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NON SPRECHIAMO L'ACQUA
Ecco 12 regole per risparmiare il consumo di acqua potabile. Rispettare queste regole significa imparare a considerare l’acqua come un bene prezioso che non deve essere sprecato
REGOLA 1 - Far riparare tempestivamente le perdite dell’impianto interno. Un rubinetto che gocciola al ritmo di 90 gocce al minuto spreca 4.000 litri di acqua all’anno.
REGOLA 2 - Non fare uso eccessivo di prodotti chimici per la pulizia della casa.
REGOLA 3 - Non usare la toilette come discarica di sostanze tossiche (vernici, lacche, prodotti chimici, sigarette, solventi) altrimenti si riduce la funzionalità del sistema fognario.
REGOLA 4 - Contenere i lavaggi delle autovetture con un secchio piuttosto che con acqua corrente consente un risparmio di 130 litri ogni lavaggio.
REGOLA 5 - Innaffiare l’orto con acqua piovana raccolta precedentemente.
REGOLA 6 - Far funzionare la lavatrice o la lavastoviglie a pieno carico; si ottiene cosi’ un risparmio pari a 8.000 / 11.000 litri di acqua potabile all’anno per famiglia.
REGOLA 7 - Pulire i piatti subito dopo i pasti, togliere lo sporco più grossolano, condire la pasta nel tegame ancora caldo evitando di sporcare un’altra terrina.
REGOLA 8 - Usare l’acqua di cottura della pasta per lavare i piatti e le stoviglie.
REGOLA 9 - Fare la doccia la posto del bagno in vasca, ciò consente un risparmio di 1.200 litri di acqua potabile all’anno.
REGOLA 10 - Chiudere il rubinetto mentre si lavano i denti e tappare il lavandino al momento di farsi la barba; questo permette di risparmiare fino a 7.500 litri l’anno per una famiglia di tre persone.
REGOLA 11 - Applicare un frangiflutto a un rubinetto per arricchire d’aria il getto d’acqua.
REGOLA 12 - Utilizzare per lo scarico del water un sistema a rubinetto o a manovella al posto di quello a sciacquone; si risparmiano così circa 26.00 litri all’anno.
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Post N° 155
Post n°155 pubblicato il 04 Novembre 2008 da Akire28
Malagrotta,rifiuti speciali Un anno di reclusione per Francesco Rando responsabile della Giovi srl di Marino Bisso «La discarica di Malagrotta è una "zona franca" per l´inosservanza di leggi italiane e comunitarie in materia di smaltimento dei rifiuti...». È l´accusa lanciata dal pubblico ministero Giuseppe Corasaniti che ha chiesto due anni di carcere per Francesco Rando, responsabile della Giovi srl, la società che gestisce la maxi-discarica capitolina. Ieri il giudice del tribunale monocratico Francesco Patrone gli ha dato ragione ma ha accolto a metà l´istanza della procura.Francesco Rando, responsabile della Giovi srl, infatti, è stato condannato a un anno di reclusione a 15mila euro di ammenda e al risarcimento, per i danni patrimoniali e morali, da liquidare in separata sede alle parti civili (Verdi ambiente e società, due comitati di cittadini di Malagrotta e Wwf ). Non avranno nulla invece Regione, Provincia e Comune che avevano rinunciato a presentarsi come «parti lese» nel processo. Rando è stato ritenuto responsabile della violazione dei decreti legislativi 22/97 e 36/2003, in quanto nella discarica di Malagrotta sono stati smaltiti «senza alcuna autorizzazione rifiuti pericolosi derivanti dal trattamento chimico-fisico del percolato e dei fanghi conferiti dall´Acea nell´ottobre 2004». Inoltre Rando è accusato di aver violato, nel maggio 2005, le procedure di ammissione in discarica «di rifiuti speciali senza che vi fosse la documentazione e senza alcuna verifica degli stessi rifiuti, di cui lo stesso sarebbe anche stato produttore». Soddisfatto l´avvocato di parte civile, Francesca Fragale, che ha definito «esemplare» la pena inflitta a Rando ed ha annunciato la preparazione di un dossier per sollecitare la magistratura a verificare se alcune morti avvenute nelle vicinanze della discarica possano essere in qualche modo ricondotte al tipo di inquinamento contestato al responsabile della discarica. La sentenza verrà invece impugnata dai difensori di Rando, gli avvocati Franco Giampietro e Fabio Anile. «Un precedente procedimento - obiettano - aveva già stabilito che l´attività svolta da Rando era autorizzata sin dal dicembre 2002». |
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