ALCUNI DEI MIEI POST
LA SIGNORA IN VERDE, UN ROMANZO DI ARNALDUR INDRIDASON
P. G. WODEHOUSE - QUANDO LA VOGLIA DI RIDERE INCONTRA IL GIUSTO AUTORE
LA SOVRANA LETTRICE - GENIALE INNO ALLA LETTURA DEL "BRITISH" ALAN BENNETT
IL VIOLINO DI ROTSCHILD di Anton Cechov
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CHI SONO
In questo blog troverete recensioni a romanzi, riflessioni, considerazioni varie, appunti, idee. Può succedere che il blog rimanga fermo per un pò, poi riprende. Come scrittrice (o meglio, come persona che scrive) utilizzo anche lo pseudonimo di "Annie Chammas". Da qualche anno sono "seguace" e "paladina" della Scrittura Zen, condividendo in pieno gli insegnamenti della carissima Natalie Goldberg (Scrivere Zen, Ubaldini Editore). Mi ha salvato la "penna" e la creatività. Grazie Natalie!
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LA SIGNORA IN VERDE, UN ROMANZO DI ARNALDUR INDRIDASON
Post n°45 pubblicato il 11 Ottobre 2014 da paolafarah
Appena prese l’osso dalle mani della bimba, che era seduta per terra e lo masticava, si accorse che era umano (…) Se è vero che un buon romanzo si riconosce già dalla prima riga, mi sono detta, quest’opera di Arnaldur Indriđason sarà di sicuro un ottimo romanzo e, a lettura conclusa, non posso che confermare questa mia iniziale impressione. Ottimo è dir poco, non avendo trovata alcuna imperfezione a nessun livello, e soprattutto di grande valore perché la lettura scorre facilmente e bene mentre il cuore si carica pagina dopo pagina di dolore, rabbia e commozione per le vicende narrate. Da subito sei trascinato con forza al centro della storia, il ritrovamento di uno scheletro sepolto nella campagna circostante Reykjavíc (vicino ad antichi cespugli di ribes) e da subito ti ritrovi agganciato a diverse drammatiche vicende che emergono dal passato senza forzatura alcuna, una accanto all’altra, a completarsi a vicenda come se la verità non avesse fatto altro che aspettare quella bimba (che lenisce con una costola umana il prurito dei primi dentini ) per arrivare infine alla luce. Sono vicende rimaste sospese, bloccate senza risposta nel passare degli anni. Solo una donna vestita di verde probabilmente sa … e, come scoprirete leggendo, è rimasta in attesa anche lei di quel momento, giorno dopo giorno, chiedendosi perché tardasse tanto ad arrivare. Un tempo c’era una casa vicino ai cespugli di ribes … Gli scavi intorno allo scheletro procedono lentamente e il commissario Erlendur nel frattempo indaga. Non per trovare un colpevole, sicuramente non più in vita, ma semplicemente per amore della verità. Questo va sottolineato perché Erlendur non è un commissario comune. Lui convive con il dolore. È un commissario triste, segnato dalla vita, e incontrare il dolore altrui lo aiuta a vivere. Subito ti chiedi come possa svolgere il suo ruolo con tanta angoscia dentro, poi capisci, e vorresti essere lì al suo fianco per dargli forza. Sì, mi sono affezionata a Erlendur e avrei voluto entrare nelle pagine per stargli vicino, ma non voglio dirvi cosa lo tormenta .. e non voglio dirvi altro neppure sulle vicende narrate. Ovviamente lo scheletro potrebbe appartenere a molti dei protagonisti del romanzo … di chi sarà? … Arnaldur Indriđason sa come fare e, fino all’ultimo, lascia intatta nel lettore questa domanda. Un vero maestro della suspense. Che altro dire? Non vedo l’ora d’iniziare un altro dei suoi romanzi.
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