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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Abbiamo avuto, nel momento in cui il covid-19 ha raggiunto le punte massime sul grafico generale, le carceri italiane in pieno subbuglio: vuoi per la paura del virus che galoppava alla grande, vuoi per ansia e paura non avendo più la possibilità dei contatti familiari a scadenza prevista, certo è, c'è voluta la massima diplomazia per gestire veri e propri focolai pericolosi perché si cadesse in una rivolta senza precedenti. La situazione venne sbloccata dalla calma e dalla disponibilità verso i detenuti e quindi si pose fine con grande fatica, alla rivoluzione in quasi tutte le carceri italiane. Insomma, sulla scia di questa disperata forzatura e volendo dare un senso di sollievo a chi magari fosse detenuto per pene irrisorie e certamente non gravi, furono accordate scarcerazioni anche per alleggerire case circondariali in sovraccarico. Per la cronaca non c'è stata grande eco al caso e quasi in silenzio, molti sono tornati a casa e attenderebbero con i familiari, le definizioni per il loro status. Nel frattempo guarda caso, gli avvocati sempre pronti a muoversi al momento opportuno, hanno intravisto la possibilità di sfruttare a favore dei loro clienti, il decreto del governo "Cura Italia" del 17 marzo 2020. Infatti tra le tante misure previste, c'è una parte che riguarda i carcerati che rientrando in certi limiti, potevano godere della scarcerazione: circa 4000 detenuti. Orbene, a parte questi limiti, da circa una settimana ci si trova davanti ai relegati al 41 bis: carcere duro per condannati anche all'ergastolo o a molti anni da scontare ancora. Trattasi generalmente di boss mafiosi e non certamente in grado di poter godere vantaggi e piaceri molto ambiti. Pertanto siamo giunti alle polemiche e alle discussioni politiche: c'è chi ritiene che tutti, anche i più "dannati", possano ricevere clemenza a prescindere dalle colpe e dai reati, e c'è chi non accetta assolutamente che personaggi mafiosi siano autorizzati a lasciare il carcere nonostante le pene inflitte. Uno scontro senza quartiere e a partire dal Ministero della Giustizia e per finire ai partiti, il dibattito è vivo, accesso e verboso. Se si parla di personaggi come Michele Zagaria, Raffaele Cutolo e altri ancora molto importanti nella scacchiera mafiosa, allora qualcuno dovrà pur spiegare come si sia arrivati a tanto. Troppi perché infiammano questo dibattito e anche noi cittadini, così come tanti vittime di costoro, ci chiediamo come mai tanta tenerezza e disponibilità verso elementi notoriamente colpevoli di gravi reati. Giancarlo Caselli noto e importante ex magistrato impegnato sul fronte della mafia, è entrato nel merito del "problema d’onore". Hans Welzel, vecchio giurista tedesco, ebbe a scrivere in un suo saggio famoso "Personalità e senso di colpa", che non si risponde alla legge solo per ciò che si sia fatto, per quel delitto o quell'altro, ma anche per ciò che si sia nell'interezza della propria persona. Questa è una lezione che non si fa intaccare assolutamente dalla compassione, dalla benevolenza, dalle malattie incurabili. Nessun cedimento, nessuna bonaria decisione: "Gli "irriducibili" non pentiti, perciò assoggettati al 41 bis, restano convinti di appartenere a una sola categoria, quella appunto degli uomini d'onore". E se lo dice Giancarlo Caselli...
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