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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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C'è una terra di nessuno, un lembo di casa dove non c'è potestà, una terra di confine neutrale e non sottoposta al dominio di alcuna autorità! A casa mia, è esattamente il luogo impropriamente chiamato vestibolo! Un vano tra camera da letto e bagno, una sorta di spazio ibrido e libero, dove sono posti gli armadi dell'uno e dell'altra. La stanza dove si ferma chi non può entrare nel bagno, perché occupato dalla parte avversa: la zona franca, la sala d'attesa, l'ambiente di decantazione, il luogo deputato per le trattative e le condizioni di resa! Non possediamo grandi valori in casa, il nostro tesoro da salvaguardare è tutto nel suo "armadietto" a otto ante nel bagno. Una sorta di altare eretto alla bellezza, una testimonianza visibile e concreta di come una donna può e deve curare se stessa, il suo corpo, il suo...spirito! Il mio armadietto a mezza anta, invece, è una palese dimostrazione di come un uomo può abbruttirsi, lasciarsi andare, abbandonarsi all'implacabile tempo che vigliaccamente lo conduce per strade irreversibili e definitive. Non so esattamente cosa contenga il suo protetto pensile, so solo che per aprirlo ci vuole la combinazione che solo lei possiede. "Allora, Coco Chanel, che facciamo dobbiamo uscire o passiamo la serata in queste condizioni? E' mezz'ora che aspetto!". "Ancora due minuti buzzurro nostrano e sono pronta!". Nel frattempo, comincio a muovermi nel vestibolo per scegliere l'abbigliamento idoneo: "Dove andiamo? Te lo chiedo per decidere come vestirmi!". "Elegante, per favore, sii elegante perché andiamo dai miei amici!". Azz!!! "Scusa signora Valentino in Ferré, com'è che quando andiamo dai tuoi amici si va eleganti e quando si va dai miei...strettamente casual?". "Vuoi mettere loro con i miei? Classe, stile e bon ton, sono prerogative indiscutibili e inopinabili. Ci adeguiamo a loro. Tutto qui!". Ci adeguiamo? Cioè, io vado a far visita ai suoi amici: La famiglia Dupall, la famiglia Kesbuff, la famiglia Noians e mi devo mettere pure elegante? "Cara la mia Marzotto, posso sapere che hanno i miei amici? Cosa non possono condividere con i tuoi amici?". "Certo, è molto semplice caro il mio ganimede da strapazzo: la famiglia Kakkiengruppen, la famiglia Smiles e la famiglia Famoseduspaghi, la dicono lunga sulle differenze di ceto e di classe. Dai miei: tè, pasticcini e biscottini; dai burini (senza offesa ai burini) dei tuoi amici: salatini, arachidi salate, popcorn e fiumi di birra. Questo siete: tavolate, sgranocchiate, mangiate a ufo e ridere, tanto ridere per le solite e consuete cazzate che ormai vi raccontate puntualmente da oltre sessant'anni!". Il vestibolo: luogo di trattative, rese incondizionate e...sconfitte, amare sconfitte. Così fu che quella sera indossai elegante, molto elegante! Il vestibolo terra di nessuno e campo neutrale: ma quando mai?!?!?!?
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