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Bioetica (Aborto)

Post n°42 pubblicato il 22 Maggio 2007 da Piero_Calzona
 

Il termine si riferisce all’interruzione spontanea o volontaria di una gravidanza, noi in questo contesto cerchiamo di analizzare l’aborto volontario, o meglio, la decisione che una donna o una madre può prendere secondo un modello razionale, quindi lontano da regole dogmatiche religiose e regole politiche. 

L’aborto è una piaga sociale da sempre; anche nell’antichità   le maternità non desiderate erano spesso oggetto di decisioni estreme, mai semplici da prendere. Solo in questo secolo si è affacciata, e poi diffusa, la tesi che lo Stato debba garantire alle donne che si trovano in situazioni particolari, di decidere da sole se interrompere la propria gravidanza.

I motivi per cui la donna può decidere da sola ad abortire sono tanti, cerchiamo di esaminarne qualcuno: 

1) Il vietarlo non ne impedisce la pratica, la rende invece clandestina, costosa e pericolosa.

2) La vita di una madre ha più valore di quella del feto.

3) La maternità deve essere una scelta responsabile e consapevole, e non il frutto, ad esempio del mal funzionamento di un contraccettivo.

4) La vita per un bambino non desiderato, specialmente se gravemente malato, potrebbe compromettere seriamente la vita della coppia.

5) Un’altra ragione, e forse quella più importante, è la decisione che una donna può e deve prendere in caso di stupro. Ci sono stati, ci sono e ci saranno ancora di questi episodi di malvagità umana nei confronti di ragazze, di donne o di madri che sono state stuprate, questi casi estremi devono far riflettere molte persone che attraverso istituzioni basate sui dogmi religiosi e sul diritto civile e politico concepito dall’uomo, impediscono la libertà decisionale alla donna, una libertà che invece dovrebbe essere presa in seria considerazione perché viene lesa letteralmente la dignità della donna.

Dal punto di vista bioetico il dibattito è molto acceso, come si diceva prima, non si tiene in considerazione la dignità della donna, la sua libertà di decidere. La pratica dell’aborto è stato oggetto di opposte considerazioni morali. Molto critica è la religione cattolica romana che attacca il potere decisionale della donna e la sua libertà anche nei casi più estremi.

Secondo il modello dogmatico sulla sacralità della vita. Gli argomenti principali portati dai cattolici a sostegno del fatto che l’aborto non è lecito si possono ridurre a due. Essi sostengono che l’aborto   sia un atto contro natura, e quindi contro il disegno divino che vi è dietro, o che si tratti di un’uccisione di un essere umano innocente, cioè di un individuo che va trattato come una persona, questa tesi può essere messa in discussione, perché se è vero che al concepimento si forma un nuovo codice genetico non è facile dimostrare che una cellula uovo fecondata sia un individuo e che conti da un punto di vista morale, inoltre se noi prendiamo in considerazione i casi estremi, come lo stupro, la donna che ha subito questo atto mostruoso deve subire ancora un’altra tortura, quella di gestire un essere indesiderato che è il risultato di una violenza sessuale.

Il dibattito sulla moralità dell’aborto da parte di chi invece sostiene che è lecito moralmente abortire è riconducibile al sostenere che l’embrione nella prima fase del concepimento, non sono esseri umani a cui dobbiamo rispetto morale e che quindi non si fa nulla di male nel momento in cui si abortisce. Autori che si rifanno a diverse teorie etiche considerano infatti che l’embrione e il feto ai primi stadi siano privi di quelle caratteristiche che rendono gli individui moralmente rilevanti, come la capacità di provare piacere e dolore, l’autocoscienza e la razionalità. Altri autori come Dworkin, sostengono invece che lo Stato debba garantire il rispetto della vita umana dell’embrione, ma anche la libertà per ogni donna di decidere come rispettarla, considerando che alcune possano ritenere che in certi casi, sia più rispettoso abortire che non far nascere un bambino che non avrà modo di sviluppare tutte le capacità di cui potrebbe essere in grado.

 
Rispondi al commento:
Piero_Calzona
Piero_Calzona il 23/05/07 alle 15:49 via WEB
Ti ringrazio tantissimo Opalescenze per aver circoscritto il problema aborto secondo il tuo punto di vista, dico secondo il tuo punto di vista perché come dici tu, ed è giusto che sia così, è un problema molto complesso. Da quello che hai scritto emerge una cosa molto importante, o meglio, quello che io ho letto nel tuo messaggio: “la sacralità della vita”, indipendentemente dal come, dal perché, dal quando... Diciamo che in parte potrei essere d’accordo con te, perché in effetti aborto significa uccidere una vita umana. Ma molte volte non è cosi facile prendere delle decisioni così facilmente, anche se si tratta di una vita umana. Mi riferisco in particolare allo stupro, tu affermi con forza che l’aborto è comunque una soppressione di una vita umana, nel caso dello stupro io credo che una donna consapevole di essere stata violentata contro la sua volontà abbia la facoltà di decidere se tenere il bambino o no. In questo specifico caso subentra un aspetto inquietante nella vita di una madre ed è quello di far nascere un bambino mai voluto o mai desiderato, il bambino in questo caso è il prodotto di una violenza fisica, quindi è molto importante che le donne soggette a stupro abbiano la libertà di scelta, indipendentemente, come asserisci tu, che la vita è vita e va rispettata. Come vedi, ci sono dei casi la cui decisione non è derivante da modelli etici di questa Cultura Dominante, ma da una libera scelta della persona che ha subito delle violenze. Ma veniamo al punto, nel mio post, provocatorio o no, c’è una parte molto importante, se noi oggi ci troviamo in questa situazione di confusione totale tra il decidere se una cosa è giusta o sbagliata, ciò è dovuto alle varie ideologie politiche che derivano da una cultura tutt’altro che postmoderna, ciò è anche dovuto ad un’Etica religiosa che impedisce categoricamente l’aborto nel modo più assoluto, solo perché ci sono delle leggi eterne (dogmi) che impediscono la normale evoluzione del pensiero umano. Cercherò di farti capire questo concetto importante. Circa quattrocento anni fa Galileo Galilei ha sconvolto il pensiero antropocentrico dell’Uomo con delle scoperte scientifiche importantissime, in quel tempo l’uomo era immerso in una cultura teocratica e non vedeva oltre “il suo naso”, con l’avvento della scienza la cultura è notevolmente cambiata e la religione cattolica si è dovuta piegare di fronte all’evidenza dei fatti. Quando parlo di evoluzione del pensiero umano, mi riferisco a tutti quei mutamenti culturali che derivano dalla presa di coscienza di alcuni problemi drammatici come quelli contemplati dalla Bioetica: aborto, eutanasia, contraccezione, procreazione assistita, ecc. tutto questo ci porta a riguardare con più accuratezza questi problemi, perché è chiaro che sono problemi che si sono venuti a creare in questi ultimi decenni, anche se l’aborto è sempre esistito, ma se oggi non esiste nessuna regolamentazione, nessuna, o pochissime leggi, che tutelano, in questo caso la donna, è perché la cultura odierna è spaccata in due. C’è una cultura arcaica, basata sulla sacralità della vita, quindi religiosa, e una cultura più liberale che deriva da un’Etica Laica che mette in evidenza la capacità razionale dell’Uomo, e per capacità razionale intendo discriminare razionalmente e consapevolmente il bene e il male. Ti cito due pensieri di due illustri filosofi, tanto per farti capire che il problema su cui stiamo discutendo è drasticamente di carattere culturale. Uno dei primi filosofi a porsi queste difficili domande è stato Socrate : "come devo vivere?" “Il bene è agire secondo ragione: questa è la virtù. Le passioni e il piacere non collimano sempre con la razionalità: non sono in sé negativi, ma devono essere dentro l’armonia e la misura dettate dalla ragione. Per attuare il bene è necessario e sufficiente conoscerlo ( intellettualismo socratico ): è impossibile fare il male sapendolo tale. Una divinità esiste, e va riconosciuta, ma il motivo per cui bisogna fare il bene è tutto nella nostra stessa umanità ( non sperando in premi o temendo castighi ultraterreni, ma per fedeltà a noi stessi ).” -------- Il pensiero di Voltaire: Voltaire vede un Dio disinteressato ai destini del mondo, Dio si limita solamente a garantire il funzionamento del mondo fisico, la morale non è quindi derivazione divina ma ambito esclusivamente umano. Detto questo posso azzardare a dire che il problema aborto è un problema, come tanti altri problemi di Bioetica, di carattere culturale risolvibile, è importante però che ci siano le condizioni culturali adatte per poter far entrare nella Cultura Dominante anche la cultura Laica, che in questo caso avrebbe lo scopo di discriminare questi fenomeni non attraverso la religione o la politica, ma attraverso un’Etica che finalmente potrebbe mettere in evidenza una prerogativa importantissima dell’Uomo: la RAZIONALITA’. Un caro saluto, Piero
 
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