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« libertà della reatà | a la folie » |
WALLACE STEVENS
I RIVOLZIONARI SI FERMANO
PER UN'ARANCIATA
Capitan profundo, capitan geloso,
non chiederci di cantare stando in piedi al sole,
schiena pelosa e braccia conserte,
costole piatte e sacca grossa.
Non c'è nerbo nella musica
se non in quel falso.
Bellissimo, pomposo,
canta un canto della genia dei serpenti,
con colli fra le mille foglie,
lingue attorno ai frutti.
Canta in stivali rozzi
con fibbie e stringhe lucenti.
Metti le brache di una maschera,
giacca metà svasata metà gallonata;
metti un casco senza ragione,
impennacchiato, inclinato, roteato e storto.
Comincia il canto con voce
più roca di una pietra che stride.
Appendi una piuma presso l'orecchio,
accenna ed assumi un'aria furbetta.
Questo deve essere lo sfogo della pietà,
più profondo di una canzonetta di maggior verità
sul nocciolo sghembo,
sulla scombussolante realtà.
GIOVANNI SOLLIMA
YUVAL YAIRI, VALIGE DELLA MEMORIA
nota 1
modalità per fissare un luogo che, già ieri,
è stato cambiato, scorticato. nell'immaginario
un odore, un colore, il calore,
qualcosa, uno squarcio, frammento minuto,
dettaglio, rimarrà
nell'ippocampo, nella memoria, nel sogno.
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