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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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A Milano si trascina da anni un processo per violenza subita da una hostess e perpetrata in quel di Malpensa, da un dipendente dell'aeroporto, peraltro sindacalista operativo nel luogo. Per la seconda volta la Corte d'Appello ha respinto la richiesta della hostess, confermando la prima sentenza che non condannava l'uomo. In poche parole, grazie al codice penale che tiene in vita l'articolo nr.609 che cita: "Il reato di stupro è qualsiasi atto sessuale compiuto senza il consenso della donna, il cui dissenso è sempre presunto. L'onere di provare il consenso della donna all'atto sessuale, deve essere fornita dall'imputato. Attualmente l'attuale legge, unitamente a una giurisprudenza non specializzata, favorisce la vittimizzazione secondaria delle donne che denunciano e ciò è inaccettabile". Pertanto e in parole più povere, la sentenza insiste sul tempo che la donna abbia impiegato per respingere la violenza: esattamente 20 secondi! Ossia, se la donna, non reagisce, non protesta, non si divincola e non grida come una forsennata in quei fatidici 20 secondi, è fottuta...alla lettera! Torniamo indietro di oltre trent'anni, ovvero non è accaduto niente nel frattempo e siamo ancora qui occupati a discettare quanto impieghi una persona per sottrarsi a uno stupro! L'avvocato della hostess non molla e dopo la seconda sentenza affronterà ancora la Cassazione...la speranza è dura a morire!
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