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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 11/02/2018
Passato il ciclone Sanremo, torniamo alla quotidianità e non scordiamoci del Carnevale: mancano tre giorni e poi sarà quaresima. E se dobbiamo parlare del momento più pirotecnico, più colorato e più movimentato dei festeggiamenti mascherati, non possiamo dimenticare che ieri è partita la prima delle quattro giornate che Rio de Janeiro santifica sull'altare del carnevale. Un tripudio di suoni, ballerini e carri allegorici che hanno aperto ufficialmente le gare tra le varie scuole di ballo della città. "Rei Momo" la divinità suprema del Carnevale brasiliano, ha personalmente aperto le grandi manovre. Pensate, si prevedono 1 milione e mezzo di turisti, una bolgia incredibili dove tutti sono coinvolti nella più grande e movimentata festa del Carnevale mondiale. Una città blindata Rio, con 17 mila poliziotti per garantire tranquillità a tutti...si spera. La festa ad oltranza è quindi iniziata e chi c'è...c'è!!!! Io non ci sono mai stato e a sentire chi ha visto questi festosi cortei, racconta di spettacoli unici ed esclusivi.
E voi? No dico, voi avreste voglia almeno una volta, di far parte di questa contagiosa allegria?
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L’unica regola istituzionale di questo Sanremo, è stata quella di fornire i nomi di chi abbia vinto. E io per mandato personale, per passione critica e per doveroso senso di cronaca, provvedo elencandovi i i vincitori: nella categoria giovani il primo è stato...Ultimo, mentre nella categoria dei big, come previsto e quindi senza sorprese, Ermal Meta/Fabrizio Moro, Lo Stato Sociale e Annalisa. In realtà molti premi specifici e dedicati sono stati assegnati un po' in giro. Per cui, tutti contenti e felici, nessuna contestazione e alla fine, possiamo dire che quest'anno abbia vinto ...Sanremo. A proposito come sono cambiati i tempi: prima nel campo artistico, per dare del big ad un professionista, ci voleva una gavetta forzata e un percorso irto e difficoltoso. Oggi basta frequentare un “The Voice”, un “X Factor” o uno dei tantissimi programmi “copia e incolla” che sono in giro su decine e decine di tv e sei, anche se non vinci il concorso, un big. Quest’anno non so come e non so perché, l’istinto mi ha suggerito di seguire il festival: tutte le sere davanti alla TV e con la voglia di farlo. Ho mollato il festival sempre tra mezzanotte e mezzo e l’una perché crollavo, ma non mi sono perso granché. E già in fondo cosa potevo perdermi? Non c’era gara tra i big, solo per i giovani e alla fine tutti in finale con un solo nome vittorioso. Ecco, quest’anno ha vinto Sanremo, ha vinto l’iniezione coraggiosa voluta dalla RAI che ha puntato su nomi insospettabili sia per la direzione artistica, sia per presentare le serate. Baglioni ha sorpreso tutti, non c’è ombra di dubbio: la sua visione del festival è stata meno istituzionale di chi lo abbia preceduto nel tempo: spogliati dalla pesante veste di una gara seria e internazionale (Eurovisione per tutte le serate), Baglioni e i due sciagurati compagni di viaggio, hanno portato Sanremo su un elevato standard, senza pesi, fardelli e orpelli inutili. Comportamenti, frasi, parole e battute tutte in libera uscita, nessuna remora, li abbiamo visti e sentiti i nostri tre: Baglioni, Favino e Hunziker, bravi belli e capaci. Certo Claudio doveva essere attento ai movimenti bruschi per non perdere pezzi della faccia, Michelle ha rischiato molto poiché avrebbe potuto slogarsi una mascella o una ascella per le risate congenite stampate sul viso e le braccia sempre in movimento anche quando stava…ferma. Savino invece, il mattacchione furbo, subdolo e pronto a paraculare tutto e tutti, ha molto affascinato le signore: un uomo per tutte le stagioni. Beh, io mi sono divertito, ho apprezzato il cambio epocale e spettacolare, ho notato che salvo rarissimi casi, si sia sempre cantato in lingua italiana e anche gli stranieri ci hanno ubbidito, oltre ad essere pochissimi rispetto al passato: italiano è bello e Baglioni l'ha dimostrato! Infine, sarà stato anche un festival somigliante ad un concerto live di Claudio, ma nessuno si è mai lamentato. Baglioni nel tempo o si ama, o si odia. E da cinquanta anni, mai nessuno l’ha odiato.
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