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Riduzionismo Scientifico (1° Capitolo Ricerca)

Post n°56 pubblicato il 24 Settembre 2007 da Piero_Calzona
 

RIDUZIONISMO SCIENTIFICO

Sentimenti o fenomeni dovuti a reazioni chimiche?

 

COS’E’ IL RIDUZIONISMO SCIENTIFICO?  

Tutto l’universo, compresa la natura vivente sulla terra, che ne è una parte, è assimilabile a una gigantesca macchina smontabile e ricomponibile:questo è quello che viene chiamato in due parole riduzionismo scientifico. 

Come conseguenza, la natura è priva di ogni rilevanza morale.  

ESEMPIO:

Immaginiamo di voler conoscere com’è costituita un’automobile ed il suo funzionamento. Se noi la smontiamo pezzo per pezzo ci troviamo con una grande quantità di elementi e possiamo dimostrare attraverso la fisica classica o meccanica razionale che ognuno dei pezzi costituenti ha un compito ben preciso nel contesto globale. Possiamo quindi dire come primo approccio che con il riduzionismo scientifico, attraverso la riduzione in frammenti della nostra auto, ci è possibile fare delle misurazioni, quindi capirne il funzionamento. 

MISURAZIONI:

Cosa vuol dire misurare? Sostanzialmente analizzare: misurare peso, altezza, larghezza, profondità, durezza, posizione nello spazio, velocità, caratteristiche dei materiali usati ecc. Dimostrare, dunque, secondo le leggi della fisica e della matematica che un dato fenomeno è riproducibile secondo il modello Galileano della fisica moderna. Possiamo quindi concludere questa prima parte, sostenendo che attraverso l’indagine fisica e matematica con processi riduzionistici noi possiamo capire un determinato fenomeno nel mondo della materia non vivente o meglio in un sistema cosiddetto simmetrico.                                                     

Possiamo anche dire che attraverso la fisica, quindi la scienza, e poi con l’applicazione delle tecnologie, oggi noi abbiamo a disposizione una grande quantità di mezzi per il benessere dell’umanità. Ciò si può notare soprattutto nel campo della medicina, dove con lo sviluppo di sofisticate apparecchiature si possono diagnosticare malattie che prima era impossibile curare. Il riduzionismo scientifico inquadrandolo in questa ottica è positivo per l’umanità. 

E’ possibile applicare il riduzionismo scientifico alla biologia?  

Le cose cambiano notevolmente quando si parla di materia vivente. Non ci troviamo più in un sistema simmetrico cioè misurabile e riproducibile con le leggi della fisica e della matematica, ma ci troviamo di fronte ad un sistema cosiddetto asimmetrico, dove  la materia vivente si comporta in maniera casuale, segue le leggi della complessità, quindi in modo imprevedibile. Non possiamo prevedere ad esempio l’evoluzione di un singolo neurone nel cervello né possiamo adottare dei processi riduzionistici che ci consentono di fare misurazioni e stabilire con precisione la riproducibilità del fenomeno. 

Critica al riduzionismo biologico.

Alcuni riduzionisti incalliti, tra cui Francis Crick, premio Nobel per la fisiologia e medicina, in merito ai suoi studi sugli acidi nucleici, e alla scoperta,  insieme con l’americano James Waston, della struttura a doppia elica del DNA, avrebbe la pretesa di spiegare la coscienza umana attraverso lo studio di ogni singolo neurone. Altri seguaci del riduzionismo biologico si spinsero oltre dichiarando che “ l’uomo è ciò che mangia “. Il fisiologo olandese Jacob  Moleschott formulò lo stesso pensiero in termini ancora più forti, affermando che “ il cervello secerne pensieri così come i reni secernono urina”, e che “il genio è una questione di fosforo”. 

Riporterò adesso solo alcuni esempi a titolo di provocazione, dove si vede una PSEUDO SCIENZA nel modo di ragionare comune: 

1) La felicità dipende dai geni e non dalle circostanze della vita.

2) L’amore tra due persone dipende dalla produzione di particolari sostanze nel   nostro cervello.

3) L’intelligenza artificiale sostituirà il pensiero dell’uomo.

4) L’embrione è un grumo di cellule.

5) La pazzia è ereditaria.

6) La religiosità è solo un prodotto delle regole sociali.

7) Il cervello umano è un ammasso di neuroni e attraverso il loro studio si può scoprire la coscienza.

8) Il  “Progetto Genoma “ porterà alla sconfitta di tutte le malattie.

9) La vita sulla terra è comparsa per caso.

 

Simili giudizi anche in forma diversa si trovano con facilità nella stampa di divulgazione scientifica corrente – Sicuramente con delle eccezioni – 

Tuttavia, queste e simili affermazioni, che sono segnate dallo SCIENTISMO da supermercato, hanno il piccolo ma elementare difetto di non essere provate. Nessuna delle affermazioni fatte sopra è totalmente falsa, ma neppure totalmente vera. Si tratta di spezzoni di dibattiti scientifici tuttora aperti e oggetto di discussioni scientifiche, non si tratta di acquisizioni certe e definitive.

Purtroppo i giornali cercano spesso la notizia sensazionale e non sempre ciò che viene divulgato corrisponde alla verità.

Riduzionismo biologico.  

Esistono diverse vie che portano alla ricerca della realtà, una è quella lungo la quale procediamo dissezionando oggetti complessi facendoli a pezzi, passo dopo passo, riducendoli in frammenti sempre più semplici. Questo approccio alla natura viene denominato riduzionismo biologico.  

Esso consente infatti di ridurre la spiegazione delle cose complicate ad affermazioni riguardanti le loro componenti, portandola agli estremi, esso riduce: la psicologia umana alla biochimica  - la biochimica alle strutture molecolari – la struttura molecolare alla fisica atomica – la fisica atomica alla fisica nucleare – la fisica nucleare alla fisica della particelle e ancora ai campi quantistici o alle supercorde e da queste ultime forse alla matematica.

Ma tutto questo può essere solo pura congettura. Ci sono tante teorie ma pochi fatti reali.  

La biologia non potrà mai essere “ ridotta “ alla fisica perché è una scienza storica, che studia individui molto variabili, nei quali l’emergenza di nuove proprietà ai livelli superiori di analisi ( proprietà non prevedibili dalla conoscenza dei livelli superiori ) è molto forte. 

CONCLUSIONI:  

Ci sono dunque ancora tanti misteri da chiarire e c’è un mistero con la M maiuscola, è il mistero che riguarda l’origine e il fine ultimi delle cose, della realtà. Questo mistero, che molti chiamano Dio, sfugge per definizione all’indagine scientifica. Sfugge all’indagine scientifica non perché non esiste, o perché non ci sono prove scientifiche che esista, ma semplicemente perché non è possibile fare una misura di quanto pesa, qual è la sua velocità, dove comincia e dove finisce. La scienza non può nulla, ma questo non significa che sia in contrasto con la religione, sono due campi distinti. 

Io sono un semplice lettore, credo nell’arte, nella creatività umana, nelle sensazioni che una immagine o un brano musicale possono far nascere nell’animo umano, e sono sentimenti indescrivibili. Ciò che so e credo non è misurabile in termini scientifici, e non e’ neppure riproducibile in termini pratici: dunque non esiste?

Cos’è il sentimento in termini scientifici?                                                                   

Cos’è l’intuizione? 

L’immaginazione è misurabile? 

Eppure tutto ciò esiste e i suoi frutti sono misurabili dalla nostra sensibilità. L’uomo è un essere mentale che concepisce l’infinito, ma che abita in un corpo che ha limiti e vede limiti. La nostra conoscenza è necessariamente determinata da questa straordinaria doppia natura, l’infinito cercato ed il finito abitato. Credo che la realtà sia come una lunga galleria buia e noi all’interno vediamo solo una piccola parte, avendo a disposizione una esile luce che è la nostra ragione, Ciò che vediamo è una realtà parziale, che, comunque, ci ha permesso fino ad ora, di costruire una tecnologia talmente complessa da raggiungere perfino gli altri pianeti. Su Marte ci siamo arrivati. Quindi la matematica e le altre scienze che si propongono questo obbiettivo sono certamente vere e verificabili. Ma un veicolo spaziale è solo un complicato e magnifico sasso con un motore. Un uccello è più efficace nel suo rendimento energetico ed è un essere molto più complesso.

La nostra conoscenza è frammentaria, ma non è falsa, il riduzionismo funziona perché altrimenti non avremmo né trapani né automobili, che invece esistono e ci rendono la vita più facile. Il riduzionismo esiste perché è ancora utile a produrre cose, ma ci accorgiamo che non è sufficiente a comprendere tutto. Ecco perché il linguaggio dell’arte e dei sentimenti descrivono meglio l’indescrivibile. Il contorno di una foglia può essere descritto da equazioni, ma quando si arriva alle interazioni cellulari e poi a quelle molecolari e poi a quelle atomiche, la matematica le scienze si muovono a tentoni. Forse l’arte, la creatività, i sentimenti, fanno parte di un mondo dove né la matematica né le scienze saranno in grado di spiegare in modo razionale e scientifico il loro significato, ma anche se ciò, un giorno, fosse possibile, rimarrebbe sempre la splendida domanda : perché l’uomo è dotato di queste caratteristiche singolari che sono motivo unico della sua esistenza ?

 

 
Rispondi al commento:
Piero_Calzona
Piero_Calzona il 25/09/07 alle 16:54 via WEB
Ciao LFDC, intanto ti ringrazio per aver espresso il tuo pensiero, diciamo che in parte sono d’accordo con te, ma forse non sono stato abbastanza chiaro su una cosa, riporto qui quello che ho scritto a proposito dei sistemi simmetrici e asimmetrici che sono il vero senso di quello che volevo evidenziare ed anche una piccola premessa sull’intelligenza artificiale, che vuole essere una risposta alle tue affermazioni: “Le cose cambiano notevolmente quando si parla di materia vivente. Non ci troviamo più in un sistema simmetrico cioè misurabile e riproducibile con le leggi della fisica e della matematica, ma ci troviamo di fronte ad un sistema cosiddetto asimmetrico, dove la materia vivente si comporta in maniera casuale, segue le leggi della complessità, quindi in modo imprevedibile. Non possiamo prevedere ad esempio l’evoluzione di un singolo neurone nel cervello né possiamo adottare dei processi riduzionistici che ci consentono di fare misurazioni e stabilire con precisione la riproducibilità del fenomeno.” Ecco la premessa di cui ti parlavo: “Alcuni studiosi dell’intelligenza artificiale ( I. A.) , sostengono che il pensiero umano è costituito da una serie di simboli cognitivi e dalla capacità di trasformarli e manipolarli – ed è proprio quello che fanno i calcolatori, elaborare simboli. La differenza tra pensiero umano e quello artificiale e’ la consapevolezza. La potenza di calcolo di un computer è superiore a quella umana per velocità, ma non per comprensione autonoma. L’uomo capisce quello che sta facendo, ne conosce il significato e lo scopo. Per questo i processi umani non potranno mai essere riprodotti da una macchia per quanto potente o complessa possa essere. Roger Penrose uno degli autori più prestigiosi del momento, professore di matematica all’università di Oxford e che ha collaborato con Stephen Hawking alla elaborazione di un importante teorema sui buchi neri è pronto a dimostrare, con due bellissimi libri, ( Ombre della mente e La mente nuova dell’Imperatore ) che il pensiero umano – coscienza – autocoscienza, non possono essere paragonati a un computer. Penrose si basa sul teorema di Godel o dell’incompletezza. In altri termini, Godel dimostrò l’impossibilità di costruire un sistema logico matematico in grado di offrire una certezza globale, in esso vi sarà sempre qualcosa di non deducibile,di cui sarà impossibile trovare una dimostrazione. Il TEOREMA di GODEL dimostra che nei sistemi matematici, vi sono enunciati veri che non sono dimostrabili come teoremi del sistema. Una versione particolare del Teorema di Godel, l’insolubilità del problema dell’arresto, può essere usata per dimostrare che il nostro comportamento cosciente non può nemmeno essere simulato con il computer. Il problema dell’arresto, come vedremo, è un problema matematico puramente astratto che riguarda la possibilità di ottenere una serie di procedimenti matematici capaci di determinare se un’operazione computazionale si fermerà. ( Ad esempio, se programmiamo il nostro computer per iniziare con la sequenza 1, 2, 3, ………….) E per trovare un numero maggiore di 8 , il computer si fermerà a 9 ; ma, se gli chiediamo di trovare un numero dispari che sia la somma di due numeri pari, non si fermerà mai perché tale numero non esiste. E possibile dimostrare che vi sono procedimenti computazionali che non si arrestano, che non possono essere dimostrati tali con metodi computazionali, ma che possiamo tuttavia cogliere come inarrestabili. I neuroni sono computabili, ovvero le loro diverse caratteristiche possono essere simulate con il computer. Quindi essi non possono spiegare la coscienza poiché la coscienza presenta caratteristiche non computabili. Per spiegare la coscienza abbiamo bisogno di qualcosa di autenticamente non computabile. Penrose qui tenta di spiegare in maniera rivoluzionaria una sua teoria nel campo della fisica quantistica, e quindi conferma che ci vorrebbe una rivoluzione nel campo della fisica, questo dovrà appartenere ad un livello subneurale, probabilmente al livello dei microtubuli dei neuroni. Sappiamo per definizione matematica e anche attraverso un processo intuitivo e deduttivo, che si può dare la definizione di Infinito, ma cos’è l’infinito? Possiamo solo concepirlo per logica, ma non arrivare alla sua completezza altrimenti non sarebbe più infinito. Il teorema di Godel consiste nel fare deduzioni logiche a partire da assunzioni date, non può dare in generale un sistema di cui siano dimostrabili sia la completezza sia la contraddittorietà. Ci sarà sempre una verità che sta più in là e non può essere raggiunta partendo da una collezione finita di assiomi. Quindi la logica dell’uomo riesce a dare una risposta all’incompletezza, anche se non dimostrata, una macchina ( computer ) no, perché è dotata di dispositivi privi di consapevolezza. RETI NEURALI Un computer compie circa 10 milioni di calcoli al secondo, ma i calcoli vengono fatti in modo seriale cioè uno dopo l’altro, il cervello invece compie delle operazioni più lente ma basta pensare ai circa 1 milione di assoni che partono dalla retina e arrivano alla corteccia visiva e trasmettono i dati tutti in una volta ( dati paralleli ). Quindi se un computer sbaglia un solo dato di un programma può causare conflitti disastrosi, mentre il cervello su un milione di dati ( assoni in parallelo ) se ne perde qualcuno il fenomeno è quasi irrilevante. Quando un computer riceve un dato input ci sarà un solo output, invece nel cervello quindi nei neuroni non è cosi, è più variabile, le cellule nervose sono infatti soggette a segnali che possono modulare il loro comportamento e alcune proprietà si modificano durante l’attività computazionale, che io chiamerei pensiero, e non ha niente a che fare con la computazione di un computer. Un tipico neurone può ricevere da qualche centinaia a molte decine di migliaia di segnali in entrata, e il suo assone proietta in modo altrettanto molteplice. Un transistore o una porta logica, unità fondamentale di un computer, può ricevere solo pochi input ed emettere di conseguenza solo pochi output. Ogni area del cervello ( MODULI ) è specializzata per quella determinata funzione, ma tutte le aree interagiscono tra loro in maniera olistica ( per approfondimenti sul funzionamento del cervello vedere bibliografia ). Infine mentre un computer è stato progettato da ingegneri deliberatamente , il cervello si è evoluto per selezione naturale nell’arco di milioni di anni. Da qui lo stile progettuale dell’evoluzione è completamente diverso. Oggi tutti i tentativi che si fanno sull’I. A. quindi sulle reti neurali artificiali, sono costituiti da dispositivi elettronici, quindi con alto rischio di mal funzionamento, inoltre più i sistemi diventano complessi più aumenta la probabilità di malfunzionamento. Le problematiche possono essere tante, dall’alimentazione a falsi contatti o chip difettosi ecc. oltre tutto questi componenti attivi e passivi non sono dotati di proprietà di auto immunizzazione come invece questa caratteristica è presente nella materia vivente. La differenza tra uomo e macchina , però non può essere limitata solo al puro e semplice calcolo, ci sono delle cose di straordinaria importanza che bisogna prendere in considerazione. Nell’uomo si verificano delle cose straordinarie: l’amore – l’intuizione – la creatività musicale – l’arte – l’allegria – la tristezza – l’umiltà – il dolore – l’odio – la gioia – la solidarietà – l’ansia – la carità – e tanti altri sentimenti che sono unici. Non può cadere tutto ciò nella sola differenza computazionale di un calcolatore anche se molto complesso, esso non fa altro che manipolare dei dati oltre tutto forniti da noi. Quindi credo che l’uomo sia unico nel suo genere, non può essere paragonato a nessuna macchina. L’unica cosa che possiamo capire con l’evoluzione della scienza e della tecnologia nel tempo sarà probabilmente il funzionamento più analitico del cervello al livello neuronico ma non credo che si potrà dare una risposta razionale sulla coscienza o dare una risposta al perché della stessa vita. Il trascendente non si può sperimentare, la fede probabilmente è l’unica difesa che ci permette di valorizzare ancora l’uomo cosi com’è.
 
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