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Sottouncielodistelle

Ai confini dell’infinito, dove cielo e terra si prendono per mano

 

Messaggi del 14/11/2013

IO DI PIU’ NON POSSO DARTI Pedro Salinas

Post n°8382 pubblicato il 14 Novembre 2013 da patty1_mah

 

IO DI PIU’ NON POSSO DARTI

 

Pedro Salinas

Io di più non posso darti.

Non sono che quello che sono.

Ah, come vorrei essere

sabbia, sole, in estate!

Che tu ti distendessi

riposata a riposare.

Che andando via tu mi lasciassi

il tuo corpo, impronta tenera,

tiepida, indimenticabile.

E che con te se ne andasse

sopra di te, il mio bacio lento:

colore,

dalla nuca al tallone,

bruno.

Ah, come vorrei essere

sabbia, sole, in estate!

Che tu ti distendessi

riposata a riposare.

Che andando via tu mi lasciassi

il tuo corpo, impronta tenera,

tiepida, indimenticabile.

E che con te se ne andasse

sopra di te, il mio bacio lento:

colore,

dalla nuca al tallone,

bruno.

Ah, come vorrei essere

vetro, tessuto, legno,

che conserva il suo colore

qui, il suo profumo qui,

ed è nato tremila chilometri lontano!

Essere

la materia che ti piace,

che tocchi tutti i giorni,

che vedi ormai senza guardare

intorno a te, le cose

– collana, profumi, seta antica –

di cui se senti la mancanza

domandi: «Ah, ma dov’è?»

Ah, e come vorrei essere

un’allegria fra tutte,

una sola,

l’allegria della tua allegria!

Un amore, un solo amore:

l’amore di cui tu ti innamorassi.

Ah, e come vorrei essere

un’allegria fra tutte,

una sola,

l’allegria della tua allegria!

Un amore, un solo amore:

l’amore di cui tu ti innamorassi.

 

Ma

 

non sono che quello che sono.

 

 

 

 

 

 
 
 

Firenze

Post n°8381 pubblicato il 14 Novembre 2013 da patty1_mah

Firenze, 14 novembre 2013 -

E' un'ispirazione senza tempo. Gioiello,

bomboniera, scrigno... Firenze è cuore e bellezza.

Simbolo dell'arte nel mondo e

allo stesso tempo inadeguata,

per un motivo o per un altro.

Colpa dei fiorentini. Ipercritici, pignoli,

brontoloni. Sì ma genuini,

la loro città non la cambierebbero

con nessun'altra. Ineguagliabile Firenze,

"pettegola e carina", per dirla con Savioni,

molto chiacchierata, visitata,

fotografata e, appunto, cantata.

Con ironia, senza troppi frignoli,

l'attore e regista Leonardo Pieraccioni,

ormai qualche anno fa,

ha composto e interpretato la sua Firenze,

che, come recita nella canzone,

"l'è anche casa mia...

ce l'ho sempre davanti anche

quando vado via...

Firenze non cambiare che dopo non ci piaci...

rimani piccolina noi ti si porta i baci...".

IL TESTO INTEGRALE DELLA CANZONE DI PIERACCIONI:

Firenze l'è piccina
e vista da i' Piazzale
la pare una bambina
vestita a carnevale...
Firenze l'è un po' stretta
e 'un ci si può atterrare...
Peretola è un giochino
e non si può allargare...
Firenze spara i fochi
quando arriva San Giovanni...
noi si guardano e si dice
"l'eran meglio quegli altr'anni"...
Firenze 'un s'accontenta
e se gli chiudano i giardini...
la batte i piedi in terra
come fanno i bambini...
Firenze alle Cascine
gl'è tutta un puttanio...
ci son donne bellissime
le paiano i mi'zio...
Però fanno colore
e se ci sono 'un mi lamento...
d'altra parte tutti i posti
c'hanno un su' arredamento...

Firenze l'è piccina
e l'è anche casa mia...
ce l'ho sempre davanti
anche quando vado via...
Firenze non cambiare
che dopo non ci piaci...
rimani piccolina
noi ti si porta i baci...
festicciole il sabato alle tre
calde di sudore e di bignè...
via Gioberti all'angolo lassù
quei periti tecnici bijoux...
un inverno limpido imbiancò
per mezz'ora l'Arno si fermò...
ci guardava pallido passare
Amici Miei lo stavan pergirare...

 
 
 

IL BACIO DELLA BUONANOTTE…

Post n°8380 pubblicato il 14 Novembre 2013 da patty1_mah

testo alternativo
C’era una volta una bambina che si chiamava Cecilia.
Il papà e la mamma della bambina lavoravano tanto. La loro era una bella famiglia e vivevano felici.
Mancava solo una cosa, ma Cecilia non se ne era mai accorta.
Un giorno, quando aveva nove anni, andò per la prima volta a dormire a casa della sua amica Adele.
Quando fu ora di dormire, la mamma di Adele rimboccò loro le coperte e diede a ognuna il bacio della buonanotte.
“Ti voglio bene” disse la mamma ad Adele.
“Anch’io” sussurrò la bambina.
Cecilia era così sconvolta che non riuscì a chiudere occhio.
Nessuno le aveva mai dato il bacio della buonanotte o le aveva detto di volerle bene.
Rimase sveglia tutta la notte, pensando e ripensando: “È così che dovrebbe essere”.
Quando tornò a casa, non salutò i genitori e corse in camera sua. Li odiava.
Perché non l’avevano mai baciata? Perché non l’abbracciavano e non le dicevano che le volevano bene? Forse non gliene volevano?
Cecilia pianse fino ad addormentarsi e rimase arrabbiata per diversi giorni.
Alla fine decise di scappare di casa. Preparò il suo zainetto, ma non sapeva dove andare. Era bloccata per sempre con i genitori più freddi e peggiori del mondo. All’improvviso, trovò una soluzione. Andò dritta da sua madre e le stampò un bacio sulla guancia: “Ti voglio bene”.
Poi corse dal papà e lo abbracciò: “Buonanotte papà”, disse, “ti voglio bene”. Quindi andò a letto, lasciando i genitori ammutoliti in cucina.
Il mattino seguente, quando scese per colazione, diede un bacio alla mamma e uno al papà.
Alla fermata dell’autobus si sollevò in punta di piedi e diede ancora un bacio alla mamma: “Ciao, mamma. Ti voglio bene”.
Cecilia andò avanti così giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese.
A volte, i suoi genitori si scostavano, rigidi e impacciati. A volte ne ridevano. Ma Cecilia non smise.
Aveva il suo piano e lo seguiva alla lettera. Poi, una sera, dimenticò di dare il bacio alla mamma prima di andare a letto. Poco dopo, la porta della sua camera si aprì e sua madre entrò. “Allora, dov’è il mio bacio?” chiese, fingendo di essere contrariata.
Cecilia si sollevò a sedere: “Oh, l’avevo scordato”. La baciò e poi: “Ti voglio bene, mamma”. Quindi tornò a coricarsi e chiuse gli occhi.
Ma la mamma rimase lì e alla fine disse: “Anch’io ti voglio bene”. Poi si chinò e baciò Cecilia proprio sulla guancia.
Poi aggiunse con finta severità: “E non ti dimenticare più di darmi il bacio della buonanotte”.
Cecilia rise e promise: “Non succederà più”.Oggi, qualcuno sta aspettando il “suo” bacio da te…
Questo articolo è stato pubblicato in Senza categoria da liberofb

 
 
 

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Post n°8379 pubblicato il 14 Novembre 2013 da patty1_mah

 
 
 

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E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla,

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E sto abbracciato a te
senza guardare e

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Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d'amarti solo io.

Pedro Salinas

 

 
 

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