“Prima che il sole tramonterà sul suo sedicesimo compleanno ella cadrà in un sonno simile alla morte e potrà essere risvegliata solo dal bacio del vero amore”.
Questa è la maledizione che Malefica porta in “dono” alla neonata Aurora,figlia di re Stefano.
Questo film è la rilettura di un classico Disney (1959),il titolo : “Maleficent”.
Se nella “Bella addormentata” la protagonista è la piccola principessa,in questo film la protagonista è la fata nera e la sua rabbia.
In un mondo fantasy e dark,creato dal regista Robert Stromberg,la fiaba di C. Perrault viene riletta in funzione delle ragioni che hanno indurito il cuore e resa spietata questa “fata”.
Il regista,scelto personalmente da Angelina Jolie (produttrice) è esordiente ma il suo talento visionario l’abbiamo potuto apprezzare come scenografo di Avatar (bellissimo!!!)di
Cameron e Alice in W. di Tim Burton.
Ovviamente io facevo il tifo per Malefica!!!
Però in questo post non voglio parlare del film,che ovviamente mi è piaciuto,ma del nesso psicoanalisi - fiabe.
Nell’84,nell’ambito di un corso d’aggiornamento,ho letto:”il mondo incantato” di Bruno Bettelheim,autore di due altri libri che fanno parte della mia libreria: “I figli del sogno” dedicato ai bambini cresciuti nei kibbutz (da noi nascevano le comuni,ecco da dove prendeva spunto il mio interesse) e ”La fortezza vuota” che parla dell’autismo ,di cui poco si sapeva.
Nel “Mondo incantato” B.B. analizza le fiabe del repertorio tradizionale,spiegando ad insegnanti e genitori perché sono fondamentali nella formazione e crescita di un bambino.
Le fiabe esprimono in parole e azioni ciò che succede nella mente dei bambini.
La bella addormentata nel bosco ,con il linguaggio delle fiabe,afferma che dopo aver raccolto le proprie forze (il sonno di Aurora) gli adolescenti diventano attivi e si rifanno del loro periodo di passività.
L’adolescente deve abbandonare le sicurezze dell’infanzia e tuffarsi nella vita con i suoi pericoli (draghi,foreste buie,maghi e streghe).
Ovviamente il discorso sull’adolescenza nel terzo millennio (dilatata) è diverso ma il libro scritto nel 1976 può dare spunti di riflessione sempre validi.
Il bambino attraverso l’ascolto delle fiabe “gioca con le idee” perché il pensiero razionale (adulto) gli è estraneo,ha bisogno di nutrirsi di favole per distinguere i propri sentimenti e pulsioni.
“Ogni fiaba è uno specchio magico che riflette alcuni aspetti del nostro mondo interiore”
Queste fiabe spesso si concretizzano nei nostri sogni da adulti dove riemergono miti e fiabe che ci aiutano a superare le nostre tempeste interiori.
B.B.i suoi mostri interiori (internamento a Dachau e Buchenwald) non li ha sconfitti e come Primo Levi ha scelto l’unica via di fuga:il suicidio.
Inviato da: cassetta2
il 24/12/2020 alle 09:08
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il 05/03/2017 alle 12:49
Inviato da: fico_vintage
il 02/01/2017 alle 12:01
Inviato da: Butturfly66
il 01/11/2016 alle 10:55
Inviato da: surfinia60
il 22/10/2016 alle 20:49