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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 27/01/2020
Caso o destino tragico? Una strana coincidenza ha contraddistinto due avvenimenti avvenuti ad Alessandria, a distanza di un giorno l'uno dall'altro. Consiglio Comunale di Alessandria, il consigliere di maggioranza di Forza Italia, nonché presidente della Commissione Cultura, Carmine Passalacqua (ma è di origini meridionali?), in un suo intervento si chiedeva e domandava all'assemblea, se fosse opportuno continuare a raccogliere fondi per la struttura cittadina "Il Gelso", che opera come "hospice" nella città piemontese. In poche parole e sintetizzando il suo elevato pensiero, il suo intervento è stato questo: "Perché dare soldi all'hospice che aiuta i malati terminali? In fondo, lì muoiono lo stesso". Beh, inutile dire come aspramente e verbosamente si sia rivoltata l'assemblea specie dalla parte dell'opposizione. Aiutare "Il Gelso" che riceve fondi anche dallo stato, secondo il buon Passalacqua, è inutile, dispendioso e da evitare magari convogliando in altre direzioni, gli aiuti. Una pretesa non condivisa e soprattutto, sottoposta al ludibrio della gente, le invettive e le contestazioni non sono mancate. Un hospice svolge una missione ingrata, accettare tutti i malati terminali e accompagnarli fino alla morte, non è missione che si possa discutere. Conosco il lavoro professionale e altamente qualificato di infermieri e dottori che s'impegnano con queste persone che hanno solo da cedere l'anima a Dio. Lo fanno con un dovere missionario e non meriterebbero l'abbandono da parte delle istituzioni. Detto questo, ecco il caso o il destino che gioca spesso con le vite umane: il giorno dopo nella struttura di cui parliamo, una donna di 72 anni ricoverata per un carcinoma allo stadio finale, ha ricevuto come al solito, la visita del compagno, un uomo di 79 anni. Conosciuto dal personale e dai medici come persone buona, premurosa e puntuale nel recarsi quotidianamente all'hospice per assistere la donna e aiutare il lavoro degli infermieri. L'uomo ha chiuso la porta della stanza e rimasto solo con lei, ha estratto una pistola e le ha sparato ponendo fine alla sua straziante vita. Dopo, ha rivolto la pistola contro se stesso, si è ucciso con un colpo non prima di aver posto un biglietto sotto il cuscino. "Perdonatemi". Un epilogo inatteso, un maledetto gesto dettato dalla sua impotente inerzia nei confronti della donna. Un voler "aiutare" per chiudere subito una "pratica" di decesso che non è una novità per un hospice. Ecco caro Carmine Passalacqua a cosa serve un posto così: gente che in fondo deve morire e gente che lavora con dedizione e amore per uomini e donne ormai al traguardo. Questo è il popolo degli invisibili caro presidente della Commissione Cultura (sic), questi sono i candidati alla dipartita assistita e amorevolmente accompagnati da personale qualificato ( le ricordo che si stipendiano) e da parenti afflitti e sconsolati che hanno una certezza: la morte giungerà, pazienza ci vorrà e arriverà sicuramente. Il nostro uomo evidentemente, ha voluto farle un "favore": accelerare i tempi per toglierle un impiccio.
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