Un blog creato da paghe_contributi il 19/06/2007

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NON E' COLPA DELLA STATISTICA

Come acquistare il libro "Non è colpa della statistica"

La recensione di Gaetano Lisco

La recensione di Paride Iuso

La recensione di Antonella Amato

Indagine sui limiti della calcolabilità: intervista al Prof. Alfredo Garro

Un approccio non matematico alla statistica per le scienze mediche

Video su Tik Tok a cura di "Libriperdavvero" in cui viene presentato il libro "Non è colpa della statistica" e letta l'introduzione


Su Instagram, con il nome di "Statbunker", l'autore si occupa di debunking statistico e probabilistico


 
 
 
 
 
 
 

Messaggi di Settembre 2008

 

Riepilogo della SCIENZA di settembre del BLOG Scienze Naturali ed Economiche

Post n°28 pubblicato il 29 Settembre 2008 da supergigia2000

Messaggio n. 20 del 28-08-2008: Che cos'è la scienza ?

Messaggio n. 22 del 09-09-2008: Fisica delle particelle: un po' di terminologia

Messaggio n. 24 del 14-09-2008: La luce

Messaggio n. 25 del 22-09-2008: Specialisti o eclettici divulgatori scientifici ?

Messaggio n. 27 del 29-09-2008: La scienza da' spettacolo

Tutti gli articoli sono stati scritti da Walter Caputo, che vi dà appuntamento a lunedì 6 ottobre con il prossimo contributo alla divulgazione della scienza.

 
 
 

LA SCIENZA DA' SPETTACOLO di Walter Caputo - 26/09/2008

Post n°27 pubblicato il 29 Settembre 2008 da supergigia2000
Foto di paghe_contributi

Torino, 26 settembre 2008, Piazza Vittorio, ore 18. È la “notte dei ricercatori” e – dopo aver visitato un po’ di stand – mi siedo ad un tavolino per scrivere le mie impressioni a caldo.

Il primo stand che mi ha colpito è stato quello del Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino: c’era da risolvere un interessante quesito. Occorreva cercare di infilare il maggior numero di lattine all’interno di un perimetro di legno. Io non riuscivo ad infilarne più di 12. Peccato che la soluzione fosse 13.
Il mio ragionamento mi portava a cercare strutture “globalmente regolari”, e invece – per saturare al massimo lo spazio – bisognava cercare “regolarità locali”: in particolare un quadrato di 4 lattine e poi 3 triangoli da 3 lattine ciascuno. Totale 13 lattine: semplice, dopo che ti hanno detto la soluzione.

La seconda disciplina scientifica che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta è stata la chimica. Mettiamo il caso di aver esaurito tutte le batterie, cosa facciamo ? Semplice: piantiamo 2 pezzetti di metalli diversi (distanziati fra loro) dentro un limone. Ed ecco che le due barrette di metallo diventano i due poli della nostra batteria improvvisata, di circa 1,5 volt (variabile e seconda del tipo di metallo usato). Il trucco è l’acido citrico contenuto nel limone.
E poi, che succede se facciamo cadere alcune gocce di glicerina su un po’ di polverina di permanganato di potassio ? Il fuoco ! Otteniamo fuoco senza accendino né fiammiferi !
E se invece vogliamo ottenere un bell’effetto estetico come le decorazioni che si usano per gli acquari…., possiamo gettare briciole di nitrato di cobalto oppure di nitrato di nichel all’interno di un bicchierino pieno d’acqua e silicato di sodio (50% acqua e 50% silicato di sodio). L’effetto è veramente stupefacente: vedremo salire dal fondo degli spaghetti colorati simili a molle irregolari che si combineranno in improbabili geometrie.
Visto ciò, non possiamo far altro che riflettere sul nostro mondo, composto da 65 metalli, 18 non metalli e 7 semi-metalli, e pensare – ad esempio – al nichel che viene usato nelle monete, al piombo dei soldatini della nostra infanzia, al silicio dei pannelli solari, all’alluminio delle lattine, al mercurio contenuto nel termometro e all’incedibile … disprosio !!! Mi spiegano che è magnetorestrittivo, cioè  ha la proprietà di deformarsi (in particolare di allungarsi) se immerso in un campo magnetico…

E infine la fisica. Mi fermo ad osservare una sostanza strabiliante, che sembra uscita da un romanzo di fantascienza. E invece è soltanto acqua e amido di mais, cioè un fluido non newtoniano. Ma che cosa significa ? Si tratta di un fluido la cui viscosità non è costante (i fluidi newtoniani sono invece caratterizzati da fluidità costante), ma cambia a seconda della velocità con cui lo si colpisce. Se viene colpito con forza, è come dare un pugno su una superficie quasi solida (ci si fa anche male). Se invece lo si colpisce piano, si riesce facilmente a penetrarvi dentro con le dita, quasi come se fosse un liquido.
Ciò capita perché le molecole dell’amido di mais sono dei polimeri, cioè sono simili a lunghi spaghetti: che oppongono una resistenza notevole – chiudendosi a griglia – quando vengono colpiti con forza.

In uno stand successivo è di scena la Fisica Quantistica. E qui tanti visitatori sono stupiti di fronte ad un esperimento che dimostra la doppia natura della luce: sia onda che particella. Ancora di più ci si stupisce quando un ricercatore spiega che dobbiamo immaginare il fotone (= particella di luce) come un frisbee. Se lo polarizziamo, cioè ad esempio lo forziamo a viaggiare inclinato a 45 gradi e lo spariamo contro una fenditura – sempre a 45 gradi ma nel verso opposto, quindi ortogonale rispetto al fotone – vediamo che il fotone … non passa dall’altra parte. Basta però diminuire gradualmente l’ortogonalità per veder passare un po’ di fotoni. Più che vedere, si tratta della probabilità che il fotone ha di superare la fenditura.
E allora il fotone non è altro che una particella a cui è associata “un’onda di probabilità”: ecco il famoso dualismo onda-particella.

Si è fatto tardi, devo tornare a casa. Ma non guarderò la TV, non esiste migliore spettacolo della scienza dal vivo.
[in foto: Giove con 2 suoi satelliti, Europa e Ganimede]

 
 
 

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Post n°26 pubblicato il 26 Settembre 2008 da supergigia2000

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SPECIALISTI O ECLETTICI DIVULGATORI SCIENTIFICI ? di Walter Caputo – 15 settembre 2008

Post n°25 pubblicato il 22 Settembre 2008 da supergigia2000
Foto di paghe_contributi

“La cultura scientifica diventa allettante se annuncia non solo i principi, le equazioni, i risultati, ma se ci permette anche di cogliere le specifiche passioni attorno a cui tutto ciò si è costruito” dice Etienne Klein in “Sette volte la rivoluzione – I grandi della fisica contemporanea”. Ma se si possiede un fortissimo interesse per la storia della scienza, come si fa a resistere alla tentazione di approfondire gli argomenti scientifici, per superare una conoscenza meramente storica della scienza ?

E – nel momento in cui, sfruttando conoscenze già acquisite e cercando di colmare le proprie lacune – si accede al nucleo complesso della scienza, come si può sopportare di non comprenderla appieno ? Si può convivere con una comprensione minima ?

Tale problema può essere inserito nel contesto della specializzazione professionale. Oggi non si capisce se dobbiamo essere specialisti oppure eclettici. Chi non è specialista spesso non è credibile agli occhi del committente. Tuttavia l’eclettico lascia frequentemente il proprio nome nei libri di storia.

Pensiamo ad esempio a Fra Luca Pacioli e alla disinvoltura con la quale si muoveva fra la contabilità e la geometria (fu il primo a scrivere un trattato contabile sul metodo della partita doppia). Oppure può venirci in mente Erwin Schrodinger, passato alla storia per un’equazione che sfrutta la meccanica ondulatoria al fine di descrivere il comportamento degli elettroni, ma ricordato anche per quanto ha scritto di filosofia.

Sono personalmente convinto che solo un eclettico – grazie ai suoi molteplici interessi – sia in grado di fornire (a livello divulgativo) il quadro generale di un fenomeno scientifico. E le persone (i non addetti ai lavori) hanno bisogno del quadro generale; solo in un secondo momento potranno liberamente scegliere se approfondire lo studio del fenomeno ovvero soltanto alcune parti dello stesso.

 
 
 

LA LUCE di Walter Caputo – annulla e sostituisce il precedente 

Post n°24 pubblicato il 14 Settembre 2008 da supergigia2000

Si parla di "luce visibile" per distinguerla da altri tipi di radiazione elettromagnetica, invisibili all’occhio umano: prima del violetto (raggi ultravioletti, raggi X, raggi gamma) e dopo il rosso (infrarossi, microonde, onde radio).

La luce visibile, anche detta "radiazione visibile" è composta da onde elettromagnetiche appartenenti quindi ad un piccolo intervallo di lunghezze d’onda: da 350 nm a 700 nm circa (per lunghezza d’onda si intende la distanza tra due "creste" o due "ventri" successivi di un’onda).

In realtà ciò che noi vediamo non è la luce, ma il modo in cui un certo tipo di radiazione interagisce con gli oggetti che ci circondano.

Si tratta di capire in sostanza cosa accade alla luce quando incontra la materia.

Un raggio luminoso emesso da una sorgente, quando incontra la materia, viene sempre in parte:

  • riflesso
  • trasmesso
  • assorbito
  • : la parte del raggio assorbito penetra nella materia ma non ne esce. Ciò incrementa l’energia della materia.
    : la parte del raggio trasmesso penetra nella materia e ne esce dall’altra parte secondo una direzione diversa da quella di entrata (si tratta del fenomeno della rifrazione);
    : la parte del raggio riflesso viene rinviata alla sorgente

Per la legge di conservazione dell’energia, la somma delle quantità di energia assorbita, riflessa e trasmessa è uguale alla quantità di energia della luce incidente (cioè della luce che parte da una sorgente e colpisce la materia).

A seconda del fenomeno studiato, la luce si comporta a volte come un’onda, a volte come una particella. In quest’ultimo caso, secondo il modello corpuscolare della radiazione, la luce è composta da pacchetti o fasci di fotoni (i fotoni vengono anche definiti quanti di luce) che trasportano l’energia elettromagnetica nello spazio. Sulla base di queste considerazioni, nel modello standard della fisica delle particelle elementari, i fotoni sono descritti come particelle mediatrici dell’interazione elettromagnetica.

La velocità della luce nel vuoto è di circa 300.000 km/s. È importante sottolineare nel vuoto, perché un’onda luminosa di frequenza data si propaga nei vari mezzi con velocità diverse, tipiche del mezzo stesso.

Ad esempio, usando dati approssimati, la velocità della luce nell’ambra è di 200.000 km/s, per cui l’indice di rifrazione dell’ambra è pari a 1,5 (= 300.000 / 200.000).

L’indice di rifrazione "n"

Fu Newton a scoprire che quando la luce solare attraversa un prisma trasparente essa viene suddivisa nei colori componenti: dal rosso al violetto, passando per l’arancione, il giallo, il verde e il blu. Newton dette a questa distribuzione regolare il nome di "spettro" (dal latino spectrum = immagine), e dimostrò che i colori erano una proprietà intrinseca della luce solare e non erano dovuti al prisma impiegato per scomporla.

Come abbiamo prima accennato, la luce che incide su una superficie viene in parte riflessa, in parte trasmessa e in parte assorbita. Ciò dipende dalla composizione della sostanza, cioè dalla capacità di assorbire o diffondere la luce degli atomi o delle molecole (= insiemi di atomi) che la compongono. Ogni specie atomica e molecolare assorbe ed emette radiazione solo a specifiche frequenze, mentre è trasparente a tutte le altre. Così, le particelle che compongono la sostanza sono le responsabili del colore della sostanza stessa.

Non è soltanto il Sole a produrre luce. Ad esempio quando una sostanza brucia, emette luce, oppure quando un certo tipo di materiale viene colpito da raggi ultravioletti, emette radiazione (fenomeno della fluorescenza).

La fluorescenza si distingue dalla fosforescenza in quanto i materiali fluorescenti hanno la capacità di emettere luce quando sono stimolati, ma al cessare dello stimolo tornano opachi. Nei materiali fosforescenti, invece, la luce continua ad essere emessa anche dopo la fine dello stimolo.

Questo tipo di emissione luminosa si sviluppa in due fasi: dapprima gli elettroni degli atomi che costituiscono il materiale assorbono energia dalla radiazione incidente (effetto fotoelettrico) e passano ad un livello energetico superiore (abbiamo detto prima che la luce assorbita è quella che penetra ma non fuoriesce, quindi incrementa l’energia del corpo ricevente); poi ciascuno degli elettroni eccitati torna al livello originario facendo vari "salti", emettendo cioè fotoni meno energetici di quelli assorbiti. Ecco perché il materiale assorbe raggi ultravioletti e poi emette luce visibile (i raggi ultravioletti sono più energetici della luce visibile, i raggi X lo sono ancora di più e i raggi gamma, posti all’estremo della gamma delle radiazioni elettromagnetiche, sono i più energetici di tutti. In particolare, dalla luce visibile ai raggi gamma, si assiste alla diminuzione della lunghezza d’onda e all’aumento della frequenza).

Ricordiamo, per inciso, che la scoperta della legge relativa all’effetto fotoelettrico ha fruttato ad Albert Einstein il premio Nobel per la Fisica. Che, curiosamente, gli venne consegnato a prescindere dalla teoria della relatività e della gravitazione, per la quale l’Accademia reale svedese restava in attesa di eventuali conferme sperimentali (pur riconoscendone l’intrinseco valore). Ciò venne deciso nell’assemblea del 9 novembre 1922, ma Einstein ritirò di fatto il premio solo nell’aprile del 1923, quando la medaglia e il diploma gli furono consegnati dall’ambasciatore svedese a Berlino.

Altri modi di produrre luce sono: la chemioluminescenza (tramite reazioni chimiche), la bioluminescenza (tramite animali, es. lucciole), la triboluminescenza (tramite azione meccanica), l’elettroluminescenza (tramite scariche elettriche all’interno di gas).

è infatti pari al rapporto fra "c" (velocità della luce nel vuoto, dal latino celeritas = velocità) e "v" (velocità della luce nel mezzo). Il minimo indice di rifrazione, pari ad 1, è quello del vuoto (= 300.000 / 300.000). Quanto più è piccola la velocità della luce nel mezzo, tanto più grande sarà l’indice di rifrazione del mezzo stesso. Indici di rifrazione molto vicini ad uno sono caratteristici dell’aria, dell’idrogeno, dell’anidride carbonica. Il diamante ha invece un indice di rifrazione di 2,419.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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L'AUTORE DEL BLOG: CHI E' WALTER CAPUTO ?

Ha un diploma universitario in Amministrazione Aziendale, con specializzazione in Finanza. E’ laureato in Economia e Commercio e in Scienze Statistiche. Insegna sia materie matematico - fisico – statistiche che economico - giuridico - fiscali. Su questi temi: contabilità, controllo di gestione, paghe e contributi, divulgazione scientifica ha scritto decine di libri. Inoltre ha pubblicato più di 300 articoli di divulgazione scientifica. Da giugno 2016 è coautore del blog Cibo al microscopio. Da novembre 2012 è cofondatore di Risparmiare Fare Guadagnare. Da novembre 2008 è science writer per Gravità Zero, corporate blog di divulgazione scientifica. Da giugno 2007 è autore di un Blog di Scienze naturali ed economiche.

I suoi articoli si leggono qui.

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