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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 28/02/2017
Saprete tutti dell'ingresso di un massiccio malvivente in casa del mitico Roby Facchinetti: un tentativo di furto domenica mattina, con gente in casa tra cui anche bambini. Un caso eclatante come ne accadono tanti in questo paese ormai alla deriva come un rottame di una vecchia carcassa. Oltre il tentativo andato a vuoto, l'omaccione ha picchiato selvaggiamente il genero di Roby creando spavento, pianto e grida per l'efferatezza del suo gesto. Grazie a Dio è corso via subito, ed è rimasta grande desolazione e terrore, ma niente di più grave. Ho raccontato il fatto di cronaca ma mi interessa di più ciò che DJ Francesco, assente in quei momenti drammatici, sulla sua pagina Facebook: "Sto uscendo per andare a comprarmi un arsenale, il primo che scopro in casa, io sparo!". Sono parole forti, che espresse a caldo avrebbero anche una giustificazione: capisco il buon Francesco e il suo stato emotivo; ha raccontato la storia con tutti i dettagli sulla sua pagina e i toni erano ovviamente accesi e verbosi. Non ci sta, come non ci starebbe nessuno di noi a sopportare questo tipo di esperienza in casa, violato nella propria intimità. Ma nonostante la mia condivisone per la forte e dura esperienza emotiva vissuta nel raccontarla, richiamerei l'attenzione del giovane e sanguigno figlio di Roby, perché munirsi di un arsenale per vie legittime, non è poi così facile e anche se lo fosse, caro ragazzo, che faresti? Vuoi fare una strage? Sappiamo tutti e anche tu dovresti che da noi non funziona così, non abbiamo poi questa grande disponibilità di difenderci in casa nostra, nonostante sia...casa nostra. Certo, in linea generale, siamo gli aggrediti e il minimo che si possa fare, è difendersi avendone capacità e mezzi. Tu ti sei procurato i mezzi (le armi) ma sappi che non usciresti con le ossa sane. La legge, la nostra legge non vale come la legge dei malviventi: loro non hanno da perdere nulla a parte la vita, tu avresti da perdere tutto in dignità, in libertà, negli affetti e nel futuro. Rimarresti segnato dentro l'anima; certo, avresti ragioni da vendere, ma sai quanti abbiano passato brutti quarti d'ora, usando un arma in casa e per legittima difesa? Allora, purtroppo, devo invitarti alla calma, capisco che nel pieno della rabbia, tu abbia avuto l'istinto omicida per questa gentaglia, ma nessuno può vantare un poliziotto accanto per ogni situazione, lo stato come tu chiedi, non può proteggerci singolarmente come pretendi, siamo ostaggi della malagiustizia, del garantismo sfrenato che regola le nostre istituzioni e la nostra giustizia. E ' vero, facile per me parlare così di un grave attacco all'intimità della gente perché non ho vissuto personalmente la vicenda, però almeno in questo momento, io sono calmo per riflettere e spero tu ti sia calmato per rivedere le tue posizioni ed evitare di fare sciocchezze. Per ora funziona così in Italia e quando potremo godere di una giustizia "giusta e certa", allora si potrà parlare di legittima difesa. Oggi non è possibile perché rischioso.
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Voi donne ponetevi una domanda: "Andreste mai in tv per raccontare in una intervista, come una vostra sorella sia stata selvaggiamente e brutalmente menata da vostro padre in un recente passato?". Una ragazza non ancora maggiorenne che picchiata l'estate scorsa dal papà, abbia subito lesioni gravi tali da costringerla alla fuga lontano da casa, è una notizia che una sorella della malcapitata andrebbe mai a raccontare solo perché il padre in questione sia Cristiano D'Andrè? Allora, giusto per capirci, è la notizia in se che faccia sensazione oppure chi la riferisce abbia la necessità di raccontarla per motivi che non siano poi tanto peregrini? Sta diventando una moda sempre più diffusa tanto che la Barbara D'Urso che detiene l'imprimatur a tutti gli effetti, non ha più bisogno di andare a cercarsi i personaggi inclini al racconto becero e inutile. Ormai, si studiano tutti gli escamotage per porsi in assoluta evidenza. Francesca De Andrè, nipote del mitico Fabrizio e figlia distaccata da molti anni dalla famiglia di Cristiano suo papà, non ha trovato di meglio che andare a raccontare l'episodio della sorella Alice diciassettenne, in TV. Che il padre non sia un genitore esemplare credo si sappia proprio a causa di certe inopportune intemperanze, però denunciare in ritardo il cattivo e penoso episodio, mi è sembrato fine a se stesso. La Francesca, ha partecipato alla "Isola dei Famosi" nel 2011, una vita lontana da casa giovanissima per cercare fortuna e posizione a Milano. Modella e aspirante star, non ha ancora fatto il boom, insiste fino a quando non avrà avuto le sue occasioni. Evidentemente avvertendo l'inesorabile passar degli anni, sente che abbia bisogno di buone occasioni per mantenere vive le speranze ed entrare a pieno titolo nel mondo dello showbitz. La D'Urso le ha offerto una possibilità, alla sua nota mostra del dolore e del piagnisteo, del racconto becero senza scopi e senza precise documentazioni, c'è sempre una grande esibizione per un pubblico appassionato.Un racconto che la stessa Barbara, ha voluto che fosse comprovato per non trovarsi in difficoltà un domani. Insomma, questa è ancora una prova indissolubile di quanto il livello sia sempre più basso: una starlette senza pace, un posto al sole e una famiglia che a parte i nonni, Fabrizio e Dori Ghezzi, non ha mai trovato pace. Essere sulla cresta dell'onda è poi così importante?
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