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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Cerco di immaginare coloro che lavorano, hanno i loro impegni negli uffici, negli stabilimenti, nelle agenzie varie, nei negozi, nei supermercati, insomma tutti quelli che ogni mattina, salutano la famiglia e si recano al lavoro, per poi rientrare a casa il tardo pomeriggio o a sera inoltrata. E' la vita normale, la scena quotidiana per un uomo e/o una donna che affrontano ogni giorno perché lavorano e se ci sono figli, c'è che uno dei due o tutti e due secondo gli orari, si fanno carico di accompagnare/riprendere figlio/i al nido, alla materna, alla scuola elementare. Una prassi consolidata, a meno che non possano contare su una baby sitter che si occupi dei bambini/ragazzi. Orbene, costretti a casa, riunita la famiglia per forze di cause maggiori i componenti sono costretti, se rispettosi delle ordinanze emesse, a rimanere in casa, ad avere molto più tempo di quanto nella loro vita abbiamo desiderato avere, per stare con moglie e figli, al di là del classico w.e. che solitamente, chi può, trascorre con la famiglia. Ormai sono passati diversi giorni da quando vige la ristrettezza sulla libera uscita, volenti o nolenti, a casa si deve stare tranne le lecite uscite per la spesa, per il cane da portare fuori o casi improvvisi e urgenti che obbligano alla...fuga da casa. So di gente che dopo la baldanza dei primi giorni, abbia cominciato a smaniare, ad annoiarsi, smette di giocare con i figli, spegne la tv dopo dieci minuti, toglie di mezzo i vecchi album di fotografie che ha sfogliato con curiosità, gironzola per le stanze aprendo i cassetti a caso ecc.ecc. Io e mia moglie siamo soli da cinque anni ormai, io esco poco, lei invece ha molti impegni e provvede a tutti i servizi e le commissioni. Non è un caso che la chiami "il mio 51%" in realtà è lei che porta la battuta in casa, decide, organizza, insomma una gioiosa macchina da guerra per cui io non possa lamentarmi. Quando lavoravo, anche se rientravo a pranzo, uscivo appena fatta la pennichella, pertanto, a casa per tutta la settimana ci stavo poco e i rapporti andavano alla grande! Lo so, non sono stato un gran marito premuroso demandando tutto a lei perché ero troppo preso dal mio lavoro, ma siamo andati avanti per 50 anni e la situazione non ha mai minato la nostra unione. Ma quelli di cui parlavo più su, stanno andando in crisi o no? Secondo me sì, improvvisamente cambiare ritmi e abitudini, crea problemi e la condizione di molti presumo di poterla sintetizzare così:
Anche io e il mio 51%, ormai abituati da un bel po' a questa vita in casa (io ci sto di più), abbiamo sopportato bene i primi giorni di prigione lecita e legittima, come fossimo tutti nella casa del "Grande Fratello" no vip, ma normal. Però io sono stato il primo a crollare: sta troppo tempo a casa, non esce, è obbligata a starci e quindi ho dovuto nominarla...per farla uscire! Nel confessionale ho dovuto motivare la mia scelta e sono stato breve: "tra noi due non c'è modo di relazionarsi!".
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