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NON SPRECHIAMO L'ACQUA

Ecco 12 regole per risparmiare il consumo di acqua potabile. Rispettare queste regole significa imparare a considerare l’acqua come un bene prezioso che non deve essere sprecato

REGOLA 1 - Far riparare tempestivamente le perdite dell’impianto interno. Un rubinetto che gocciola al ritmo di 90 gocce al minuto spreca 4.000 litri di acqua all’anno.

REGOLA 2 - Non fare uso eccessivo di prodotti chimici per la pulizia della casa.

REGOLA 3 - Non usare la toilette come discarica di sostanze tossiche (vernici, lacche, prodotti chimici, sigarette, solventi) altrimenti si riduce la funzionalità del sistema fognario.

REGOLA 4 -  Contenere i lavaggi delle autovetture con un secchio piuttosto che con acqua corrente consente un risparmio di 130 litri ogni lavaggio.

REGOLA 5 - Innaffiare l’orto con acqua piovana raccolta precedentemente.

REGOLA 6 - Far funzionare la lavatrice o la lavastoviglie a pieno carico; si ottiene cosi’ un risparmio pari a 8.000 / 11.000 litri di acqua potabile all’anno per famiglia.

REGOLA 7 - Pulire i piatti subito dopo i pasti, togliere lo sporco più grossolano, condire la pasta nel tegame ancora caldo evitando di sporcare un’altra terrina.

REGOLA 8 - Usare l’acqua di cottura della pasta per lavare i piatti e le stoviglie.

REGOLA 9 - Fare la doccia la posto del bagno in vasca, ciò consente un risparmio di 1.200 litri di acqua potabile all’anno.

REGOLA 10 - Chiudere il rubinetto mentre si lavano i denti e tappare il lavandino al momento di farsi la barba; questo permette di risparmiare fino a 7.500 litri l’anno per una famiglia di tre persone.

REGOLA 11 - Applicare un frangiflutto a un rubinetto per arricchire d’aria il getto d’acqua.

REGOLA 12 - Utilizzare per lo scarico del water un sistema a rubinetto o a manovella al posto di quello a sciacquone; si risparmiano così circa 26.00 litri all’anno.

 
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Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 31 Marzo 2008 da Akire28

"Non le vincerà nessuno, queste elezioni. Perché se non si affronta subito la questione delle mafie le vinceranno sempre loro. Indipendentemente da quale schieramento governerà il paese. Sono già pronte, hanno già individuato con quali politici accordarsi, in entrambi i schieramenti. Non c'è elezione in Italia che non si vincaattraverso il voto di scambio, un'arma formidabile al sud dove la disoccupazione è alta e dopo decenni ricompare persino l'emigrazione verso l'estero. E' cosa risaputa ma che nessuno osa affrontare.

Quando ero ragazzino il voto di scambio era più redditizio. Un voto: un posto di lavoro. Alle poste, ai ministeri, ma anche a scuola, negli ospedali, negli uffici comunali. Mentre crescevo il voto è stato venduto per molto meno. Bollette del telefono e della luce pagate per i due mesi precedenti alle elezioni e per il mese successivo. Nelle penultime la novità era il cellulare. Ti regalavano un telefonino modificato per fotografare la scheda in cabina senza far sentire il click. Solo i più fortunati ottenevano un lavoro a tempo determinato.

Alle ultime elezioni il valore del voto era sceso a 50 euro. Quasi come al tempo di Achille Lauro, l'imprenditore sindaco di Napoli che negli anni cinquanta regalava pacchi di pasta e la scarpa sinistra di un paio nuovo di zecca, mentre la destra veniva recapitata dopo la vittoria. Oggi si ottengono voti per poco, per pochissimo. La disperazione del meridione che arriva a svendere il proprio voto per 50 euro sembra inversamente proporzionale alla potenza della più grande impresa italiana che lo domina.

Mai come in questi anni la politica in Italia viene unanimemente disprezzata. Dagli italiani è percepita come prosecuzione di affari privati nella sfera pubblica. Ha perso la sua vocazione primaria: creare progetti, stabilire obiettivi, mettere mano con determinazione alla risoluzione dei problemi. Nessuno pretende che possa rigenerarsi nell'arco di una campagna elettorale.

 E mi vengono in mente le parole che Giovanni Paolo II il 9 maggio del 1993 rivolse dalla collina di Agrigento alla Sicilia e all'Italia ferita dalle stragi di mafia: "Questo popolo... talmente attaccato alla vita, che ama la vita, che dà la vita, non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte... Mi rivolgo ai responsabili... Un giorno verrà il giudizio di Dio". Parole che avrebbero dovuto crescere nelle coscienze.

È tempo di rendersi conto che la richiesta di candidati non compromessi va ben oltre la questione morale. Strappare la politica al suo connubio con la criminalità organizzata non è una scelta etica, ma una necessità di vitale autodifesa.

 Credo sia giunto il momento di non permettere più che un voto sia comprabile con pochi spiccioli. Che futuri ministri, assessori, sindaci, consiglieri comunali possano ottenere consenso promettendo qualche misero favore. Forse è arrivato il momento di non accontentarci.

Nel 1793 la Costituzione francese aveva previsto il diritto all'insurrezione: forse è il momento di far valere in Italia il diritto alla non sopportazione. A non svendere il proprio voto. A dare ancora un senso alla scelta democratica, scegliendo di non barattare il proprio destino con un cellulare o la luce pagata per qualche mese."


home

Tratto da una intervista di Roberto Saviano a "Repubblica"

Mancano 13 giorni alle elezioni. Il popolo italiano sarà chiamato ad esercitare il suo diritto-dovere di voto. Avrà l'arduo compito di designare chi lo dovrà rappresentare, difendere e proteggere. Chi tutelerà la sua vita, la sua salute, la sua terra. Un sacro diritto conquistato con fatica e con la vita. Peccato che la stessa sacralità non sia sentita dai nomi e dai simboli che appariranno sulle due schede.

Non una parola, una proposta, un sostegno dalle parti politiche di entrambi gli schieramenti. Non una presa di posizione o una semplice parola di coraggio e sostegno al popolo sulla situazione dei rifiuti campani. Tutto tace. Programmi, idee o proposte per uscire dalla situazione. Niente. Denuncie di illegalità, abusi e reati della camorra. Silenzio. Del resto non si può correre il rischio di finire come il sen Sodano, proiettili, conigli sgozzati e scorta, per aver fatto denuncie alla magistratura sullo scempio campano. Non si può. Ci sono soubrette da reclutare alla politica, torte da spartire, poltrone da riscaldare. E intanto a farne le spese siamo sempre noi, quelli che non hanno voce, quelli che esistono il tempo di una elezione, uno o due giorni, per poi sparire nell'oblio, dimenticati dai potenti. Nessun diritto ci è più concesso: no diritto alla giustizia ( se ammazi qualcuno dopo due giorni sei fuori), no diritto al lavoro (generazioni di precari, laureati con lode nei call center, basta!), no diritto alla salute (veleni tossici delle industrie del centro-nord sotterrate nei terreni campani), no diritto alla vita!

Nessuno può dire "la responsabilità non è la mia": chiunque sapeva ed ha taciuto, chiunque non sapeva, ma aveva il dovere di informarsi, chiunque ha girato la testa dall'altra parte, è responsabile.

Alcune righe fa ho citato il sen. Tommaso Sodano, venuto la settimana scorsa a trovare il popolo di Sant'Arcangelo Trimonte e vedere il luogo dove sorgerà la discarica. Il suo fine non era politico, ma di solidarietà alla popolazione, come descrive la seguente lettera del Codisam:

Parola mantenuta. Venerdì mattina il sen. Tommaso Sodano, come promesso al Codisam, è venuto a Sant’Arcangelo Trimonte, per conoscere personalmente il territorio e i cittadini, destinati a diventare lo sversatoio campano. Mentre quasi tutti i politici sono impegnati a tenere comizi elettorali e a varare nuovi slogan, glissando abilmente nei loro discorsi ogni riferimento al problema rifiuti in Campania, per fortuna di popolazioni piccole ed elettoralmente insignificanti, come quella di Sant’Arcangelo, esistono ancora uomini che credono nel loro ruolo istituzionale e nel significato di politica come “polis”. Tra questi rientrano Tommaso Sodano, che a Sant’Arcangelo non è di certo venuto a fare campagna elettorale. Se 600 anime (leggi voti) possono essere sacrificate per l’emergenza rifiuti, figuriamoci se costituiscono oggetto di qualche interesse politico, se neanche le forze locali troppo se ne curano.

Ma Sodano nel nostro paese è giunto nelle vesti di cittadino campano e di istituzione. Ricordiamo che il senatore già molti anni fa aveva denunciato alla magistratura illeciti e reati, per esempio ambientali, compiuti in Campania dalla malavita nell’ambito dell’emergenza rifiuti. Presidente della Commissione ambiente, purtroppo si, proprio quella Commisione dalla quale si è passati per giungere al decreto che individua Sant’Arcangelo come sede di discarica, è stata sua cura far inserire, come limite per i super poteri del commissario straordinario, il rispetto della salute e della tutela dei cittadini. Altrimenti le deroghe delle deroghe alle leggi avrebbero calpestato anche questo diritto. E una spiacevole sensazione sapere di correre il rischio di  non essere più tutelati dalle leggi e di poter essere schiacciati da chi invece dovrebbe difenderci: è come se i cittadini di Sant’Arcangelo non fossero più tali, ma solo sacchetti di rifiuti da sversare, forse anche loro, nella nuova discarica.

E a fermare Sodano, in questi giorni, a poco servono missive con proiettili o conigli sgozzati.

In occasione di questa sua visita nel nostro paese ha preso impegno di voler controllare con i tecnici e il comitato che tutto venga fatto nel rispetto di quelle poche leggi che ancora esistono.

A Tommaso Sodano, per la sua serietà e sentimento di vicinanza alla triste situazione di Sant’Arcangelo Trimonte, vanno i più sentiti ringraziamenti da parte del Codisam.

 

 

 
 
 
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