Creato da m_de_pasquale il 05/10/2009
"il sapere ha potenza sul dolore" (Eschilo) ______________ "Perchè ci hai dato sguardi profondi?" (Goethe)
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"La filosofia guarda da un altro livello cose, problemi, sofferenze, desideri, piaceri. E qui cade la solitudine del filosofo che non gode come gli altri, non soffre come gli altri, perchè non guarda le cose al livello dove le vedono gli altri. Per questo il filosofo è solo e incompreso. Della solitudine ringrazia ogni giorno gli dèi che gli tolgono di torno gli abitatori del tempo; dell'incomprensione si rammarica, non per sé ma per gli altri che non sanno quello che dicono e fanno." (Galimberti)
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Post n°61 pubblicato il 01 Dicembre 2010 da m_de_pasquale
Se le idee si curano con altre idee, proviamo a curare l’idea unidimensionale di crescita - che associamo a quella del potere - disponendola alla contaminazione di altre idee. Unidimensionale perché sottoposta alla dittatura del quantitativo, del “di più”, dell’aumento. Ma il di più va solo verso l’alto o può dirigersi anche verso il basso? Esiste anche un “di più” orientato sul versante della profondità. Afferma Hillmann: “le cose non possono crescere verso l’alto se contemporaneamente non crescono anche verso il basso, come avviene per la maggior parte delle piante”. Approfondimento è il potere di fermarsi, di concentrarsi per mettere ordine. Normalmente crescita per noi è sinonimo di espansione, ma non è crescita anche la condensazione? Dal simbolo che è forse il massimo della condensazione, della intensificazione, non si sprigionano una pluralità impensabile di sensi! Ed il linguaggio poetico che in una parola riesce ad esprimere un mondo intero? Altre idee potrebbero avere una correlazione con la crescita anche se in apparenza sembrerebbe il contrario. Ad esempio quella di spoliazione, ovvero l’esperienza di crisi radicale che azzera quanto abbiamo faticosamente costruito: quello che proviamo quando le crisi si abbattono all’improvviso sulla nostra anima, forse proprio quando si raggiunge la meta della vita. Sentiamo attaccata ed alluvionata l’essenza stessa della nostra vita, quelle identità alle quali siamo legati in modo acritico e che costituiscono la corazza che ci consente di vivere. E questo ci fa cadere in preda della paura. Anche un’altra idea come quella di ripetizione viene vista come contraria a quella di crescita perché quest’ultima è ritenuta dinamica ed organica a differenza della prima considerata statica ed inanimata. Eppure andrebbe riscoperto il piacere della ripetizione perché ti solleva – essendo un’azione abituale – dall’obbligo del controllo dandoti la possibilità di concentrare le tue energie sulla rifinitura, sulla precisione. E’ quello che succede quando vediamo un artigiano all’opera che proprio perché ha fatto migliaia di volte quella operazione con pochi abili mosse riesce a produrre un bene di cui ammiriamo precisione e rifinitura. Manteniamo un’idea di crescita appiattita sul riempimento continuo (di tempo, di produzione, di divertimento,…) senza soluzione di continuità che l’idea del vuoto ci sconvolge. Anzi la consideriamo come l’opposto della crescita, un processo contrario ad essa. Ma a sentire Lao Tzu dobbiamo ricrederci: “Trenta raggi si riuniscono in un centro vuoto ma la ruota non girerebbe senza quel vuoto. Un vaso è fatto di solida argilla, ma è il vuoto che lo rende utile. Per costruire una stanza, devi aprire porte e finestre; senza quei vuoti, non sarebbe abitabile. Dunque, per utilizzare ciò che è devi utilizzare ciò che non è”. Il vuoto è centrale, sembra che addirittura il potere sia nel vuoto, è il vuoto che consente la crescita: infatti quest’ultima non avrebbe ragione di esplicarsi se non a partire dal mancante, dal non ancora. Se le cose stanno così possiamo far nostre le parole di Hillmann che a proposito dell’invecchiamento delle persone si chiede: “Potremmo considerare il declino e la contrazione che accompagnano l’invecchiamento come un valore aggiunto, e non come una perdita letterale? La smemoratezza e le cadute dell’attenzione, quella vaga goffaggine nei movimenti, quel venir meno delle risposte emotive e quell’impoverirsi del linguaggio, potrebbero non essere soltanto così come appaiono agli occhi di chi è giovane? Forse c’è bisogno di fare spazio; c’è bisogno di una pausa in vista di una musica differente, di uno svuotamento di ciò che è abituale in vista di qualcosa che abituale non è”. (Potere - 4 precedente successivo) |
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