Creato da m_de_pasquale il 05/10/2009
"il sapere ha potenza sul dolore" (Eschilo) ______________ "Perchè ci hai dato sguardi profondi?" (Goethe)
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"La filosofia guarda da un altro livello cose, problemi, sofferenze, desideri, piaceri. E qui cade la solitudine del filosofo che non gode come gli altri, non soffre come gli altri, perchè non guarda le cose al livello dove le vedono gli altri. Per questo il filosofo è solo e incompreso. Della solitudine ringrazia ogni giorno gli dèi che gli tolgono di torno gli abitatori del tempo; dell'incomprensione si rammarica, non per sé ma per gli altri che non sanno quello che dicono e fanno." (Galimberti)
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Post n°28 pubblicato il 28 Novembre 2009 da m_de_pasquale
Come spiegarci la forza d’attrazione che l’altro o l’altra esercitano su di noi? Cosa ci seduce dell’altro/a: ciò che vediamo o ciò che si nasconde? E’ seducente la presenza o l’assenza? La visione del corpo è una delle esperienze più seducenti che esistano e siamo portati a pensare che la visione del corpo nudo sia il massimo dell’erotismo. La nostra società che ha il suo dio nella produzione, ha capito bene come funzione ed infatti usa la seduzione per la produzione: la pubblicità che associa bei corpi a merce da vendere. Ma perché un’abbondanza di corpi nudi o la visione prolungata del corpo nudo a lungo andare diminuisce sempre più il desiderio? Sembrerebbe che quanto più il corpo si riveli tanto più diminuisca la sua capacità seducente, è come se avesse detto tutto e non ci sia niente altro da immaginare. Fine del gioco estetico-erotico. Fine del desiderio. Afferma Baudrillard: “La seduzione non si basa sul desiderio o sull’attrazione: tutto questo è volgare meccanica e fisica carnale, nulla di interessante. Certo, il fascino della seduzione passa attraverso l’attrattiva del sesso. Ma, propriamente, vi passa attraverso, la trascende. Per la seduzione, infatti, il desiderio non è un fine, ma un’ipotetica posta in gioco. Anzi, più precisamente, la posta in gioco è provocare e deludere il desiderio, la cui unica verità è brillare e restare deluso. […] Attraverso lo specchio prismatico della seduzione si perviene ad un altro spazio di rifrazione. Essa consiste non nell’apparenza semplice, non nell’assenza pura, ma nell’eclissi di una presenza. La sua unica strategia è essere là e non essere là, e assicurare così una sorta di ammiccamento intermittente, dispositivo ipnotico che cristallizza l’attenzione al di là di ogni effetto di senso. Qui l’assenza seduce la presenza”. La seduzione dischiude la trascendenza. Nel frammezzo tra visibile ed invisibile io scopro il mio desiderio che coincide col gioco ambiguo della presenza/assenza. Il desiderio è alimentato da un corpo che si intravede (quello che si vede, abbiamo detto, lo spegne): è più erotica una nudità esplicita o una nudità che si intravede dalle vesti? La trasparenza alimenta l’immaginazione rendendo possibile la tensione verso una ulteriorità di senso; è come se si conquistasse la possibilità di superare quella prigionia di significati a cui il corpo è costretto. Ed allora il corpo dell’altro è il fine della seduzione o l’occasione per alimentare il desiderio che significa apertura ad una ulteriorità (= trascendenza)? La seduzione così intesa potrebbe contribuire a rifiutare la settorializzazione del corpo in determinati significati tra cui la sua riduzione a fonte di piacere per l’economia libidica, favorendo, così, l'apertura del gioco della ambivalenza che ci consentirebbe di percepire il corpo nel suo senso originario, recuperandone la natura polisemica, prima di tutti i significati impostigli? Se la demarcazione sessuale con la distinzione del maschile e del femminile è stata un’operazione della Ragione (siamo ambivalenti: nessun essere è relegato “per natura” in un solo sesso) per consentire l’organizzazione sociale, di fronte alla omofobia dilagante, figlia, appunto, della settorializzazione del corpo (corpo maschio e corpo femmina), non potrebbe costituire una cura il recupero della ambivalenza sessuale? Il recupero dell’originario senso ambivalente del corpo prima di ogni principio d’ordine che ha posto la distinzione tra maschio e femmina e nell’evoluzione successiva la prevaricazione del primo sulla seconda? (Amore - 2 precedente successivo) |
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