide uno sviluppo commerciale per lei. Fu approntata quindi la Barbie, doveva rappresentare una ragazza adulta, una ragazza alla moda per l'epoca e la sua fortuna è stato il contesto sociale del tempo. Erano gli anni giusti, quelli del boom occidentale dopo la seconda guerra mondiale. Inizi anni sessanta, v'era il boom economico, tanto benessere per tutti: lavatrici, cucine all'americana, frigoriferi, televisori, auto e quanto di nuovo e bello potesse fornire il mercato internazionale, per coinvolgere gli stati che volevano dimenticare la guerra appena conclusa. La Barbie conquistò il mercato perché era femminuccia, infatti allora esistevano solo bambolotti e uniformi allo standard dell'epoca. Lei era alta, slanciata, bella, elegante e le bambine non potettero farne a meno: tutte dovevano avere il must che sconvolse il mercato. Tutti i più grandi stilisti hanno vestito la Barbie, i colori e i modelli più belli perché il tempo che trascorreva inesorabilmente, non la facesse apparire vecchia e fuori moda. Così è stato per sessantanni e le sue forme, la sua sinuosa figura non è mai cambiata, anzi, sono cambiati i suoi amici, a parte il fedele Ken e tutto il corredo occorrente per giocarci. Insomma, Barbie è il "totem" della società dei consumi: l'evolversi sfacciato della società consumistica, si riflette sulla mitica bambola che alla fine rappresenta con il suo snobismo, proprio il consumo a tutti i costi, il benessere e il top del vivere alla grande. L'evoluzione commerciale ha tuttavia dovuto, col trascorrere del tempo, adeguarsi alla involuzione della Barbie: quindi c'è stata la Barbie disoccupata, la sfigata, la Barbie in ritardo, ecc.ecc. Insomma, pochi "giocattoli" hanno vissuto sulla propria pelle i cambi temporali della storia: dal consumismo alla contestazione, dal femminismo alle battaglie storiche delle donne, un adeguarsi sempre al passo e dobbiamo ammettere che il tempo inesorabile nel lasciare segni, non l'ha mai scalfita, non l'ha mai coinvolta nel suo incedere. Avete mai visto dopo sessantanni di vita, una sola ruga sul volto e sul corpo di Barbie?
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