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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 09/05/2020
Se non è carità, poco ci manca. Una delle solite balle che questo paese recepisce per poi discuterle, con ironica cattiveria, quando ci si rende conto che in Italia non cambia niente. Sono propenso a modificare il nome del mio blog "Carico a Chiacchiere", ritengo sia ormai un'etichetta che spetti solo al governo, ai politici tutti e sia ormai sottoposta a copyright sotto l'egida della SIAE per tutelarne i diritti. Fu promessa ai medici e infermieri del policlinico San Matteo di Pavia, una ricompensa speciale per aver individuato il virus Covid-19 nel paziente 1, ovvero, nel famoso vettore principale da cui si sia diramato il virus. Niente di particolare intendiamoci, un premio in danaro (100 euro), unico per la riconoscenza dovuta a costoro che, come tutti del resto, hanno svolto e svolgono ancora il loro prezioso lavoro là dove la trincea è ancora calda. Bene, finalmente il premio accordato è stato reso agli interessati : sessanta euro lordi e ancor più grave, poiché è stato calcolato sui giorni effettivi di lavoro, molti che nel frattempo si sono ammalati, hanno ricevuto quasi nulla.
“Abbiamo curato i malati di Covid, facendo turni massacranti, e dal governo è arrivata la paghetta settimanale. Cento euro come “premio” per aver dato un aiuto importante e concreto a far fronte all’emergenza già di per sé erano ridicoli, un regalo offensivo verso un professionista che ha messo in gioco salute, professionalità, responsabilità e preparazione specifica”.
Questa la lettera dei coinvolti in questa storia tutta da ridere e spero una volta per sempre che qualcuno si svegli e cominci a comprendere che ormai tendiamo ad essere tutti soggetti di barzellette, vignette e caricature estreme in questo paese ormai allo sbando. Non so che dire: la prima immagine che è saltata alla mente, è stata quella di un barbone davanti a un negozio glamour e prestigioso in via Montenapoleone a Milano con la sua insegna nota in tutto il mondo, una elegante e danarosa signora, seguita da uno chauffeur con tante buste marcate da nomi sublimi, ne esce e davanti al barbone, mette con enfasi la mano in borsa per prendere qualcosa. Trae una moneta da cinquanta centesimi e la porge a dovuta distanza, al barbone. Ecco dove siamo: i barboni chiedono e ricevono quello che si può. La differenza sta solo nella "quantità" di ciò che si dona: quando chi può dare non da, allora uno si incazza e critica! Specialmente quando si promettono miliardi per tutti i cittadini coinvolti in questa forte indigenza e qua si continua a fare chiacchiere e sceneggiate da far ridere chi ci osserva. Offrire pochi euro quando se ne promettono cento, vuol dire allora che siamo alla fine.
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