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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 12/11/2017
A proposito di code inutili affrontate per motivi ameni e/o per "impossessarsi" di uno smartphone così come vi ho raccontato nel post precedente, vi confesso che ieri sera ero a Milano ed essendo libero per il cazzeggio in centro, ho voluto fare un'esperienza nuova. Non ho mai fatto code in vita mia che non fossero necessarie e inevitabili: posta, banche, ospedali, ambulatori medici, uffici della pubblica amministrazione. Ieri sera la ghiotta occasione non ho saputo rifiutarla: io e mia moglie eravamo in Corso Vittorio Emanuele nei pressi del negozio Yamamay che come ben sapete tratta intimo femminile. Abbiamo notato un crocchio di persone che si agitavano davanti all'ingresso e incuriositi abbiamo chiesto: "Scusate, è accaduto qualcosa?". Concitata e fuori dalla ragione, quasi con le lacrime agli occhi, una giovanissima ragazza: "Coooome? C'è Chiara Ferrangi dentro, è disponibile per tutti noi, ci concede un selfie se avremo la pazienza di attendere il nostro turno!". Erano trecento (circa), erano giovani e forti ed erano in visibilio per quello che sarebbe accaduto. Ho deciso su due piedi, non ho avuto esitazioni: "Amo' fatti un giro per negozi, io resto qua, voglio provare anch'io l'ebrezza della...coda inutile". Mi ha guardato con un certo disgusto, mi ha fulminato con lo sguardo e mi ha detto: "Va dove ti porta il cuore Auricchio che non sei altro!". Detto fatto, lei è andata per vetrine (ho sperato) e io ho guadagnato la posizione nella fila. "Scusi? Che fa spinge? E poi, alla sua età, le interessa tanto la Ferragni?". Sono arrossito mentre la signorina in coda mi redarguiva: "Beh, francamente vorrei entrare per comprare un reggiseno...". La scusa ha funzionato e cosi, tra una spintarella e l'altra, ho partecipato alla grande kermesse per fare un selfie con l'importante blogger con tutti i suoi titoli e meriti. Ad un tratto, mentre era vicino a me una signora elegante e non troppo giovane, le ho rivolto un sorriso dei migliori e le ho chiesto: "Lei è qui per Fedez?". Se lo sguardo avesse potuto uccidere, sarei rimasto fulminato: "No! Sono qui per la Chiara...lui non c'è!". Non ho potuto far altro che esclamare un discreto: "Pardon!". Beh, ho tenuto duro per un ora e un quarto, guadagnavamo centimetri poco alla volta e la strada da percorrere era ancora troppo lunga. Ho sbirciato all'interno, troppa confusione, ma sono risuscito a vederla di straforo: sorridente e felice, stava promozionando un capo intimo disegnato da lei per Yamamay. Le ragazze e solo qualche maschietto, facevano a gomitate per accostarsi a lei e scattare selfie. Ho girato i tacchi e ho accennato all'uscita dalla fila: "Beh??? Che fa rinuncia?...." La signora mi aveva preso di mira e mi teneva d'occhio: "Ehm...veramente devo andare, mia moglie mi aspetta e non vorrei tardare...". In quel momento poco distante da noi: "Ma no, sono qui, resta pure caro, io intanto aspetto e faccio un altro giretto...". No, ho mollato tutto, ho salutato la signora e mi sono diretto subito verso mia moglie. Perché? Perché mentre mi diceva di restare, agitava paurosamente la sua carta di credito! Code per un selfie? No, grazie preferisco...vivere!
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Sapete che il 3 novembre scorso sia stato il giorno fatidico per l'entrata ufficiale sul mercato dello smartphone Apple X. Un orpello che in tanti volevano avere: prenotato a tempo debito, per possederlo, hanno fatto la fila davanti ai negozi con la classica insegna della mela morsa. Un aggeggio che costa 1.100/1.300 euro era la meta finale e la follia della gente a volte non la si comprende per queste strampalate scelte: non solo per la somma, ma anche per le code lunghissime affrontate a partire dalla sera prima. Passare una nottata all'addiaccio per uno smartphone credetemi, mi fa star male solo a pensarci. Dunque, stante questa situazione, a New York v'è stato un vero e proprio assalto poiché i punti vendita della Apple sono tanti e le code si sono subito create davanti a tutti i negozi, nessuno escluso. Quando si dice cecità metropolitana e immedesimazione nel problema, gli effetti nocivi sono tali che una riflessione pacata e profonda sia necessaria per tutti. Come vedete dalla foto, sulla 23 strada in quel di NYC, davanti all'ingresso del centro Apple, si è creata subito la coda per giungere al tanto sospirato Apple X. Avete visto bene la classica vetrata che contraddistingue i negozi della mela morsa? Ebbene, quella vetrata altro non è che un bel, grande, vano ascensore su cui un gruppo di burloni si è divertito a inscenare uno dei più grandi scherzi possibili e immaginabili: hanno approntato l'insegna, l'ingresso, preparato il personale con le divise ufficiali e alcuni finti giornalisti per accogliere i potenziali clienti. Infine una cinquantina di amici reclutati per lo scherzo, hanno cominciato a stare in fila facendo finta di attendere l'apertura del negozio. Beh, nel giro di pochi minuti si sono accodate tantissime altre persone e tutte convinte di poter entrare nel...vano esterno di un comunissimo ascensore. Appena entrati i primi della fila, hanno subito capito che si trattasse di uno scherzo ma si sono divertiti all'idea suggerita dagli organizzatori, tanto che sono usciti dal "negozio" come se avessero acquistato: infatti erano tutti forniti di buste della Apple. Raga' uno scherzo divertentissimo e ben riuscito, ognuno ha fatto la sua parte e tutti si sono trovati immersi in un clima surreale e spensierato. Che dire? Stupidi? Sciocchi? Distratti? Poco attenti perché presi dalla fregola del possesso? Non so, ma se siamo arrivati a questo, una ragione ci sarà, o no? Posseduti dal demonio del consumo e tanto presi da non accorgersi di essere caduti in una trappola pazzesca: ascensore scambiato per un negozio e fila per un iPhone X? Cosa c'è di meglio nella vita?
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