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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 25/05/2017
Ebbi modo tempo fa, di sottolineare come l’assunzione di venti nuovi direttori destinati ai maggiori e più importanti musei e/o siti d'arte italiani, avesse procurato nel giro di un paio di anni, buoni risultati per efficienza e per produttività dei luoghi a loro assegnati. Nel ricordarvi che dei venti vincitori del bando, cinque di essi erano stranieri, evidenziai in particolare i grandi progressi rilevati in senso alla Reggia di Caserta affidata ad un italiano e il forte impulso dato agli Uffizi di Firenze dal nuovo direttore Eike Schimdt: risultati commentati con ampia soddisfazione dal ministro Franceschini che si augurava fosse un buon viatico per il futuro di tutti i nostri musei e i nostri siti artistici e archeologici. Beh, ci dicemmo, finalmente qualcosa si muove tra tanto immobilismo e novità promettenti per turismo e cultura che sono priorità essenziali per noi italiani. Finito qui? No, assolutamente no, ci ha pensato la burocrazia e quella paurosa macchina del TAR a buttare a mare metà del lavoro fatto: i cinque stranieri devono lasciare l’incarico perché non spettavano a loro quei posti! Franceschini, ha mestamente replicato: "Io sono un avvocato ed un uomo politico con una certa esperienza quindi so bene che le sentenze vanno contrastate nelle sedi proprie giurisdizionali e vanno rispettate. Detto questo mi chiedo che figura faccia il nostro Paese di fronte al resto del mondo. La riforma dei musei italiani, la selezione internazionale per i direttori pubblicata sull'Economist ha fatto discutere il mondo della cultura, ha avuto appezzamenti in tutto il mondo ed è originata da una norma di legge del cosiddetto decreto art bonus che ha individuato questa procedura particolare per i direttori dei musei". Il Tar del Lazio, alla presentazione di ricorso da parte di esclusi alla assegnazione, ha annulla le nomine di 5 direttori. Il bando del concorso non indicava esplicitamente che potessero accedere anche cittadini di nazionalità europea, inoltre, stando alla lettura del dispositivo pare che: ”a rafforzare la sostenuta illegittimità della prova orale, la circostanza che questa ultima si sia svolta a porte chiuse", mentre in altri punti si parla di criteri magmatici nella valutazione dei candidati. Questo non è solo un paese di anziani, è un paese vecchio nelle leggi, regole e norme che regolano le istituzioni. Che tristezza, che mestizia, che amarezza. Chissà come andrà finire la gag….da cabaret! Forse non era solo il Cnel che si doveva e poteva abolire.
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E' una strana combinazione, un segno del destino o un segnale che andrebbe approfondito seriamente? In questi giorni dedicati alla memoria imperitura dei due mitici eroi Falcone e Borsellino, siamo a registrare un omicidio di stampo mafioso a Palermo dove il boss Dainotti è stato falciato a colpi d'armi da fuoco mentre era in bici: uscito dal carcere, la sua morte era annunciata da tempo. Ancora sempre per "caso", a Castello di Cisterna (NA) hanno arrestato un ragazzo sedicenne accusato della morte di altri due ragazzi a Melito nel mese di giugno 2016. Due gravi episodi di stampo mafioso/camorristico. Cambiano i nomi, le etichettature, ma in buona sostanza, siamo a parlare di gente che vive e anima quel "sottobosco" criminale e fuorilegge dove il dio danaro la fa da padrone. L'adulto Dainotti è morto per una vendetta prevista e messa nel conto, mentre l'arresto del "baby boss" è avvenuto per una ragione molto semplice: ha ammazzato per dare una severa lezione a chi in seno ad una gruppo importante di famiglie mafiose, abbia trasgredito agli ordini prendendo iniziative non autorizzate. Beh, c'è da rabbrividire, c'è da rimanere basiti: un quindicenne che pilotato e manipolato da maggiorenni, procede per dare una lezione molto esemplare ammazzando a sangue freddo due "colleghi". I due, della lezione ricevuta non se ne serviranno, mentre chi opera e vive ancora, sappia chiaramente cosa abbia voluto dire il giovane assassino: "Non c'è trippa per gatti, non c'è scampo per chi osasse rifiutare ordini e regole, norme e cupola mafiosa". Ecco, il ragazzo dopo circa un anno dal delitto, è stato arrestato e portato al centro di accoglienza poiché sotto i 18 anni. Resta un "personaggio e un mito", un esempio per i giovani delinquenti, sono i più pericolosi perché hanno solo un valore da rispettare: il clan di appartenenza. E poi, non sono i vecchi mafiosi e gli anziani camorristi a preoccupare, sono i giovanissimi, i ragazzi che dappertutto si cerca di recuperare nei quartieri degradati, dove esiste solo la legge dei mafiosi. Lavorare su di loro è il segnale che deve venire dalle celebrazioni e dalle commemorazioni degli umili servitori della legge: Falcone e Borsellino. Se potessero parlare e indicare le vie da percorrere oggi, rifiuterebbero le celebrazioni protocollari per sostenere il lavoro da fare (ed è tanto) nelle zone che sappiamo tutti: i quartieri delle città dove si nasce e si cresce in quel brodo di cultura che sono mafia, camorra e 'ndrangheta.
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