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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 21/04/2017
Mi permetto giocare in casa e parlarvi della mia città. A Bari, Via Sparano resta, senza ombra di dubbio, la via centrale più importante della nostra città: attraversa il famoso quadrilatero murattiano in linea retta partendo dalla stazione centrale e finendo su Corso Vittorio Emanuele. Una strada lunghissima vanto della nostra economia e luogo di ritrovo in centro per passeggiare (le famose vasche da fare su e giù) e centro popolato da uffici, banche, attività professionali e commerciali; tanto commercio con negozi elegantissimi e la presenza delle griffes più importanti del mondo. Oggi dopo tanti anni, via Sparano ha subito un restyling necessario e importante, un rinnovo di facciata: pavimentazione stradale rifatta, marciapiedi tutti cambiati e portarti a livello stradale, ancora più pedonale rispetto al passato e finalmente, hanno installato le famose panchine che tanti abbiano chiesto per intrattenersi e sedersi per riposare durante lo shopping e/o le passeggiate. Ebbene, puntualmente, come accade sempre quando vi sia un ripristino, una ricollocazione e un rinnovamento, la polemica doveva pur scattare, accade in tutte le città, e quindi perché non prendersela con le panchine molto dubbie sia per stile che per costituzione geometrica? Eccola qua, ideata presumo da un architetto visto che non posso immaginare altri che passino il tempo per farsi venire in mente qualcosa per poi stilizzarla e disegnarla dopo anni e anni di università, con gusto e originalità. Ditemi, non vi sembra una cassa da morto? No? Ebbene, date un occhiata qua e fatemi sapere la vostra pregiata opinione, non vorrei che a Bari, qualcuno debba cambiare pusher prima di mettersi al lavoro.
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La legge detta "Anticorruzione", in vigore da un anno circa, è un nuovo codice degli appalti teso a combattere la malavitosa contrattazione tra politici, burocrati e imprese per accaparrarsi appalti pubblici a botte di mazzette e regali. Purtroppo, ha subito un piccolo taglio, una modifica nella sua stesura: furtivamente e senza alcun risalto, senza passare dal Parlamento (almeno per ora), è sparito il comma 2 della art.211 che conferiva speciali poteri a Raffaele Cantone presidente della ANAC "Autorità Nazionale Anti Corruzione". Sappiamo il lavoro svolto dal Magistrato, i grossi risultati ottenuti, magari avrebbe potuto fare di più visti i traffici sottobanco e corruttivi che ancora macchiano il nostro paese; tuttavia come tutte le leggi italiane ricche di virgole, parentesi, e frasi da interpretare, il nostro Cantone si è mosso con cautela e professionalità e aveva solo da continuare questo suo buon lavoro. Ebbene, il consiglio dei ministri, senza scomporsi più di tanto, ha provveduto a modificare questa legge e in particolare, ha manomesso il comma 2: è esattamente il comma che riguardava Cantone; ovvero, eliminando il comma è stato ridimensionato significativamente il compito e il raggio d'azione del presidente della "ANAC". Poiché è risoluzione del consiglio, qualcuno avrà pur firmato l'atto sul quale si sia discusso e poi accettato da tutto il consiglio...o no? Non si può sapere nome e cognome del/dei firmatari? Chi sta remando contro? A chi ha dato fastidio Cantone? Perché mettere mano ad una delle poche cose buone fatta in Italia? Sono domande sorte un po' dappertutto, se pensavano che non se accorgesse nessuno, si sono sbagliati. Hanno scavalcato il Parlamento e si dovrà dar conto, ora viene ridimensionato il lavoro di Cantone e si dovrà dare risposte esaurienti. I cittadini come molti politici, si sono già scatenati, vogliono capire perché si punti a delegittimare chi potrebbe fare qualcosa contro il dilagare notorio e compulsivo della nostra corruzione. Insomma un blitz vero e proprio che resta anonimo e speriamo per poco ancora: i nomi e i cognomi vogliamo e non come al solito per ogni cosa che accada in Italia: "Non sono stato io, è stato il signor Scaricabarile!".
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