Creato da movimentoscio il 31/05/2006

SCIO'

libero movimento contro la mafia

 

 

Post N° 62

Post n°62 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da movimentoscio

Politica antimafia  bipartisan

Riceviamo dai ragazzi di "Fascio e martello" una mail molto interessante, coscienziosa, che supera i biechi interessi di partito e gli sterili schieramenti ideologici di fronte alla presa di responsabilità di una Sicilia che vuole toccare, dopo averne respirato il profumo, la libertà dalla mafia.
Ammirevole l'iniziativa proposta, nei confronti di un politico che ha dato ampio esempio di serità e di impegno in una lotta ricca d'atti concreti e non di soli proclami.
Pubblichiamo di seguito il contenuto del messaggio.

Pregiatissimo dott. Crocetta

A scriverle questa lettera, è un gruppo di giovani palermitani.
Il motivo di queste righe è molto semplice. Le chiediamo accoratamente di essere il "nostro" candidato alle prossime elezioni regionali. Ci riconosciamo appieno in lei, nel suo modo di combattere la mafia e voler sradicare da questa nostra terra, l´erba cattiva, che ormai, da troppo tempo ci opprime e ci impedisce di crescere.
Non vorremmo essere retorici o sembrarlo, non siamo dei ragazzi di estrema sinistra, abbiamo orientamenti politici molto diversi gli uni dagli altri, ma in questo caso non c´entra nulla il "partito".
Noi riteniamo che lei sia la persona giusta per mandare avanti la nostra regione e unanimemente abbiamo deciso di avviare una raccolta di consensi popolari, per chiedere in massa la sua candidatura come prossimo Presidente della Regione Sicilia. Vogliamo, anzi pretendiamo, che la nostra terra abbia un´immagine diversa ed una mentalità diversa. Non si può più tollerare la presenza di elementi che, per mero interesse personale, occupano posti di potere, non curandosi di arrecare danni a ciò che amministrano.
La nuova immagine di cui parliamo, la rivediamo in lei. Non sappiamo neppure se sarà d´accordo o se queste parole le faranno piacere, chiaramente ce lo auguriamo. Questa volta vorremmo essere noi siciliani a scegliere il nostro candidato, il nostro Presidente, non vogliamo più uomini imposti dai partiti. La libertà, crediamo stia anche in questo, nel poter decidere di dare fiducia ad una persona che stimiamo, a qualcuno che ha tutta la nostra fiducia e soprattutto ad un uomo che ha dimostrato, combattendo ogni giorno, di essere un amministratore degno di questo nome ed una grande persona.
Abbiamo creato un blog, che spiega le ragioni di questa scelta. Sul blog è presente un link, che dà possibilità di firmare e dare il proprio consenso, appoggiando questa nostra idea.

 Noi ci crediamo

Ass.Culturale Fascio e Martello

www.fascioemartello.it

 
 
 

Post N° 61

Post n°61 pubblicato il 20 Gennaio 2008 da movimentoscio

Addio connivenze?

Pubblichiamo di seguito la lettera aperta del comitato Addiopizzo Palermo. Ci pare necessaria una riflessione collettiva generale oltre che una forte presa di posizione dei partiti tutti in condanna e di distanza nei confronti di chi tiene rapporti "ambigui", che alcuni politici non disdegnano, anzi coltivano, con alcuni personaggi "non immacolati" se non proprio mafiosi. Ed in certi ambienti si sa ciò che si deve sapere, quel tanto che basta per distinguere la bavra gente dai mafiosi. Spesso chi non sa non vuole sapere. 

“Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo”. Aprendo con queste parole di Paolo Borsellino, di cui ricorre l’anniversario della nascita in questi giorni, il Comitato Addiopizzo vuole condividere col popolo siciliano una riflessione. Non vogliamo entrare nell’agone politico, come, del resto, non abbiamo mai fatto, perché riteniamo da sempre che la lotta a Cosa nostra sia un argomento rigorosamente trasversale. Borsellino poneva l’accento su quella che è la responsabilità politica, è cosa assai diversa da quella penale: “Vi sono, oltre ai giudizi dei giudici, anche i giudizi politici cioè le conseguenze che da certi fatti accertati trae o dovrebbe trarre il mondo politico”. Fra pochi giorni il Tribunale di Palermo emetterà la sentenza di uno dei processi (quello definito delle “Talpe alla Dda”) che gli stessi investigatori del Ros dei Carabinieri hanno definito “davvero sconcertante” per lo “scoprire che tanti professionisti, soprattutto medici, si siano relazionati con Cosa Nostra in maniera così naturale, tanto da far riflettere sull’impegno complessivo che la classe borghese della città intende realmente profondere in direzione della lotta alla criminalità organizzata”.

Il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, imputato nel processo, ha riferito in aula di aver conosciuto e frequentato Salvatore Aragona e Vincenzo Greco. I due hanno già condanne definitive alle spalle. Il primo per concorso esterno in associazione mafiosa, per aver falsificato le cartelle cliniche del boss Enzo Brusca, aiutandolo a sfuggire alla giustizia, e il secondo per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, per aver curato il boss Salvatore Grigoli, il killer di Don Pino Puglisi. “Sapevo che aveva avuto dei problemi di giustizia, che aveva pagato le sue colpe e che era tornato a fare il medico – ha detto Cuffaro in merito a Vincenzo Greco. Ho sempre avuto culturalmente l’idea che la gente può sbagliare, paga il prezzo alla giustizia e torna a fare il suo lavoro, è un dato che mi appartiene culturalmente. L’avevo fatto anche nei confronti del dottor Aragona [...] Sapevo che c’era qualche problema legato alla mafia [...] Sapevo che era stato condannato e che aveva espiato la sua colpa [...] Non mi appassiona il reato con cui vengono condannate le persone”.

E no! In Sicilia, in terra di mafia, non si può non essere interessati dai reati compiuti dalla gente, al di là che questi siano accertati da sentenza definitiva. Come diceva Paolo Borsellino, “altri organi, altri poteri cioè i politici, i consigli comunali e regionali dovrebbero trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze fra politici e mafiosi che non costituiscono reato ma che rendono il politico comunque inaffidabile. Quando c’è questo grosso sospetto si dovrebbe quantomeno indurre i partiti politici, non soltanto per essere onesti ma anche per apparire onesti, a fare pulizia al loro interno”.

Cuffaro, la sua condotta, e il suo “dato culturale”, contraddicono quanto sosteneva il magistrato, da noi condiviso, ma il presidente non è il solo. Anche Vladimiro Crisafulli, oggi deputato nazionale è finito sotto inchiesta (poi la sua posizione è stata archiviata) per i suoi frequenti incontri con un boss di Enna. In particolare, nella richiesta di archiviazione i PM hanno affermato che comunque risulta “dimostrata da parte del Crisafulli la disponibilità a mantenere rapporti con il boss Bevilacqua, accettando il dialogo sulle proposte politiche dello stesso, ascoltando la sua istanza e rispondendo alle domande sulle possibili iniziative politico-amministrative, in particolare in materia di finanziamenti e appalti”.

Il presidente della Regione, per il posto che occupa, dovrebbe avere l’accortezza di sapere di chi si circonda. Non basta dire che dalle nostre parti è facile baciare o stringere la mano a un mafioso. Chi governa questa terra ha il dovere di evitare qualunque contatto che potrebbe rivelarsi compromettente, altrimenti non è all’altezza del ruolo che vuole assumere.

Il problema, lo ribadiamo, non è penale ma culturale. E proprio in nome di una nuova cultura che diciamo basta.
In un momento di forte tensione morale, di cambiamento, la politica deve fare un passo avanti, lo deve a tutti i siciliani che credono che qualcosa possa cambiare. Cuffaro, come Crisafulli, dovrebbe, a prescindere dell’esito della sentenza, dimettersi.
E il fatto di essersi circondato di politici come Mimmo Miceli, che per la stessa indagine è già stato condannato, in primo grado, a otto anni di carcere per concorso esterno a Cosa Nostra, ci porta al nodo della questione che coinvolge i politici di ambo gli schieramenti. Su come si fa politica in Sicilia, su come nella nostra terra il clientelismo è elevato a modello di vita, l’unico modo di raccogliere il consenso. È questo l’humus sul quale Cosa nostra nasce e si sviluppa. La consapevolezza di questo sistema deve giungere a ogni singolo cittadino siciliano che ha il diritto-dovere di scegliere i propri rappresentanti. È la “qualità del consenso” di cui parlava Libero Grassi prima di essere ammazzato. Per questo facciamo appello al popolo siciliano per una presa di coscienza, per una presa di responsabilità. Singolare e collettiva.

Non è possibile essere disposti a barattare la propria dignità di persona, accettando l’idea che un posto di lavoro sia concesso e non dovuto per merito. Non è possibile che bisogna “baciare”, frequentare le segreterie dei politici per avere accesso al mondo del lavoro. È un rapporto che crea la dipendenza del cittadino dal politico di turno. Lo stesso Nino Giuffré, collaboratore di giustizia ed ex braccio destro di Bernardo Provenzano, ha dichiarato nell’arco del processo: “A Provenzano, Cuffaro piaceva perché aveva creato una politica di vecchio stampo, clientelare, e si toccava con mano il seguito che aveva”.

La responsabilità della situazione degenerativa in cui viviamo, non è solo della classe dirigente e dei politici, ma di tutta la società di cui anch’essi fanno parte. Un intero popolo che non cura la “qualità del consenso” e si disinteressa di selezionare con rigore chi è deputato ad amministrare, nell’interesse di tutti, la cosa pubblica, è un popolo, che per bisogno, rinuncia alla propria dignità: quando questo principio sarà impresso nella testa e nel cuore di tutti i siciliani, riscoprendo l’amor proprio, ci saremo finalmente liberati del sistema clientelare-mafioso che attanaglia la nostra terra.

Comitato Addiopizzo

 
 
 

Post N° 60

Post n°60 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da movimentoscio
Foto di movimentoscio

Riflessioni in Trazzere

Un invito alla sospensione, la riflessione, l'impegno ci arriva dagli amici della Consulta Giovanile di Palazzolo Acreide che per le festività natalizie hanno organizzato un ciclo di incontri in un clima conviviale. Tra gli ospiti Rosario Crocetta, sindaco di Gela, i Qbeta e Manlio Sgalambro. Nella nostra terra, non poteva mancare una riflessione sulla mafia, purtroppo ancora presente, ma forse ancora per poco.

Maggiori informazioni al sito http://www.trazzere.blogspot.com/

 
 
 

Post N° 59

Post n°59 pubblicato il 24 Luglio 2007 da movimentoscio
Foto di movimentoscio

Alla scoperta de "I complici"

Venerdì e sabato, 27 e 28 luglio, si svolgerà a Palazzolo e Catania la presentazione del libro di Lirio Abbate e Peter Gomez "I complici, tutti gli uomini di Bernardo Provenzano, da Corleone al parlamento".
Agli incontri, promossi da Agire Solidale e dalla Fondazione Giuseppe Fava, sarà presente lo stesso Abbate.

 
 
 

Post N° 58

Post n°58 pubblicato il 18 Luglio 2007 da movimentoscio
Foto di movimentoscio

Ricordando via D'Amelio

Mercoledì 18 luglio, alle ore 20.30 presso la Basilica di S. Lucia al sepolcro, a Siracusa, si terrà una veglia di preghiera a suffragio delle vittime della strage di via D'Amelio.

 
 
 

Post N° 57

Post n°57 pubblicato il 17 Luglio 2007 da movimentoscio

Una piazza vuota assordante, a Locri
di Luca Maci

Ho appena visto in tv la trasmissione "W l'Italia", su rai tre, ed ho visto, tra il racconto dei mille problemi che investono la Calabria, tra mala sanità, cattiva gestione delle risorse pubbliche, storie di famiglie segnate dal potere parastatale della n'drangheta, una piazza vuota che gridava aiuto. Troppo evidente, troppo assordante l'assenza della gente, del pubblico, dei calabresi in strada a manifestare, con la sola presenza, la vicinanza agli intervenuti e la condivisione delle riflessioni emerse, le proposte, le denunce.
Rifletto sul nostro ruolo, sui fallimenti che spesso comporta; mi chiedo a cosa servono gli incontri, i convegni, le partecipazioni in tv se poi in momenti come questo continua a venir fuori la sfiducia, per molti versi legittima, della gente nello stato e nelle istituzioni. Dovremmo riflettere tutti; dovremmo stare di più tra la gente, nelle strade, nei luoghi di lavoro a far capire che ognuno di noi non può esimersi dal fare una scelta, fondamentale, di campo. Non basta metterci le facce, le nostre; occorre che tutti prendano coscienza dei problemi che il dominio, ancora forte qui, in Sicilia come in Calabria, delle organizzazioni mafiose, è, per il nostro bene, per il bene delle nostre terre, delle nostre famiglie, un potere da contrastare, tutti, insieme, con il nostro lavoro quotidiano, nel rispetto delle regole e delle persone, e con un impegno comune straordinario che bisogna certo di qualche sacrificio. Occorre alzare il culo dalla sella, tutti, se si vuole veramente, definitivamente, riprenderci la nostra libertà, la nostra vita, la nostra terra. E riempire le piazze, perché no, quando questo è il simbolo di  normalità, di libertà, di partecipazione, di coraggio diffuso, di determinazione. Stasera a poco sono servite le parole delle persone perché la piazza urlava, chiedeva aiuto ed impegno!

 
 
 

Post N° 56

Post n°56 pubblicato il 22 Giugno 2007 da movimentoscio
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L'isola che non c'è

Giorno 29, a Catania, in occasione del primo anno dalla nascita di Addiopizzo Catania, presso la Facoltà di Ingegneria, si svolgerà l'incontro "L'isola che non c'è, la Sicilia libera dal pizzo".
Interverranno Pina Maisano Grassi, Mario Caniglia, Rosario Crocetta, Angela Napoli, Adriana Guarnaccia, Antonio Romeo, Ugo rossi, Giovanni Signer.

 
 
 

Post N° 55

Post n°55 pubblicato il 09 Maggio 2007 da movimentoscio
Foto di movimentoscio

Le nostre maglie (3)

Per tutti coloro i quali, giornalmente, intendono farsi portatori di un messaggio positivo di esortazione a non abbassare mai la testa, a lottare, arrivano le nuove maglie. Chiunque volesse acquistarle, dando un contributo al nostro movimento, ed, ovviamente, indossarle, può contattarci direttamente o tramite il nostro indirizzo email. Ci perdonino tutti coloro i quali ritengono questo tipo di azione superflua...noi crediamo invece nella potenza dei simboli, dei messaggi, delle immagini.

 
 
 

Post N° 54

Post n°54 pubblicato il 09 Maggio 2007 da movimentoscio
Foto di movimentoscio

Fiaccolata in memoria dei Martiri per la Giustizia

Venerdì 18 maggio, alle ore 18.30, partirà da via Filadelfo Aparo, a Lentini, l'annuale fiaccolata in ricordo di tutte le vittima di mafia. Sappiamo benissimo che una fiaccolata non è utile alla soluzione del problema ma siamo certi che ricordare coloro i quali hanno speso la loro vita per lottare a vario titolo contro la mafia tutti insieme, pubblicamente, sia comunque doveroso. E' certamente un gesto simbolico con il quale l'intera città di Lentini, unita alla vicina Carlentini, si schiera apertamente contro la mafia, in ricordo dei suoi figli e dei figli di quella Sicilia, quell'Italia, che non vogliono smettere di sperare e che continueranno a lottare, in tutti i modi e con tutte le loro forze, lo strapotere arrogante della mafia, che continua a sottomettere ed umiliare questa nostra terra. Tutti i cittadini, i ragazzi, le associazioni, i movimenti sono invitati a partecipare a far sentire alta la propria voce di dissenso.

Al termine della fiaccolata, presso la Chiesa Madre, si terrà un dibattito, con rappresentanti delle istituzioni, della politica, del clero, del mondo imprenditoriale ed associazionistico per discutere insieme sul tema "La memoria e l'impegno quotidiano contro le mafie".

Le manifestazioni sono organizzate dalla Chiesa Madre di Lentini e dall'oratorio ANSPI della stessa, all'interno della "festa dei giovani", che si svolgerà dal 18 al 20 maggio.
In quei gironi, noi del movimento SCIO', insieme ai ragazzi dei comitati Addiopizzo di Palermo e Catania saremo per le vie cittadine per una campagna informativa sul consumo critico. Chiunque volesse saperne di più potrà avere maggiori informazioni direttamente presso i nostri banchetti.

Infine, ci piace ricordare che, esattamente in quei giorni, il nostro movimento compierà un anno dalla sua nascita.  Quale modo migliore, allora, per festeggiare, se non per strada, con la gente. Vi aspettiamo!

 
 
 

Post N° 53

Post n°53 pubblicato il 29 Aprile 2007 da movimentoscio

Arrestato Gaetano Cadiri

2007-04-29 15:24
Mafia: latitante di primo piano arrestato a Siracusa
E' Gaetano Cadiri esponente primo piano cosca di Lentini

(ANSA) - SIRACUSA, 29 APR - Arrestato Gaetano Cadiri, 55 anni, accusato di essere uno degli esponenti di primissimo piano della cosca Nardo di Lentini. La cosca e' attiva soprattutto nella fascia nord della provincia di Siracusa. Era latitante dal 12 maggio 2006. Cadiri e' stato condannato all'ergastolo e a suo carico era stato emesso un ordine di esecuzione della Procura di Catania, perche' ritenuto responsabile di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio e violazioni in materia di armi.

 
 
 
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SCIO’, libero movimento contro la mafia, nasce a Lentini dall’idea di un gruppo di ragazzi con l’obiettivo di promuovere campagne di sensibilizzazione alla lotta alla mafia ed all’astensione dal pagamento del pizzo.

Il movimento si propone come elemento aggregante per tutti i liberi cittadini e per le associazioni operanti, a vario titolo, nel territorio lentinese, attraverso la condivisione di ideali comuni, aconfessionali ed apartitici, nell’interesse e per il bene della nostra comunità, alla ricerca di un possibile riscatto, sostanziale più che formale, di un  popolo troppo e troppo a lungo ricattato, oppresso e mortificato.

SCIO’ vuole abbattere il muro dell’omertà, del consenso tacito o del mancato dissenso; SCIO’ vuole cancellare i tabù e dar voce alla ribellione; SCIO’ vuol dire NO ALLA MAFIA (!), in tutte le sue manifestazioni: perché la mafia non è solo quella dei mafiosi, quella degli estorsori o degli assassini; la mafia è un atteggiamento diffuso, spesso radicato nella vita dei siciliani, nelle case, negli uffici, nei rapporti commerciali, nella politica.

SCIO’ è un’intimazione, un urlo di liberazione.

SCIO’ è un marchio per la libertà.

 

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