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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Anche i forti si emozionano, inumidiscono gli occhi e si fanno prendere come suol dirsi, dal magone. E se anche il buon Giorgino, noto conduttore del TG1 serale, esce dal suo essere professionista esemplare, capace di riferire notizie freddamente e senza alcuna flessione emotiva e sentimentale, beh allora qualche domanda dovremmo pur porgercela. In diretta, durante il collegamento con la dottoressa che ha fotografato (notissima foto che gira sul web) l'infermiera che dopo aver terminato il suo pesantissimo e oserei dire valoroso turno in reparto, si è accomodata al PC ed è crollata sulla tastiera ormai esausta e sfinita. Commentando con la dottoressa le ragioni della foto scattata, il conduttore si è fermato un attimo e con gli occhi lucidi e un fil di voce ha detto: "Scusate sono emozionato". E perché chiedere scusa? Un professionista nel pieno delle sue funzioni, non può cedere all'emozione? Non può avere un attimo di debolezza parlando di drammatica situazione in cui il paese versa? Laddove la sanità tutta, uomini e donne addetti a tutti i servizi e le prestazioni, sono a compiere il loro dovere, funambolicamente e senza concedersi pause che servano al recupero della pienezza psichica e fisica? Perché un uomo, perfettamente calato nella sua posizione di giornalista e conduttore, non può concedersi il "lusso" del pianto e della sofferenza davanti alla tragedia umana di cui è testimone? Beh, io lo faccio per molto meno ma non sono famoso, lo dico, ma non mi vede nessuno. Io verso le mie lacrime e non ho remore a farlo, non mi vergogno a dirlo. Il "male" c'è, è tra noi, lo viviamo sulla nostra pelle e sulla nostra psiche, ognuno pronto a viverlo come meglio può, ma come dissi l'altro giorno, non ci sono super eroi tra noi, ci sono uomini e donne che somatizzano e vivono vedendo e ascoltando tutto ciò che ci circonda. Quindi, abbiate pazienza voi che vi vestite di carattere, voi che guardate dall'alto in basso questo panorama desolante e deprimente. Voi che non avete creduto dall'inizio che potesse accadere e avete dovuto cominciare a contare i morti prima di dire: "Oh cazzo, ma sta succedendo davvero?". Ora siamo nel mezzo del dramma, cerchiamo ancora di tener duro e se arrivassero le lacrimucce per eccesso di emotività, non state a preoccuparvi più di tanto: sono legittime, sono naturali, dettate dal cuore e dall'anima che non si induriscono quando c'è da recepire tutto lo scibile che ci circonda in questo momento critico. Io lo faccio, lo ripeto e non mi vergogno. Anzi vi dirò come altri personaggi noti e importanti, coloro che dovrebbero dare buoni esempi perché ci sono tante persone che pendono dalle loro labbra, siano là a emozionarsi con gli occhi umidi per il pianto. Il mio sindaco di Bari, Nicola De Caro, si è emozionato molto l'altra sera e io con lui!
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