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Messaggi del 04/09/2019

TWITTER? PESTE E CORNA

Post n°3320 pubblicato il 04 Settembre 2019 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

Partimmo tutti eccitati quando cominciammo ad entrare nel "villaggio globale e virtuale" della rete: per tutti fu una corsa e una scoperta fantastica, ci avevano avvertito che avremmo potuto navigare stando comodamente seduti in poltrona a casa e avventurarci ovunque, dappertutto, negli anfratti  più disparati del modo globale. Il tempo è passato, internet e migliorato offrendo sempre più prestazioni digitali e tecnologiche che ci hanno lasciato basiti  per le ampie possibilità riservateci. Siamo tanto presi che pochi si sono interrogati, solo i più attenti hanno cercato di entrare nei meriti dei social, delle vaste applicazioni e dei sistemi avanzati che ci mettono in condizione di agire con PC e Iphone.  Il famoso "villaggio" si è dissolto, scomparso e svuotato: le tribù sono espatriate, sono affluite perché distratte da sirene che cantavano altrove, verso lidi dove vivono e prolificano alla carlona (mi chiamo in causa). Oggi c'è un solo social che con fare preponderante gestisce tutto ciò che sia la base mondiale delle società di tutto il mondo. Con un twitter si possono gestire finanza, affari e politica. Tre pilastri che servono per mantenere in vita nazioni e popolazioni a prescindere dalla volontà popolare. Ecco dove ci siamo distratti, ecco  come non abbiamo tenuto conto degli sviluppi di questi dieci anni: in principio erano i "what's up", i blog e i vari social dove tutto filava in un certo modo senza scossoni e tra il divertimento e la realtà, andavamo tutti allo "scambio" sociale di notizie e informazioni. Twitter in particolare, con l'avvento di Trump alla presidenza degli USA, ci ha fottuto alla grande perché è entrata dolcemente per divenire, nel giro di pochissimo tempo, un'arma micidiale nelle mani di chi lo gestisce. Ho citato Trump quale grande fruitore del rapidissimo sistema per fare politica: lui twitta ciò che gli pare e ciò che gli interessa e tutte le sue sponde che lo sorreggono per incarico o grazia ricevuta, riportano e allargano i messaggi alle masse estese. In pochi minuti tutti leggono Trump, direttamente o indirettamente, e tutti sono pronti a seguirlo in capo al mondo. Lo stesso è accaduto alle squadre molto folte di Salvini e Di Maio: partono i twitter dei due cialtroni e via, la politica buona, è bella che fatta!  I primi saranno gli ultimi disse qualcuno, spero che questi tre antesignani capaci di divulgare solo fake e manomissioni, tornino presto al punto di partenza: qualcuno finalmente ha cominciato a capire come funziona il perfido giocattolo e sta aprendo gli occhi finalmente. Il morbillo era stato debellato in Italia, sono partiti i no vax e hanno creato il problema delle vaccinazioni. Leggevamo tanto a loro favore, ma nessuno leggeva chi li smentiva. I cattivi anche se in minoranza, erano più potenti dei buoni: i loro twitter erano molti di più e via quindi con un credito immane, hanno saputo raccogliere. Hanno vinto i posti al governo con 'ste cazzate, si sono create schiere di creduloni e di selfisti sulla disciplina dei twitter. La storia di Bibbiano ha le stesse radici, tutti al lavoro per screditare la parte politica avversa: insinuazioni, fake, e tutti a parlare di caso unico nel nostro paese. Eppure tutto è nelle mani della Magistratura e quindi c'è chi lavora sul caso senza bisogno che si soffiasse sul fuoco per renderlo sempre più vivo. Abbiamo vissuto su un antisistema facile da gestire e difficile da smascherare nella misura in cui chi segue, è di parte e quindi crede ciecamente se viene scritto con un twitter, che gli asini volino. Ormai siamo alla fine (lo spero tanto) del grosso handicap twittariano, si inventeranno altro sicuramente e c'è solo da prestare attenzione, essere prudenti e capire come vadano le cose. I fatti dimostrano ampiamente come chi abbia saputo fare con la rete, si sia guadagnato un posto al sole. Hanno comandato minoranze intolleranti fino ora, passiamo ad hastag diversi e costruttivi: #siamoseri, oppure #smettiamo di ridere. Riconosciamo che se non ci saranno regole ferree e severe non arriveremo mai a niente di buono in questo paese. Riflettiamo.

 
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