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Sottouncielodistelle

Ai confini dell’infinito, dove cielo e terra si prendono per mano

 

Messaggi del 06/05/2014

La storia di un Re, di Tommasina e di un amor perfetto… che finì

Post n°8566 pubblicato il 06 Maggio 2014 da patty1_mah




Era l’agosto del 1502 quando il re di Francia Luigi XII giunse a Genova con l’intento di convincere il Doge e i nobili ad aiutarlo nella sua lotta contro
 gli spagnoli.
Per l’occasione il Marchese Cambiaso
organizzò a Villa Imperiale un ricevimento
 grandioso a cui furono invitate tutte
 le personalità più importanti della città,
 tra cui l’anziano Luca Battista Spinola e la sua giovanissima neo sposa Tommasina Lomellini.
In quello scenario magico il Re si ritrovò
 quasi per caso a ballare con Tommasina e
 tra i due fu un amore a prima vista, violento e ricambiato.
Ballarono per tutta la notte, il sovrano
 e la ragazzina, una tra le braccia dell’altro,
 guardandosi negli occhi, senza parlare
 per non spezzare l’incantesimo, incuranti
degli sguardi incuriositi, pettegoli o malevoli
che avevano intorno. Ballarono tutta la notte
 consapevoli che da quel momento nulla
 sarebbe più stato lo stesso.
Non accadde nient’altro tra loro.
Solo danze e sguardi.
Il mattino successivo Luigi dovette ripartire
 e l’addio fu struggente. Quello stesso giorno
 Tommasina lasciò il marito e la loro casa,
 trasferendosi con la sua vecchia nutrice
in un palazzo nella zona della Maddalena
 dove si chiuse in un ostinato silenzio,
continuando a piangere senza voler vedere
né parlare con nessuno.
Persino la luce era malvista in quel vicolo.
Tommasina teneva le persiane sempre accostate
e non si affacciava quasi mai a vedere il mondo
 sotto le sue finestre. Dimagriva e piangeva.
Non faceva altro.
Passarono tre anni e della bella giovincella
che era stata non era rimasto che
un pallido ricordo. Nel 1505 la fedele nutrice,
preoccupata per la sua salute, pensò
 che se la ragazza avesse saputo che i
l suo amato era morto si sarebbe rassegnata
 e avrebbe smesso di aspettare il suo ritorno.
 Così una mattina andò da lei e le annunciò
 che Luigi era gravemente ammalato e che non

si sarebbe più ripreso.
Di colpo Tommasina cadde a terra morta.
 Il suo cuore provato dal dolore non aveva
 retto un colpo così forte.
Poco tempo dopo Luigi tornò a Genova,
questa volta da nemico, e appresa
 la notizia della morte di Tommasina,
 si travestì da frate e una notte si recò
 a vedere la casa dove la sua amata aveva
 trascorso i suoi lunghi anni di sofferenza.
Camminò lungo lo stretto vicolo e, arrivato alla minuscola piazza dove si affacciavano le sue finestre sempre chiuse, mormorò:
“Avrebbe potuto essere un Amor Perfetto“.
Quel nome, allo stretto vicolo e alla minuscola
piazza, rimase per sempre.

 
 
 

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