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NON E' COLPA DELLA STATISTICA

Come acquistare il libro "Non è colpa della statistica"

La recensione di Gaetano Lisco

La recensione di Paride Iuso

La recensione di Antonella Amato

Indagine sui limiti della calcolabilità: intervista al Prof. Alfredo Garro

Un approccio non matematico alla statistica per le scienze mediche

Video su Tik Tok a cura di "Libriperdavvero" in cui viene presentato il libro "Non è colpa della statistica" e letta l'introduzione


Su Instagram, con il nome di "Statbunker", l'autore si occupa di debunking statistico e probabilistico


 
 
 
 
 
 
 

Messaggi di Luglio 2009

 

IL FUTURO DELL'ECONOMIA SECONDO IL DPEF

Post n°251 pubblicato il 22 Luglio 2009 da supergigia2000

Stabilità del bilancio pubblico, coesione sociale, credito e liquidità alle imprese. Sono questi i capisaldi del Dpef (Documento di programmazione economica e finanziaria) predisposto dal Governo, i cui obiettivi sono stati ritenuti compatibili con gli impegni europei. Il DPEF passa ora all'esame del Senato. L'inizio dell'esame in Aula è previsto per lunedì 27 luglio. La Commissione Bilancio ha in programma, con la V Commissione della Camera, le audizioni del Ministro dell'economia e finanze, di rappresentanti ISTAT e ISAE, del Governatore della Banca d'Italia, di rappresentanti della Corte dei Conti e del CNEL.

L’ottimismo negli ambienti istituzionali è dato dal fatto che la caduta economica rallenta, le entrate tengono e le tensioni sui mercati finanziari si sono gradualmente allentate. In generale, precisano fonti governative, le misure adottate dal documento hanno puntato ad aumentare la fiducia tra gli operatori e ridurre l'incertezza, nonché ad implementare l'efficienza del sistema.

Dalla lettura del Dpef, inoltre, emerge un altro importante aspetto: il Governo intende agire per trasformare l'attuale crisi in un'opportunità di sviluppo e di rilancio per l'economia italiana, e più in generale di progresso sociale per il Paese. Negli ultimi due - tre mesi, secondo il Dpef, si sono ripetuti segnali non negativi per l'economia mondiale e per quella italiana, tali da prevedere verosimilmente una ripresa a partire dal 2010. Il prossimo anno dovrebbero tornare a crescere gli investimenti in macchinari ed attrezzature, anche per effetto del provvedimento di incentivazione fiscale (la c.d. Tremonti ter) contenuta nella Manovra d’estate (D.L n. 78/2009), mentre per gli investimenti in costruzioni si configura una lieve contrazione.

Nel triennio successivo tutti gli investimenti privati dovrebbero riprendere: in media di circa il 2,8% per l'acquisto di macchinari e 1,9% per gli investimenti in costruzioni. Il Dpef evidenzia inoltre che la politica di bilancio dei prossimi anni continuerà a poggiare su tre pilastri:

- il mantenimento degli equilibri di finanza pubblica;

- il sostegno alla crescita e il recupero di produttività;

- la prosecuzione del sostegno temporaneo alle famiglie e alle imprese.

Sul primo punto il Dpef si è soffermato anche in seguito all’allarme diffuso dalla Banca d'Italia a causa dei non positivi dati sull'andamento del debito pubblico. Si tratta del nuovo massimo storico, che a maggio è di 1.752,188 miliardi di euro, in notevole aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e con una in crescita di circa 4 miliardi rispetto al mese precedente.

L’impegno del Governo è dunque quello di portare i conti verso il pareggio di bilancio, di ridurre permanentemente il rapporto debito/Pil non appena la ripresa sarà consolidata. Come si legge nel Dpef, le potenzialità di sviluppo di un Paese dipendono dalla sua capacità di ricambio e innovazione del capitale (fisico e umano), dalla dotazione e dalla qualità delle infrastrutture immateriali e dalla solidità delle sue istituzioni sociali.

L’intervento pubblico può svolgere un ruolo fondamentale in ciascuno dei suddetti settori. Con riferimento agli investimenti pubblici, questi – che hanno rappresentato un volano per lo sviluppo dell'Italia del secondo dopoguerra - segnano oggi il passo in seguito a ritardi che pongono il Paese dietro agli altri principali partner europei. Il gap potrà essere superato solo con la semplificazione, il riordino della normativa al riguardo e con la riduzione degli adempimenti burocratici.

Tali impegni sono nell'agenda del Governo, che è già intervenuto dando priorità alla semplificazione delle procedure di avvio dell'attività d'impresa. L'investimento in capitale umano, che costituisce il necessario complemento delle infrastrutture materiali, richiede un processo di riforma del sistema dell'istruzione, della formazione e della ricerca. L’obiettivo è innalzare la qualità del servizio reso e formare cittadini capaci di sfruttare al massimo le opportunità che la società e il sistema economico mettono loro a disposizione.

Le risorse dovranno essere reindirizzate, evitandone utilizzi inefficaci. Sul piano delle infrastrutture immateriali, il Governo intende predisporre un’azione di recupero dell’efficienza nella prestazione dei servizi pubblici. Un ruolo fondamentale verrà svolto dal nuovo disegno del decentramento previsto dalla delega sul federalismo fiscale, che pone al centro del processo di allocazione delle risorse criteri basati su costi e fabbisogni di spesa standard, superando esplicitamente il criterio della spesa storica.

Per quanto riguarda gli investimenti atti a fronteggiare la crisi, il Dpef sottolinea che l'Italia ha stanziato (escludendo gli interventi a favore del settore bancario) risorse lorde pari a circa 27,3 miliardi per il quadriennio 2008-2011 (2,7 miliardi nel 2008, 11,4 nel 2009, 7,5 nel 2010 e 5,8 nel 2011), per un complessivo 1,8% del Pil, a cui si aggiungono 16 miliardi di finanziamenti alle infrastrutture.

Le misure anti-crisi adottate a partire dal 2008 hanno avuto un impatto positivo di oltre mezzo punto sul Pil del 2009 (rispetto al valore ottenuto ipotizzando l’assenza di ogni intervento) e continueranno ad averlo anche nei prossimi anni (+0,4 e +0,3% nel 2010-2011). Secondo il Governo, inoltre, tali manovre produrranno effetti positivi anche sull'occupazione con un + 0,3% di crescita rispetto allo scenario di base nel prossimo biennio.

(Documento di programmazione economica)

 
 
 

QUANDO C'E' LA CRISI I PREZZI SCENDONO (o almeno crescono in misura minore)

Post n°250 pubblicato il 22 Luglio 2009 da supergigia2000

La rilevazione definitiva dell’Istituto nazionale di statistica ha confermato le stime provvisorie: in giugno l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è risultato pari a 137,8, con incremento del solo +0,1% rispetto al mese di maggio.

Rispetto al giugno del 2008 la variazione è dello +0,5%, il minimo dal settembre 1968.

La tendenza declinante dell’inflazione in Italia è ribadita anche dall’andamento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), che è stato pari a 109,5 registrando in giugno una variazione di +0,2% rispetto a maggio e di +0,6% rispetto al giugno 2008.

E’ confermato anche il calo dell’inflazione strutturale (al netto delle variazioni delle voci di spesa più volatili, energia e prodotti alimentari) che scende all’1,6% annuo contro l’1,9% a maggio.

Ricordiamo che in maggio l’incremento del NIC era stato dello 0,2% rispetto ad aprile e dello 0,8% rispetto al maggio 2008.

L’indice IPCA era cresciuto dello 0,2% rispetto ad aprile, con inflazione tendenziale allo 0,9% (dall'1,2% di aprile).

La disaggregazione per capitoli di spesa vede gli incrementi congiunturali più rilevanti dell’indice NIC per Trasporti (+0,9%) e Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,6%); variazioni nulle si registrano per i capitoli Bevande alcoliche e tabacchi, Istruzione e Servizi ricettivi e di ristorazione, mentre variazioni negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni (-1,2%), Servizi sanitari e spese per la salute (-0,5%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,1%).

Il confronto con il giugno 2008 evidenzia i maggiori incrementi per i prezzi di Bevande alcoliche e tabacchi (+4,9%), Altri beni e servizi (+2,4%) e Istruzione (+2,1%).

Negative sono le variazioni tendenziali nei capitoli Trasporti (-4%), Comunicazioni (-0,9%) e Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-0,1%).

 
 
 

FISICA: DA DOVE SI COMINCIA ? - di Walter Caputo – 22 luglio 2009

Post n°249 pubblicato il 22 Luglio 2009 da supergigia2000

Talvolta capita di essere interessati alla Fisica. Se, caro lettore, tu fossi interessato a questa disciplina scientifica, potresti aver avuto qualche difficoltà di comprensione. Magari hai studiato fisica alle scuole superiori, ma ormai l’hai completamente dimenticata, oppure hai ricevuto soltanto una breve infarinatura nel biennio, di cui non hai mai capito granché. Eppure, ora che non sei più uno studente, ti è venuta voglia di leggere qualcosa di interessante: un bell’argomento di fisica. Tuttavia la fisica non c’entra niente con il tuo lavoro, anzi forse è proprio un modo per occupare in maniera intelligente il tuo tempo libero, e sopportare meglio il tuo lavoro, che – sebbene non sia ciò che vorresti veramente fare – ti dà comunque da mangiare.

Sei perfettamente consapevole del fatto che, se iniziassi dal punto sbagliato, non capiresti nulla. Inoltre preferiresti frequentare un bel corso di fisica, ma sai benissimo che non ce ne sono, a parte quelli universitari, nei quali – purtroppo – si danno per acquisite una serie di conoscenze che non hai. Allora come fare ? Cosa leggere ? Da dove è più opportuno iniziare ? Possiamo considerare i seguenti livelli:
- livello zero: divulgazione scientifica;
- livello uno: liceo scientifico;
- livello due: università;
- livello tre: articoli specialistici.

La divulgazione scientifica è il livello perfetto da cui partire, poiché non richiede conoscenze già acquisite e tende a far innamorare il lettore della materia. Tuttavia tale livello spesso omette la matematica, fermandosi sostanzialmente di fronte ad un muro invalicabile, oltre il quale una massa indistinta di lettori non può andare.
Se, caro lettore, hai già trascorso un bel po’ di tempo libero su libri divulgativi, credo che in questo momento ti senta piuttosto insoddisfatto, perché vorresti andare oltre, capire più in profondità, afferrare l’intimità del funzionamento della materia.
Perché, allora, non passare al livello uno ? Perché riprendere in mano libri delle superiori generalmente non è una cosa gradevole, inoltre quei libri sembrano incredibilmente lunghi e stracolmi di formule e simboli incomprensibili. Il problema più rilevante è che comunque hai poco tempo libero e – francamente – non vorresti trascorrerlo sbattendo metaforicamente la testa contro un muro.

Sai però che, se esistesse un livello 0,5 potresti facilmente accedervi e poi - affrontare il livello uno - non rappresenterebbe più un ostacolo insormontabile. Ecco, la mia idea è fornirti il livello 0,5 tramite una serie di articoli che saranno il ponte per il livello uno. Dunque, se sei pronto, possiamo cominciare.

Innanzitutto la Fisica studia quantità definite in modo rigoroso e che siano anche misurabili. Tali quantità prendono il nome di “grandezze fisiche”. Tutte quelle formule, più o meno complicate, che si trovano nei libri di Fisica, non sono altro che “leggi fisiche”, cioè relazioni fra grandezze fisiche. Queste ultime, come ti ho detto poc’anzi, sono misurabili. In che modo ? Attraverso, appunto, la “misura”, ovvero la procedura che permette di associare alla grandezza un valore numerico, mediante il confronto fra la quantità che è oggetto dell’osservazione e un campione, di valore unitario, detto “unità di misura”. Le unità di misura sono raccolte in tre diversi sistemi: il Sistema Internazionale (S.I.), il Sistema Centimetro, Grammo, Secondo (C.G.S.) e il Sistema Pratico. È da evidenziare che, nel Sistema Internazionale, esistono sette grandezze fondamentali (le cui unità di misura sono definite in modo indipendente), che riporto qui di seguito, con a fianco la relativa unità di misura:
- Lunghezza – metro;
- Massa – chilogrammo;
- Tempo – secondo;
- Intensità di corrente elettrica – ampere;
- Temperatura – kelvin;
- Intensità luminosa – candela;
- Quantità di sostanza – mole
ed esistono anche parecchie grandezze derivate, le cui unità di misura sono definite mediante relazioni analitiche con le grandezze fondamentali.

Le grandezze fisiche possono essere “scalari”, cioè semplici numeri oppure “vettoriali”, ovvero – dal punto di vista matematico, righe o colonne di numeri.
Più in particolare, le grandezze scalari sono definite tramite un’unità di misura ed un numero che ne traduce la misura (cioè l’intensità della grandezza). Un esempio di grandezza scalare è il tempo, misurato in secondi: posso dire che, dal momento in cui ho iniziato a scrivere questo articolo, sono già trascorsi 2700 secondi.
Le grandezze vettoriali sono definite tramite un’unità di misura e un vettore, in quanto necessitano di una serie di informazioni (contenute appunto nel vettore) al fine di essere rigorosamente definite. Si tratta di direzione, verso e modulo. Ma qui, caro lettore, devo aprire una parentesi matematica che si chiama “algebra lineare” e che sarà oggetto di un prossimo articolo.

 
 
 

A Rischio Oltre 500mila Posti Di Lavoro. Cnel: ''Grande Incertezza''

Post n°248 pubblicato il 22 Luglio 2009 da supergigia2000

Roma, 22 lug. (Adnkronos/Ign) - "Le previsioni per i prossimi mesi sono molto incerte. La disoccupazione in Italia continuerà ad aumentare e il ricorso agli ammortizzatori sociali sarà ancora significativo. Il ricorso alla Cassa Integrazione nell'ultimo bimestre ha registrato un rallentamento ma resta su livelli assoluti molto elevati a testimoniare della profondità della crisi". Il futuro quadro del mercato del lavoro viene tracciato dal Rapporto del Cnel che stima per il 2009 "una perdita di posti di lavoro tra le 350mila e le 540mila unità se misurato in forze di lavoro e tra le 620mila e le 820mila in termini di Ula (unità lavorative annue). Lo stock di disoccupati potrebbe aumentare in una forchetta che oscilla tra 270mila e 460mila unità.

Il tasso di disoccupazione a fine anno potrebbe collocarsi, nella peggiore delle ipotesi, poco al di sotto del 9%. Cruciali - secondo il Cnel - nel determinare le caratteristiche e l'intensità della ripresa saranno gli ultimi mesi del 2009 e i primi del 2010". Per questo motivo "è importante che vi sia piena consapevolezza del fatto che nei prossimi mesi potrebbero rendersi necessari ulteriori interventi per estendere e rendere ancora più flessibili i sostegni al reddito così come diventa determinante anche l'impulso che le stesse parti sociali e le autorità regionali potranno dare agli strumenti in loro possesso (per esempio enti bilaterali, fondi interprofessionali, risorse regionali e soprattutto comunitarie)".

"I risultati ottenuti dall'attuale sistema di ammortizzatori sociali (così come è stato rafforzato per il biennio) non eliminano la necessità di una riforma del sistema -di cui si parla dal 1997- ma ne possono consentire una discussione più equilibrata e più completa". Il Cnel porrà questo argomento al centro della riflessione dei prossimi mesi, unitamente a quella più complessiva sul futuro del sistema di welfare in Italia.

Il Cnel ritiene, inoltre, che una riforma degli ammortizzatori sociali debba tenere conto di alcuni elementi determinanti: "a) le condizioni di accesso ai sostegni al reddito e le compatibilità di un livello di carattere universale con i costi in termini di sostenibilità finanziaria; b) il rafforzamento delle azioni di formazione e di orientamento, ancora oggi troppo slegate dai bisogni reali del mercato del lavoro, se si vuole riorientare il sentiero di sviluppo dell'economia italiana sui cosiddetti green jobs o su i white jobs (lavori legati ai servizi socio-sanitario-assistenziali alla persona o alle famiglie); c) quale sistema di tutele e sostegni al reddito può essere possibile per il lavoro indipendente, la vittima più significativa di questa crisi. E questo è per il sistema produttivo italiano una perdita di grande rilevanza, che deve essere quantomeno attenuata".

Le indicazioni fornite dal Rapporto consentono di affermare che "siamo in una fase di forte difficoltà e di grande incertezza. Le scelte più importanti da parte delle imprese avverranno - si legge nel documento - con tutta probabilità nel prossimo semestre. La 'tesaurizzazione' del capitale umano dipenderà dalle scelte di politica economica nazionale ma anche dalla congiuntura internazionale. L'assetto del sistema di ammortizzatori sociali sarà determinante per garantire la necessaria coesione sociale e la tenuta del sistema produttivo".

tratto da: http://it.notizie.yahoo.com/7/20090722/tts-a-rischio-oltre-500mila-posti-di-lav-c8abaed.html

 
 
 

LAVORARE COME ASTRONAUTA: LA GIORNATA - TIPO

Post n°247 pubblicato il 20 Luglio 2009 da supergigia2000

Com’è organizzato il giorno-tipo di un astronauta nello spazio?

Ogni singolo giorno in orbita (a parte quelli di riposo) è accuratamente pianificato dal ‘Controllo di missione’. La giornata a bordo dura 12 ore e comincia con la sveglia dal ‘Centro di controllo’. Dopo essersi lavati con un panno insaponato (non potendo fare la doccia per l’assenza di gravità), i membri dell’equipaggio fanno colazione per poi passare in revisione, in collegamento con il ‘Controllo missione’, i compiti quotidiani.

Le stazioni spaziali sono come grandi e complicate dimore che hanno costante bisogno di manutenzione e attenzione, quindi molto tempo è dedicato ai lavori domestici di routine come la pulizia e le riparazioni. Buona parte del tempo dell’equipaggio è impiegato nella preparazione e nello svolgimento di esperimenti scientifici e questo comporta che si parli con gli scienziati a terra.

Almeno due ore al giorno sono dedicate all’esercizio fisico, essenziale affinché gli astronauti si mantengano in forma e in salute. Uno dei compiti principali è, poi, il carico dei rifiuti a bordo della navetta di trasporto e lo scarico delle nuove provviste. Anche la preparazione alle passeggiate spaziali richiede molte ore di lavoro. I pasti durante la giornata sono tre, ma bevande e spuntini sono sempre disponibili. La maggior parte del cibo è preparata in un modo particolare per assicurare che possa essere mangiato in condizioni di assenza di gravità: la tecnica più comune è la liofilizzazione.

Non c’è un abbigliamento speciale: gli astronauti di solito indossano vestiti comuni come T-shirts, ma non possono cambiarsi ogni giorno per la difficoltà a lavare gli indumenti.

 

E, quando è ora di andare a dormire, gli astronauti ovviamente non possono stendersi su un letto, a causa dell’assenza di gravità: dormono in sacchi a pelo allacciati a una struttura per evitare di fluttuare nell’ambiente e possono restare dritti, capovolti o addirittura sospesi per aria.

leggi il resto qui: http://it.notizie.yahoo.com/7/20090720/tts-conoscenze-tecniche-e-capacita-adatt-c8abaed.html

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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L'AUTORE DEL BLOG: CHI E' WALTER CAPUTO ?

Ha un diploma universitario in Amministrazione Aziendale, con specializzazione in Finanza. E’ laureato in Economia e Commercio e in Scienze Statistiche. Insegna sia materie matematico - fisico – statistiche che economico - giuridico - fiscali. Su questi temi: contabilità, controllo di gestione, paghe e contributi, divulgazione scientifica ha scritto decine di libri. Inoltre ha pubblicato più di 300 articoli di divulgazione scientifica. Da giugno 2016 è coautore del blog Cibo al microscopio. Da novembre 2012 è cofondatore di Risparmiare Fare Guadagnare. Da novembre 2008 è science writer per Gravità Zero, corporate blog di divulgazione scientifica. Da giugno 2007 è autore di un Blog di Scienze naturali ed economiche.

I suoi articoli si leggono qui.

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