ALCUNI DEI MIEI POST
LA SIGNORA IN VERDE, UN ROMANZO DI ARNALDUR INDRIDASON
P. G. WODEHOUSE - QUANDO LA VOGLIA DI RIDERE INCONTRA IL GIUSTO AUTORE
LA SOVRANA LETTRICE - GENIALE INNO ALLA LETTURA DEL "BRITISH" ALAN BENNETT
IL VIOLINO DI ROTSCHILD di Anton Cechov
LA RAGAZZA DI TRIESTE - romanzo di Pasquale Festa Campanile
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CHI SONO
In questo blog troverete recensioni a romanzi, riflessioni, considerazioni varie, appunti, idee. Può succedere che il blog rimanga fermo per un pò, poi riprende. Come scrittrice (o meglio, come persona che scrive) utilizzo anche lo pseudonimo di "Annie Chammas". Da qualche anno sono "seguace" e "paladina" della Scrittura Zen, condividendo in pieno gli insegnamenti della carissima Natalie Goldberg (Scrivere Zen, Ubaldini Editore). Mi ha salvato la "penna" e la creatività. Grazie Natalie!
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I personaggi di un romanzo devono avere un volto, esattamente come i personaggi dei film e delle commedie teatrali, un volto fatto di rughe, di rossetto, di panico, di gioia, ed ogni dettaglio del volto deve riflettersi nella mente del lettore creandone l’immagine. E’ così. L’attenzione visiva è la forma di attenzione più facile ed un romanzo deve riuscire a catturarla esattamente come un film, come una commedia. Vedere il volto aiuta ad amare/odiare il personaggio, aiuta a capirlo, aiuta a vivere con ansia o con dolcezza le sue storie, aiuta a non perdersi, pagina dopo pagina, ad affezionarsi anche, a ricordare. Viceversa un personaggio senza volto è una sfida, intrigante e sottile, artistica, sofisticata. Non dev’essere per caso o dimenticanza. Anche il personaggio senza volto può catturare l’attenzione, anche di più, ma nella mente del lettore deve stagliarsi nitido un contorno scuro fatto di rumori, di passi, di voci, di abitudini, un contorno scuro fatto quindi di mistero ed essenzialmente di attesa: l’attesa d’incontrare un volto, che forse non s’incontrerà mai.