Sottouncielodistelle
Ai confini dell’infinito, dove cielo e terra si prendono per mano
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Messaggi di Novembre 2014
Post n°8738 pubblicato il 29 Novembre 2014 da patty1_mah
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Post n°8737 pubblicato il 26 Novembre 2014 da patty1_mah
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Post n°8734 pubblicato il 24 Novembre 2014 da patty1_mah
UOMINI Non è vero che tutti gli uomini sono uguali. Ci sono uomini e uomini. |
Post n°8733 pubblicato il 24 Novembre 2014 da patty1_mah
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Post n°8732 pubblicato il 23 Novembre 2014 da patty1_mah
L’UOMO CHE NON CREDEVA NELL’AMORE
Voglio raccontarvi una storia molto antica su un uomo chenon credeva nell’amore. Si trattava di un uomo comune, proprio come voi e me, ma ciòche lo rendeva speciale era il suo modo di pensare: era convinto che L’AMORENON ESISTESSE. Naturalmente l’aveva cercato a lungo, aveva osservato lepersone intorno a sé, trascorrendo gran parte della vita in cerca d’amore, soloper scoprire che l’amore non esisteva. Dovunque andasse, diceva a tutti che l’amore è soltantoun’invenzione dei poeti e delle religioni, usata per manipolare la debole menteumana, per controllare le persone. Diceva che l’amore non è reale, e per questoè impossibile trovarlo quando lo si cerca. Era un uomo molto intelligente e riusciva ad essereconvincente. Lesse una quantità di libri, frequentò le migliori università ediventò un rinomato studioso. Poteva parlare ovunque, davanti a qualunquepubblico, e la sua logica era inoppugnabile. Diceva che l’amore è come unadroga: ti fa sentire bene, ma crea una dipendenza. E cosa succede se una persona diventa dipendente dall’amore,e poi non riceve la sua dose quotidiana? Quell’uomo diceva che la maggior partedei rapporti d’amore è come il rapporto che c’è tra un tossicodipendente e ilsuo spacciatore. Quello dei due che ha il bisogno maggiore è il drogato, el’altro assume il ruolo dello spacciatore. Quest’ultimo è quello che controllail rapporto. è una dinamica facilmente osservabile, perché in ognirelazione di solito c’è uno che ama di più e un altro che si limita a ricevere,ad approfittare di chi gli ha donato il suo cuore. è facile vedere come simanipolano a vicenda, tramite le loro azioni e reazioni, proprio come undrogato e uno spacciatore. Il tossicodipendente, quello che ha il bisogno maggiore,vive con il timore costante di non ricevere la prossima dose d’amore. Pensa: “Cosa farò se mi lascia?”. E tale paura lo rendepossessivo. Diventa geloso ed esigente. Lo spacciatore comunque può sempremanipolarlo, dandogli dosi maggiori o minori, oppure negandogliele del tutto.La persona con il bisogno maggiore si arrende ed accetta di fare qualunque cosapur di non essere abbandonata. L’uomo della nostra storia continuava a spiegare a tuttiperché l’amore non esiste.
“Ciò che gli uomini chiamano amore è solo una relazionebasata sul controllo e sulla paura. Dov’è il rispetto? Dov’è l’amore chedichiariamo di provare? Non esiste.” Le giovani coppie, davanti a un simulacro di Dio, e davantialle loro famiglie e agli amici, si scambiano una quantità di promesse: divivere insieme per sempre, di amarsi e rispettarsi l’un l’altro, di restareuniti nella salute e nella malattia. Promettono di amare e onorare l’altro…promesse e ancora promesse. La cosa stupefacente è che credono davvero in ciò chepromettono. Ma dopo il matrimonio, dopo una settimana, un mese o alcunimesi, le promesse vengono infrante una dopo l’altra. Scoppia una guerra di potere, di manipolazione, perstabilire chi è il drogato e chi lo spacciatore. Pochi mesi dopo le nozze, ilrispetto che avevano giurato di mantenere l’uno per l’altra è scomparso. Restail risentimento, il veleno, il modo in cui si fanno male a vicenda, finché adun certo punto, senza che se ne rendano conto, l’amore finisce. I due restano insieme perché hanno paura di restare soli,temono i giudizi degli altri e anche i propri. Ma dov’è l’amore? Quell’uomo sosteneva di conoscere molte coppie anziane cheavevano vissuto insieme per trenta o quarant’anni, e ne erano molto fiere. Ma quando parlavano del loro rapporto dicevano: “Siamosopravvissuti al matrimonio”. Ciò significava che uno dei due a un certo puntosi era arreso all’altro. La persona con la volontà più forte aveva vinto laguerra. Ma dov’era la fiamma che chiamavano amore? Si trattavano come unaproprietà, l’uno dell’altro. “Lui è mio”. “Lei è mia”. L’uomo spiegava senza fine tutte le ragioni per cui noncredeva nell’esistenza dell’amore, e diceva: “Io ho già vissuto situazioni delgenere e non permetterò più a nessuno di manipolare la mia mente, dicontrollare la mia vita in nome dell’amore”. Le sue argomentazioni erano logiche e convincevano moltepersone.
Poi un giorno, mentre quell’uomo camminava in un parco, videuna bella donna in lacrime seduta su una panchina. Si incuriosì e avvicinatosile chiese se poteva aiutarla.
Potete immaginare la sua sorpresa quando lei rispose chepiangeva perché aveva scoperto che l’amore non esiste. L’uomo disse: “Stupefacente. Una donna che non credenell’esistenza dell’amore”. Naturalmente volle subito sapere qualcosa di più. “Perché dici che l’amore non esiste?” chiese. “E’ una lunga storia” rispose lei. “Mi sono sposata moltogiovane, piena di amore e di illusioni. Credevo che avrei condiviso tutta lavita con mio marito. Ci giurammo reciprocamente fedeltà e rispetto e creammouna famiglia. Ma presto tutto cambiò. Io ero la moglie devota che si occupavadella casa e dei bambini. Mio marito continuò a seguire la sua carriera. Il suosuccesso e la sua immagine esteriore per lui erano più importanti dellafamiglia. Smise di rispettarmi e io smisi di rispettare lui. Ci facemmo delmale a vicenda e un giorno scoprii che non lo amavo più e che neppure lui miamava. Ma i bambini avevano bisogno di un padre e quella fu la scusa cheadottai per non lasciarlo, facendo anzi di tutto per sostenerlo. Ora i bambini sono diventati adulti e se ne sono andati. Nonho più scuse per restare con lui. Tra noi non c’è rispetto né gentilezza. Soanche che se trovassi un altro sarebbe la stessa cosa, perché l’amore nonesiste. Non ha senso cercare ciò che non esiste e per questo piango”. L’uomo la comprendeva benissimo. L’abbracciò e disse: “Hairagione, l’amore non esiste. Lo cerchiamo, apriamo il nostro cuore, ci rendiamovulnerabili e troviamo solo egoismo. Questo ci fa del male anche quandopensiamo di esserne usciti indenni. Non importa quante volte ci proviamo,accade sempre la stessa cosa. Perché allora continuare a cercare l’amore?”. Erano così simili che diventarono grandi amici. Il loro era un rapporto meraviglioso. Si rispettavano enessuno dei due cercava di prevalere sull’altro. Ogni passo che facevanoassieme li rendeva felici. Tra loro non c’era invidia né gelosia, non c’eracontrollo né possesso. La relazione continuava a crescere. Amavano stare insieme,perché si divertivano molto. Quando erano soli ciascuno sentiva la mancanzadell’altro. Un giorno, mentre l’uomo era fuori città, gli venne un’ideaassurda. “Forse ciò che sento per lei è amore”, pensò.
“Ma è così diverso daciò che ho provato in passato. Non è ciò che dicono i poeti, o la religione,perché io non mi sento responsabile per lei. Non le chiedo nulla e non hobisogno che si occupi di me. Non sento la necessità di incolparla dei mieiproblemi. Insieme stiamo bene e ci divertiamo. Io rispetto il suo modo dipensare e lei non mi mette mai in imbarazzo. Non mi sento geloso quando è conaltri e non invidio i suoi successi. Forse l’amore esiste davvero, alla fine,ma non è ciò che tutti credono che sia”. Non vedeva l’ora di tornare a casa e parlare con la donna,per raccontarle dei suoi strani pensieri. Appena cominciarono a parlare, leidisse: “So esattamente a cosa ti riferisci. Forse dopotutto l’amore esiste, manon è ciò che pensavamo che fosse”. I due decisero di diventare amanti e di vivere insieme, esorprendentemente le cose tra loro non cambiarono. Continuavano a rispettarsi ea sostenersi e l’amore cresceva sempre di più. Anche le cose più semplici li facevano gioire, perché siamavano ed erano felici. Il cuore dell’uomo era così pieno d’amore che unanotte accadde un grande miracolo. Era intento a guardare le stelle e ne videuna bellissima. Il suo amore era così forte che la stella scese dal cielo efinì nelle sue mani. Quindi accadde un altro miracolo e la sua anima si fusecon la stella. La sua felicità era intensa, e andò subito dalla donna permettere la stella nelle sue mani. Non appena lo fece, lei ebbe un momento didubbio: quell’amore era troppo forte. Non appena quel pensiero le attraversò lamente, la stella le cadde di mano e si ruppe in un milione di pezzi. Ora c’è un vecchio che gira per il mondo giurando chel’amore non esiste. E in una casa c’è una donna anziana che aspetta un uomo,versando lacrime amare per il paradiso che aveva tenuto tra le mani, perdendoloin un momento di dubbio. Questa è la storia dell’uomo che non credeva nell’amore. Di chi fu l’errore? Cosa non funzionò? Fu l’uomo a sbagliare, pensando di poter dare alla donna lasua felicità.
La sua felicità era la stella e l’errore fu quello dimettere la stella nelle mani della donna.
La felicità non viene mai dal di fuori. L’uomo era felice per tutto l’amore che proveniva da sestesso.
La donna era felice per tutto l’amore che proveniva da lei. Ma appena lui la rese responsabile della propria felicità,lei ruppe la stella, perché non poteva farsi carico della felicità di un altroessere. Indipendentemente da quanto lo amasse, non avrebbe potutorenderlo felice, perché non poteva sapere ciò che lui aveva in mente, nonpoteva conoscere le sue aspettative, i suoi sogni. Se prendete la vostra felicità e la mettete nelle mani diun’altra persona, prima o poi quella persona la distruggerà. Se la felicità invece vive dentro di voi, siete voi adesserne responsabili. Non possiamo rendere nessuno responsabile della nostrafelicità, ma quando andiamo in chiesa e ci sposiamo, la prima cosa che facciamoè quella di scambiarci gli anelli.
Mettiamo la nostra stella nelle mani dell’altro, sperandoche ci renda felici e che noi renderemo felici lui, o lei. Ma indipendentemente da quanto amate un’altra persona, nonsarete mai ciò che quella persona vuole che siate.
Questo è l’errore che quasi tutti facciamo fin dall’inizio.
Basiamo la nostra felicità sul partner. Trovate la vostra stella e tenetela nel cuore… sarà la sualuce a trasmettere l’amore… perché…
L’AMORE ESISTE!
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Post n°8731 pubblicato il 21 Novembre 2014 da patty1_mah
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Post n°8730 pubblicato il 17 Novembre 2014 da patty1_mah
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Post n°8729 pubblicato il 16 Novembre 2014 da patty1_mah
“Stai bene da sola, ma da sola soffri tanto. Non lo ammetteresti mai, ma si vede da come sei gentile con chiunque, anche con chi non lo merita per niente. Vuoi che le persone ti vogliano bene, e per quanto tu cammini con l’aria di chi non ha bisogno di nessuno tu hai costantemente bisogno di qualcuno. Paure sconfinate e piedi piccolissimi che non ti permettono di scappare abbastanza lontano. Lontana non ci sai andare, poi ti manca l’aria e non sai che fare, ti piace l’Italia, ma non è l’Italia che ti piace, sono quelle dieci o undici persone in tutto senza le quali non sapresti andare avanti, perché ci metti anni ad affezionarti a qualcuno, ma dopo è per sempre. O insomma, quasi. Come tutte le cose belle. Mi fai sorridere quando dici che non credi agli amori infiniti e poi ti trovo commossa di fronte a un cartone animato che avrebbe dovuto far ridere. Tu non piangi mai perché sei delusa, quando sei delusa urli. Quando piangi è perché speri, speri e non vuoi ammetterlo. Sperare ti ferisce, in qualche modo. Credi che non sia da te, così piangi guardando film comici e ti giustifichi dicendo che non sai davvero come mai, “è da quando sono piccola che mi succede”. E ora come sei? Ti senti grande? Ti piace la notte e ti piacciono le canzoni che non si usan più e i modi di dire che non si usan più. Tutto in te è sincero, perfino il modo di vestire e di pronunciare le parole. Perfino il modo di respirare. Non ti controlli, non ci riesci e credi che sia un male, invece è meraviglioso, sei un fiore selvatico, uno di quei fiori che non si può cogliere ma solo guardare. Profumi molto, se tu fossi un ricordo saresti l’odore delle lenzuola appena lavate, se tu fossi in me ti ameresti come gli uccellini amano volare, di un amore necessario. Se tu fossi in me ti ameresti per non morire. Sono qui che ti guardo, assomigli ad una poesia che nessuno mi dedicherà mai, una di quelle poesie che a leggerle pensi che sarebbe stupendo se qualcuno ti vedesse in quel modo e ti amasse così tanto, invece niente, ma non per questo sei meno bella, non per questo, mai…” — Susanna Casciani |
Post n°8728 pubblicato il 13 Novembre 2014 da patty1_mah
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Post n°8727 pubblicato il 12 Novembre 2014 da patty1_mah
“Capisci che una persona non ti ama più quando non ti chiede come stai, quando ritarda, quando ti dimentica, quando non ha più tempo. Capisci che è finita quando lo spazio che aveva delineato per te va restringendosi, capisci che non va quando dimentica che la pioggia ti rende triste, quando lo dimentica e non corre da te per stringerti, per farti sentire meno sola. Capisci che non ti ama più quando non cura le tue ferite, quando lascia a casa l’antidoto, quando ride con gli altri e non con te. I dettagli, sono i dettagli a fregarci. L’amore è un dettaglio. Non è una questione di pienezza, di totalità, è invece una questione di gesti, di sguardi. Se mancano, manca l’amore. Se mancano è meglio lasciar perdere.” [Una stagione all’Inferno] |
Post n°8726 pubblicato il 11 Novembre 2014 da patty1_mah
Possedere la mente di qualcuno Angelo DePascalis |
Post n°8725 pubblicato il 09 Novembre 2014 da patty1_mah
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Post n°8724 pubblicato il 08 Novembre 2014 da patty1_mah
quello che potrà fare è intrecciare i suoi capelli: così il dolore rimarrà… intrappolato tra i suoi capelli e non potrà raggiungere il resto del corpo. Bisognerà stare attente che, la tristezza, non raggiunga gli occhi, perché li farà piangere e sarà bene non lasciarla posare sulle nostre labbra, perché ci farà dire cose non vere; che non entri nelle tue mani – mi diceva – perché tosterà di più il caffè o lascerà cruda la pasta: alla tristezza piace il sapore amaro. Quando ti sentirai triste, bambina, intreccia i capelli: intrappola il dolore nella matassa e lascialo scappare quando il vento del nord soffia con forza. I nostri capelli sono una rete in grado di catturare tutto: sono forti come le radici del vecchio cipresso e dolce come la schiuma della farina di mais. Non farti trovare impreparata dalla malinconia, bambina, anche se hai il cuore spezzato o le ossa fredde per ogni assenza. Non lasciarla in te, con i capelli sciolti, perché fluirà come una cascata per i canali che la luna ha tracciato nel tuo corpo. Intreccia la tua tristezza – mi disse – intreccia sempre la tua tristezza. E, domani, quando ti sveglierai con il canto del passero, la troverai pallida e sbiadita tra il telaio dei tuoi capelli.* [Paola Klug] |
Post n°8723 pubblicato il 08 Novembre 2014 da patty1_mah
Firenze è una signora riservata. Firenze non è solo piazzale Michelangelo con il gelato passato di mano per la foto ricordo. Firenze è la mia vecchia e stanca signora ed io sto invecchiando con lei e ogni giorno che passa divento sempre più canuto e stanco, con la meraviglia differenza che io finalmente sparirò fra le nebbie lattiginose del tempo, lei invece no e questo mi rende felice. |
Post n°8722 pubblicato il 05 Novembre 2014 da patty1_mah
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Post n°8721 pubblicato il 05 Novembre 2014 da patty1_mah
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Post n°8720 pubblicato il 04 Novembre 2014 da patty1_mah
Firenze è un vecchio pugile. E' cattiva, bestemmia, urla, sputa e non ha pietà, non molla mai. Quando un pugno la butta in ginocchio, ringhia e si rialza e riprende ad andare avanti, nonostante le ferite e il dolore. Ogni tanto, suona il ring e per fortuna ha anche chi la stima e gli passa un asciugamano, un secchio e un bicchiere d'acqua. Poi riparte di nuovo da sola, anche se ad un bisogno, sola non è. |
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