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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Ci sono un italiano, tre giudici, un parcometro e un tentato furto di 1,10 euro. Come dice signora Clotilde?...Ah, vuol sapere se mi accingo a raccontare una barzelletta? Sarò sincero, le sembrerà una barzelletta ma in realtà, è una storia vera accaduta nel nostro paese e per la sua dinamica, dovrebbe far ridere (con qualche lacrima) i lettori. L'italiano, un cinquantatreenne, era accusato di aver rubato da un parcometro, 1,10 euro e per tale reato, ha dovuto affrontare un processo...che non avrebbe dovuto mai iniziare, ossia, è stato solo un tentato furto e nessuna querela dalla parte lesa. Quindi, il primo processo l'ha affrontato senza alcuna ragione, ed è stato condannato. In appello (secondo giudice) si è giunti anche se si trattava di un "tentativo" di furto, doveva comunque rispondere di tale atto, proprio perché a danno di un bene destinato al servizio pubblico. Alla fine, giunti in Cassazione, la storia si è risolta al meglio: l'imputato è stato assolto e liberato da ogni incombenza. Pertanto: un tentato furto, mancanza di querela e un atto contro un bene utile al servizio pubblico, non sono bastati a "notare" e quindi a "discutere" che stavano parlando di...1,10 euro!!! Nessuno durante i primi due processi ha considerato la somma (sic) irrisoria e insignificante. Ora per concludere, vi fornisco la battuta finale, quella che, dopo le lacrime, vi farà ridere: tutto questo "ambaradan" è durato esattamente nove anni! Avete letto bene: nove anni di iter processuale per i tre gradi di giudizio, e solo per 1,10 euro...mai rubati. W l'Italia!
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