|
Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, come prevede la normativa n.62 del 2001. Alcune foto di questo blog e del relativo profilo e/o sito sono state reperite sul web. Ove fosse stato violato il diritto di copyright, prego i proprietari di darmene avviso, per la relativa rimozione. Ogni testo e foto di mia proprietà non possono essere copiati o riprodotti, senza mia autorizzazione, ai sensi della normativa n.29 del 2001.
Menu
Chi può scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Messaggi del 15/05/2017
Un caso singolare quello accaduto in seno alla scuola media di Supersano (LE). Fornendo le pagelle del primo quadrimestre, stranamente alla voce "voto in condotta", non appare un valore numerico dall'uno al dieci, ma un breve quanto sbrigativo giudizio comportamentale sul titolare della pagella. Il caso è unico in Italia, molti sono sorpresi per la decisione e tanti non l'hanno mandata giù. Il decreto nr.122 del 2009 firmato dal Presidente della Repubblica, parla chiaro in proposito, affermando quali siano i criteri di valutazione che vanno espressi in numeri da uno a dieci. La dirigente scolastica dell'Istituto al contrario, intende avvalersi da quanto stabilito dalle politiche scolastiche applicate in piena autonomia, laddove il voto di condotta viene stabilito con un giudizio sull'alunno. Un altro pasticcio all'italiana? Un caso che potrà creare un pericoloso precedente? Ma alla fine, cambia qualcosa? Tra voto e giudizio, potrebbe esserci una significativa differenza? Io penso che la brevità, il secco numero sia esaustivo e non crei alcun dubbio sull'effettivo merito del soggetto. Un giudizio scritto, come spesso accada in Italia dove siamo maestri nella scrittura ambigua e farraginosa, magari per capirne il senso ci vorrà un...interprete. Meglio un numero: non ci saranno mai dubbi!
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Da ragazzo, una delle prime lezioni politiche che imparai, fu che non potevo lamentarmi dei marciapiedi sconnessi e disastrati della mia città, senza evitare di fare politica contro la parte che in quel momento amministrasse la città. Nessuno tuttavia, coglieva la mia osservazione con astio premeditato e polemica gratuita. Oggi, viviamo un momento particolarmente infelice per la politica: ogni istante, ogni frase, ogni piccata considerazione, da chiunque venga espressa, è motivo di vivisezione, analisi dettagliata di ogni parola, verbo, avverbio, punteggiatura e tutto ciò che si possa estrapolare per mettere sotto la lente d'ingrandimento, vagliare e cercare il minimo appiglio per puntare il dito su chi abbia espresso la frase o il pensiero personale. Una battaglia che nel giro di pochi anni si è rivelata una guerra vera e propria per colpire l'avversario politico, il nemico da abbattere. Il caso della Serracchiani (PD), tra gli ultimi in ordine di tempo, ha sollevato un polverone indicibile, costituendo due correnti di pensiero: Mieli e Sgarbi a favore della nota pidiessina e Saviano acerrimo contestatore della frase pronunciata: "La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro paese". Apriti cielo, da più parti bordate del genere: "La violenza, lo stupro non hanno categorie di appartenenza, essi sono tali sempre e comunque, anche quando cambia la pelle o l'etnia del violentatore". Su questo tema e sulla voluta e spregiudicata valutazione, si è scatenata la verbosa e furiosa polemica. Addirittura, per fare sarcasmo sprecato, una parte della estrema destra vorrebbe arruolare la Serracchiani per la posizione presa contro migranti o presunti tali. Siamo alle farse, mi spiace solo per Saviano che ormai vaga come anima in pena da un posto all'altro, da un canale TV all'altro per dire le sue ovvie caxxate. Il dettaglio peculiare è che con il suo inutile peregrinare, noi gli paghiamo la scorta da un bel po' di tempo. L'altra è la Boldrini che abbia avuto da eccepire sulla frase. Allora vi invito a rileggere attentamente la frase imputata e virgolettata e ditemi se vi siano gli estremi per mettere su una bella polemica e/o spostare la Serracchiani all'estrema destra vista la sua supposta avversione per i clandestini e gli emigrati. Sfugge l'accento posto no per il colore della pelle e della condizione, lo stupro è senz'altro un gesto odioso, esecrabile da parte di chiunque lo eserciti; ciò che non si è voluto cogliere è la constatazione di fatto che una persona accolta, accettata, assistita, raccolta in condizioni disperate, trattata con rispetto e solidarietà, tradisca la fiducia del paese e dei suoi abitanti perpetrando un stupro. Un tradimento inaccettabile, un venir meno alla stretta di mano data mentre veniva tratto a bordo di un nave che lo porterà verso la terra ferma e la probabile libertà. Un bianco, un italiano che stupra merita il peso della colpa e la giusta pena, l'extra comunitario che stupra merita la pari punizione e lo stesso giudizio, fermo restando l'aggravante del tradimento, del disprezzo verso chi lo abbia accolto e aiutato. Questo secondo me il vero senso della frase e sono d'accordo con chiunque lo abbia compreso e condiviso. Altri, che al contrario sono in disaccordo, manifestano chiaramente la prevenzione e l'assoluta cattiva fede. La smettessero di fare discussioni inutili, facciano la vera politica, è quella che ci serve è quella di cui abbiamo veramente molto bisogno.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |