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« il radioso contraddirsi ...come impone una necessità »

e la mia ombra mi racconta

Post n°256 pubblicato il 24 Marzo 2018 da emma01

 

"Ai nostri piedi,
le nostre ombre
parallele,
vicine e unite,
tracciavano
un disegno
incantevole.".

Marcel Proust 
da: la Recherche

 








Madeleine Peyroux
-Weary Blues-












fucknota  

e trascorrono quasi tre ore guardandosi.
si puà apprezzare, osservandoli, 
una sorta di iniziale riconoscimento
che effettivamente non esiste,
lo spiega chiaramente
il genere di stretta di mano che si scambiano:
sembra energica, forse hanno le mani calde
e piacevoli al tatto entrambi,
ma è piuttosto difficile stabilirlo.
entrambi sono intenti a dimostrare, 
apparentemente, una certa presenza
di sé.
terminate le presentazioni rientrano nei
propri ruoli: lei in piedi, continua una conversazione
già in corso mentre lui si accomoda su di una 
poltrona, accanto ad altre persone, è ovviamente
rilassato, lo dice la postura che assume.
anche lei, poggiata tranquillamente ad una parete,
ha la stessa compostezza dell'agio.
quando la situazione entra nel vivo, osservando
l'uno e l'altra appare evidente che non smettano
di ricercarsi con lo sguardo, in modo sorprendentemente
naturale, pur continuando,
ognuno, ad intervenire nella collegialità di 
un dialogo a più voci, senza però mai 
rivolgersi direttamente l'uno l'altra e viceversa.
questo dura per tutto il consesso.
alla fine, mentre lei sta allontanandosi dopo
avere indossato la propria giacca, salutato tutti
è lui che, indossato il cappotto la raggiunge
e le porge la mano a modo di saluto ed invito.
lei la stringe per qualche istante.
ora, con la luce alla spalle, a terra 
queste due persone, proiettano un 
curioso intreccio di ombre.
siamo lo spazio che occupiamo e 
l'ombra che proiettiamo
in una sera qualunque.


 

 

 

 










 

 
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