noingiustizie

"Prima di giudicare", dice Alladita, "bisognerebbe provare quello che si prova quando i tuoi figli ti chiedono un pezzo di pane e tu non ce l'hai". Sotto la camicia, nasconde il suo marchio:una cicatrice viola, a sinistra, che gli taglia la vita. Sotto c'era l'unica cosa di valore in suo possesso:un rene

Lo ha venduto per 1.300 euro.

E lo rifarebbe.

A Sultanpura, Pakistan, un abitante su otto ha già venduto un rene. In questa cittadina al confine con l'india, molti sono ex mezzadri che alla vita hanno rinunciato, gente che ha sempre e solo avuto occhi per piangere e braccia per lavorare. Il paese è proprietà privata dei chaudry, i feudatari, che posseggono il 99% della terra, con complemento di schiavi.

Una vita misera, di stenti e fatiche, fino a quel giorno, a quella notizia: i ricchi, malati, avevano bisogno di organi. Forse i poveri erano interessati adare una mano?Il Pakistan era interessato a divenire il nuovo bazar di parti umane?

Si, lo era. I miserabili accorsero in massa. Scoprirono che era possibile vendere una parte di sè per pagare debiti, maritare le figlie, comprarsi un televisore.

Nel giro di 5 anni, dice l'Oms, il Pakistan è diventato una delle mete principali del turismo dei trapianti.

A Sultanpura sono arrabbiati. Sono arrabbiati con la Corte Suprema pakistana, che ha vietato di vendere organi agli stranieri. Ordinanza avversata sia dai medici, preoccupati per la nascita di cliniche clandestine, e dai poveri di saltampura. "Perchè non posso vendere l'unica cosa che ho?, si chiedono

E' tutta una questioni di domanda ed offerta: i poveri disposti a mutilarsi sono tanti.

I prezzo dipende dalla fretta che si ha.

Altaf Mehman, 26 anni, vive in una piccola stalla, senza finestre e senza tv, insieme alla moglie e tre figli. La stalla non è sua, appartiene al suo padrone. Si prende cura delle mucche del chaudry, e in cambio riceve un salario di 1500 rupie al mese (meno di 20 euro). Ha la pancia magra:"A volte non mangiamo per cinque, sei giorni". Il rene l'ha già venduto un paio di anni fa, per 1300 euro, non sa a chi, e nemmeno gli interessa. Dopo aver pagato l'intermediario, e saldato i debiti, gli è rimasta solo la cicatrice viola, e una generale spossatezza. L'incapacità di spostare pesi o camminare. E la cosa peggiore, è che gli è rimasta anche la fame.

Il rispetto di se stessi finisce dove comincia la fame

Camminando per le vetrine del centro ho assistito ad una scena: una figlia adolescente gridava alla madre perchè si rifiutava di comprarle una borsa. Costava 1300 euro. Il prezzo del rene di Altaf.