Creato da cinquecieli il 31/05/2010

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L'angelo del sogno

Post n°2 pubblicato il 31 Maggio 2010 da cinquecieli
 
Foto di cinquecieli

Non so per quale motivo, da qualche tempo, i sogni su di lui non mi apparirono  più criptati. Forse si trattò  della volontà di Fabrizio  cambiata: prima, nel modo più assoluto ,  non desiderava che io intuissi alcunché su di lui  e quindi , al risveglio, ricordavo di averlo sognato ma il contenuto mi sfuggiva totalmente; negli ultimi tempi invece Fabrizio faceva uscire dalla sua porta  ciò che più gli interessava ch’ io sapessi. Può essere che sia stato tutto causato da un angelo che  ho  chiamato per settimane, ancora quando mi illudevo di avere  speranze, supplicandolo di raccontarmi di lui.

Ricordo un sogno di quel periodo : “Fabrizio  appare seduto in un salotto buio osservandomi indifferente nell’oscurità senza dirmi niente; di fronte a sé, un tavolo antico vuoto , privo anche di qualsiasi soprammobile che lo decori, basso con le gambe corte e a ritortolo, mi narra di Fabrizio nei miei riguardi. A tale vista fuggo, esco ; poi ci ripenso e lo cerco sotto una pioggia scrosciante: la   gente che  incontro mi dice che lui si è rifugiato in una cava, verifico e mi accorgo che mi hanno presa in giro: non c’è nessuna cava, Fabrizio se n’è semplicemente andato.” Il  salotto buio, probabilmente, esprime la sua socialità poco chiara, non solo a me ma a chiunque. Il tavolo antico vuoto , rappresenta una contraddizione negli affetti:  un pezzo d’antiquariato ha un grosso valore nel mercato ma allo stesso tempo quel tavolino , in stile rococò, non è apparecchiato per pranzare, la sua superficie è nuda, senza cibo, e il cibo  è simulacro d’affetto, perché tutto ciò  viene introdotto nella bocca e concerne l’uso della stessa non fa che richiamare la suzione al seno della propria madre, il primo amore, quello che crescendo ognuno cerca nel partner. È possibile che la cava racconti di un suo senso di colpa, del suo non sentirsi libero nel guardare a nuove prospettive,  in ogni caso “cava” è sinonimo di miniera e pertanto delle tenebre nelle profondità della terra, di buio , ma nel sogno  la cava, anche dopo averla tanto cercata, non c’è. Molte immagini oniriche che ricordano o rinviano alla rotondità, come le caverne, le cave parlano di madre natura e quindi anche di madre-femminilità-donna. C’era un’altra donna?

Un  paio di giorni dopo, l’angelo del  sonno , amico di Morfeo, venne a trovarmi di nuovo : “su suggerimento di qualcuno senza volto, vado a prendere Fabrizio all’uscita di un negozio. Nel  primo istante non credo a ciò che l’individuo sprovvisto di faccia mi ha consigliato. Ma ecco che scorgo Fabrizio , all’altro lato di una strada di  piccolo borgo forse medioevale, che mi viene incontro camminando su un acciottolato  umido e scivoloso: ha stranamente un atteggiamento aggressivo nel viso, mi sta raggiungendo, ma senza la tranquillità con cui l ho conosciuto, e quasi violentemente mi dice :

” ho ammazzato il coniglio! ti va di mangiare la carne insieme a me?” e poi, sorprendendomi ancor di più per l’ insolito atteggiamento: ”me la dai?“.

Mi  svegliai di soprassalto, non ricordo altro.

Il mite coniglio, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, è associato alla vita sessuale, pertanto alla vitalità e alla volontà  di  progettare  il futuro. Nel sogno Fabrizio dichiara di avere  ucciso la sua sessualità, l’amore per la vita e la sua voglia di progetti. Anche la carne , lo indica il termine stesso, richiama la carnalità, la sessualità, e l’uccisione del coniglio insieme alla proposta di mangiarne la carne sta a significare che Fabrizio non nutriva programmi concreti e lungimiranti riguardo a noi due, mi proponeva un rapporto promiscuo, una relazione puramente sessuale.

A distanza di tempo,  mi torna in mente il fatto che successivamente al sogno del coniglio,   in un mese tra la primavera e l’estate 2008 ( rammento  essere proprio quest’intervallo stagionale  transitorio  in quanto portavo un abito, da me confezionato nel corso dell’inverno, che è senza maniche ed ha una scollatura generosa, ma è fatto da una stoffa damascata e ha la fodera e,  a causa di questi motivi, cominciava ad essere troppo pesante in quel periodo) andai a fare la spesa nell hard discount che frequentavo abitualmente. Entrando, vidi alla cassa un uomo alto ,  un po’ in carne, esageratamente  abbronzato, con i capelli a spazzola e gli occhiali rayban a goccia, incredibilmente somigliante a Fabrizio, che pagava mentre, inclinando un po’ di lato la testa, mi guardava sorridendo. La trepidante e lunga attesa  del materializzarsi di eventi tanto desiderati, a volte, gioca brutti scherzi, in quanto per lungo tempo pensati e immaginati accadere in un determinato modo e contesto, e quando si realizzano, anche di poco variati, è difficile crederci. Infatti, non mi fidai dei miei stessi occhi, rimasi per numerosi secondi  immobile, impalata all’ingresso del negozio, a bocca aperta: mi sembrava lui… lo osservai meglio tra uno scioccato e improvvisamente frequente battito di ciglia e l’altro:  l’abbronzatura così accentuata non  ricordavo essere caratteristica del mio dj, che di solito è pallidino oppure appena un po’ dorato come le sue braccia e come la mia pelle, e poi pareva un’abbronzatura procurata da una lampada solare più che dal sole cocente ispanico, e questa pratica,  un tantino frivola, vanitosa e narcisista per quanto riguarda l’aspetto estetico, anche se molto in voga tra i più, non risultava propria di Fabrizio,  ma forse non l ho conosciuto a sufficienza per poterne essere sicura. Nervosamente e in fretta gli osservai le labbra.… e furono proprio le labbra a farmi perdere le speranze, perché l’espressione della bocca mi faceva intuire che quell’uomo non volesse ciò che io bramo , quelle labbra sembrava  dicessero: “me la dai?”  proprio come nel mio sogno di pochi giorni addietro e  io non conoscevo Fabrizio in questi termini. Esitai ancora, per qualche frazione di minuto, imbarazzata da quell’ uomo che continuava a scrutarmi e con un sorrisone da un orecchio all’altro rivolto proprio a me. Fu l’impaccio  e l’incertezza che mi spinsero a proseguire senza voltarmi,  verso il cancello girevole d’entrata e le corsie con gli scaffali ricolmi del supermercato , dimenticando di accertarmi se il tizio avesse un tatuaggio sull’avambraccio destro come Fabrizio, mentre l’uomo, borbottando tra sé, usciva alle mie spalle.

Ripensai più volte a quanto successe, anche se  sarebbe stato troppo tardi per tornare indietro, mi convinsi che non potesse essere  lui  e che si fosse trattato di un  sosia, maledetta me: nell’attesa e nella speranza avevo sempre immaginato o meglio fantasticato che Fabrizio mi avrebbe avvertita, contattata prima,  per incontrarmi oppure mi avrebbe fatto una bella sorpresa al parcheggio dell’ospedale, vicino la mia auto. Com’era possibile che da Modena si fosse imbucato in uno scarno discount di Treviso per acquistare solo un paio di cose che per altro gli stavano tutte ben chiuse tra le sue manone? E se fosse stato lui, come poteva contare sul fatto che io sarei andata a fare la spesa  proprio quella mattina? Forse confidava nel suggerimento datomi da quel qualcuno senza volto comparso nel mio sogno?

 

Bibliografia (per l'interpretazione dei sogni contenuti nei commenti di Cinquecieli):

 

"L'interpretazione dei sogni" di Sigmund Freud;
"L'uomo e i suoi simboli" di C.G. Jung;
"La Cabala mistica" di Dion Fortune;
"Introduzione alla psicologia analitica" di C.G.Jung;
"L'inconscio collettivo" di C.G.Jung;
"Psicopatologia della vita quotidiana" di Sigmund Freud;
"Jung e l'immaginario alchemico" di J. Raff;
"Psicologia e alchimia" di C. G. Jung;
"L'analisi dei sogni - Gli archetipi dell'inconscio - La sincronicità " di C.G. Jung.

 

 

 
 
 
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